La Repubblica - 27.12.1997

WB01343_.gif (599 bytes)


An all'attacco del Quirinale - "Così è un regalo alle Br"

Il forzista Pisanu: ora clemenza per Tangentopoli

ROMA - Uno Scalfaro che consegna personalmente al detenuto graziato le chiavi della cella, la scena illuminata da una stella cometa "brigatista" a cinque punte. E' la vignetta, (a firma Krancic), che il Secolo, quotidiano di Alleanza Nazionale, ha scelto per l'edizione di oggi. L' organo ufficiale del partito di Fini registra freddamente l'iniziativa presidenziale e titola così: "Il regalo di Scalfaro. Br, arriva la grazia". Che ci sia, fra i beneficiati, anche un condannato per atti terroristici commessi dalla destra eversiva, non cambia di una virgola il giudizio.

Quello che pensa gran parte di An lo annuncia Alfredo Mantovano, magistrato e neocoordinatore, che si pone un interrogativo di fondo: "Scalfaro non aveva detto che, sulla grazia ai terroristi, doveva pronunciarsi il Parlamento e lui non avrebbe interferito?". E ancora: "Come si fa a respingere il sospetto che il freno posto all'indulto dal Polo e dai  popolari nella commissione giustizia della Camera possa essere aggirato dalla moltiplicazione delle grazie? Non vi è il rischio, con la grazia per gruppi, e a rate, dell'arbitrio, del privilegio agli uni o agli altri, in base a ragioni che sfuggono al controllo politico?".

Mantovano, vicino alle ragioni dei familiari delle vittime, è da sempre contrario all'indulto ("Non è la strada migliore. Penso piuttosto a una revisione critica degli anni del terrorismo, all'eliminazione delle aggravanti di condanna dovute alle leggi speciali... "). Questa grazia multipla lo preoccupa: "Dieci alla volta, in un anno, li mettiamo tutti in libertà", dice.

Se Scalfaro voleva dare "un segnale al Paese", come suggerisce, con maggior calore, il portavoce di An, Adolfo Urso, questo segnale non convince Mantovano. E suggerisce addirittura una battuta a Beppe Pisanu, capogruppo dei deputati di Forza Italia alla Camera: "Dal momento che c'è clemenza per quei terroristi che non si sono direttamente macchiati le mani di sangue, perché non ce ne dovrebbe essere per quei protagonisti di Tangentopoli che non hanno tratto alcun profitto personale o per quelli che sono disposti a restituire il maltolto?". "Semplicemente perché le due cose, gli "anni di piombo" e gli "anni della corruzione", sono distinte e totalmente diverse", gli risponde a stretto giro di posta lo stesso Mantovano che invita "a non strumentalizzare" temi così delicati.

La decisione di Scalfaro costringe a un dibattito fra i più delicati la classe politica in vacanza. Dentro Alleanza nazionale, la posizione non è univoca, com'era già emerso in un recente ufficio politico. Alcuni deputati, tra i quali Fragalà, Urso, Alemanno e La Russa, si erano fatti promotori di  proposte di legge sull'indulto ma le stanno portando avanti "a titolo personale", visto che il partito ha deciso di non sposare la battaglia. Sempre a titolo personale, parla anche Francesco Storace: "Provo rispetto per l'iniziativa di Scalfaro. La grazia è di per sé un gesto individuale e dunque, in questo caso, il Parlamento non c'entra nulla. Mi sembra di cogliere un elemento di novità, la rottura di un tabù. Io dico che è ora di affrontare gli anni di piombo". La pensa così anche Gianni Alemanno che, pur riconoscendo il rischio dell'arbitrio insito in un provvedimento come la grazia, "giustifica" l'interventismo presidenziale di fronte alla "latitanza del Parlamento".

Contano le memorie, le storie personali, nel giudicare. Ignazio La Russa non si sente di "gridare allo scandalo per il piccolo blitz del presidente". Gennaro Malgieri, direttore del Secolo, si chiede, con più diffidenza, se le grazie accordate "si inseriscano in una strategia perdonista". Dovesse essere così, Malgieri ammonisce: "Il dolore dei familiari delle vittime non si può cancellare".

Manlio Contento, l'altro giovane coordinatore voluto da Fini, si preoccupa dell'impatto che iniziative come quella del presidente possono avere sull'opinione pubblica: "Tra indulti, grazie, amnistie, non vorrei che si facesse meno chiaro il confine fra gli onesti e i colpevoli". Per Contento, un provvedimento "sganciato da un serio dibattito culturale sugli anni del terrorismo" rischia di apparire "l'ennesima scelta discrezionale".

WB01343_.gif (599 bytes)