La Repubblica - 30.07.97

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L'indulto spacca l'Ulivo

Il Ppi contro il perdono ai terroristi. Divisioni nel Polo

di SILVANA MAZZOCCHI

ROMA - Bruciano ancora troppo i tanti lutti degli anni di piombo e anche un provvedimento che si limita a riequilibrare le pene dell' età dell'emergenza, divide le forze politiche e le coscienze. Ieri è stato approvato in commissione giustizia della Camera l'indulto per gli ex terroristi rossi e neri e l' Ulivo si è spaccato. Si sono espressi a favore del provvedimento il Pds, Rifondazione comunista e i Verdi. Contro hanno votato i Popolari e, sebbene con qualche eccezione, Forza Italia, An, il Cdu e il CCd. L'indulto non è ancora realtà: manca il parere della commissione Affari costituzionali previsto per il prossimo settembre. E, soprattutto, dovrà essere votato dalla Camera, dove sarà necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi. Ma è bastato un passo in avanti per riaccendere le polemiche. 

Otto gli articoli del provvedimento: l'ergastolo viene ridotto a 21 anni, sono dimezzate tutte le pene inferiori, e vengono diminuite di cinque anni quelle non superiori a dieci anni. Dai benefici sono esclusi i reati di strage. Se l'indulto passasse secondo questo schema, in un prossimo futuro ne potrebbero usufruire la maggior parte dei 224 detenuti tuttora in carcere. Tra loro, emergono nomi noti degli anni del dolore. Dai brigatisti rossi Renato Curcio, Mario Moretti, Anna Laura Braghetti o Barbara Balzerani (tutti ormai ammessi al lavoro esterno e gli ultimi tre imputati per la strage di via Fani), fino agli ex terroristi neri come Pierluigi Concutelli. Rientrerebbe nelle norme (almeno in parte e non subito) anche Toni Negri, ma lui smentisce (mentre Gasparri di An denuncia addirittura una legge "ad hoc" per l'ex leader di Autonomia). 

Ma se nell'Ulivo c'è stato lo strappo del Ppi, anche tra le file del Polo c'è stata qualche defezione. In testa, Tiziana Maiolo di Forza Italia, il cui voto è anzi stato determinante per l'approvazione dell'articolo 6. La norma che rende più favorevole al detenuto il computo dei periodi trascorsi tra una pena e l'altra e di cui il Polo aveva proposto la soppressione. Amareggiata, ma tagliente la reazione di Maurizio Puddu, presidente dell'Associazione famigliari delle vittime, che esprime il suo "sconcerto per il via libera" dato all'indulto. "Perchè tutta questa fretta e questa furia assolutoria...?". "Nè perdonismo nè revisione storica del terrorismo", assicura dal fronte del "sì" Franco Corleone, sottosegretario verde alla Giustizia: "Anzi esalta la memoria, recuperando i drammi e i lutti... e dando alla politica la capacità di usare l'arma della saggezza e dell'umanità." E insiste Pietro Folena, responsabile della giustizia per la Quercia: "Non sarà un colpo di spugna, ma solo un reiquilibrio tecnico e umanitario delle pene". Dal Polo protesta Antonio Leone di Forza Italia: "Si è andati oltre il criterio del reiquilibrio". E Carlo Giovanardi del Ccd riassume con un "vergogna" ripetuto tre volte il suo pensiero.  Dentro l'Ulivo, Sergio Mattarella, capogruppo dei popolari, annuncia battaglia nel suo stesso schieramento. "Sul terrorismo occorre prima avere la verità e soltanto dopo si può pensare a provvedimenti di clemenza...".

A tutti risponde Giuliano Pisapia, presidente della Commissione Giustizia. "Non è vero che abbiamo avuto fretta, anzi...in questo caso abbiamo impiegato molto più tempo che per altri provvedimenti, anche molto importanti. Abbiamo cominciato a discutere i cinque testi di legge nel settembre del'96 e abbiamo tenuto il maggior numero di sedute ..." Rivolgendosi ai familiari delle vittime, inoltre, l'esponente di Rifondazione comunista ricorda di essere stato l'unico ad aver proposto, contestualmente al disegno di legge per l'indulto, anche quello che avrebbe dovuto imprimere un'accelerazione alla legge a favore dei famigliari delle vittime. E conclude: "Io comprendo e rispetto i loro sentimenti, ma devo anche dire che questo provvedimento non entra nel merito della responsabilità o della colpevolezza di chi ha commesso i reati. Si limita soltanto ad eliminare quegli aggravi di pena che sono stati determinati dalle leggi dell'emergenza".  

Sull'indulto si è fatta sentire Anna Laura Braghetti: "Non ci sono parole per chi è stato ferito dal terrorismo perchè non ci può essere restituzione, ma l'indulto è un gesto che può sanare leggi emergenziali che hanno sovraccaricato le pene". Infine, Italo Mambro, fratello di Francesca Mambro, pur dicendososi favorevole all'indulto, protesta la sua "amarezza" per un provvedimento che finirà per escludere "i soliti noti". 

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