La Repubblica - 31.07.97

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Indulto, aumentano i "no"

Mancino e Fini contrari. Il Pds: riflettiamo

 ROMA - Fini dice di no. Augura buone vacanze, lasciando il vertice del Polo e ai giornalisti che gli chiedono dell'indulto concede una sola, secca battuta: "Siamo contrari". Così come non favorevole alla riduzione delle pene per gli ex terroristi si è detto Berlusconi.  Dal Polo dunque un deciso altolà al provvedimento che, dopo il via libera della Commissione Giustizia della Camera, alla ripresa dell'attività politica dovrà affrontare l'esame decisivo del Senato. Le reazioni negative del Polo si sommano a quelle dei Popolari e, sia pure in modo indiretto per la sua carica istituzionale, si pronuncia contro anche il presidente del Senato Mancino: "Non intendo impegnare l' assemblea ma io sono a favore di provvedimenti di tipo personale, la cui valutazione è rimessa al Parlamento".  E le polemiche spingono ad una maggiore cautela anche le forze che hanno votato a favore, come il Pds. Così il presidente dei senatori Cesare Salvi dice: "Mi sembra che sull'indulto per i reati di terrorismo, ora sia opportuna una pausa di riflessione. In modo che si possa ragionare e discutere tenendo conto anche delle posizioni di chi non condivide quella scelta". Occorre tenere conto del dissenso del Ppi, ma il problema "non è tanto quello di mettere d'accordo i partiti, ma quello di formare nel paese una coscienza comune sul fatto che quella legge sia giusta". 

Alcuni esponenti di An, come Alemanno e Storace, vorrebbero comunque che si riaprisse la questione anche per Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Su tutta la vicenda, durissimo è il commento dell' "Osservatore romano: "Malgrado si parli tanto di seconda Repubblica lo stile non cambia: si cerca di far passare in fretta e quasi in sordina, complice la calura di un fine luglio romano, un provvedimento che avrebbe richiesto un dibattito approfondito e avrebbe dovuto coinvolgere i cittadini". Reazioni critiche anche fuori dai palazzi della politica. No dal procuratore aggiunto di Milano Gerardo D'Ambrosio, "questo mi sembra il momento sbagliato, perché il condono rischia di far pensare che si abbassa la guardia di fronte alla criminalità". Durissima la vedova del colonnello dei carabinieri Emanuele Tuttobene, ucciso dalle Brigate Rosse. "Restituiamo le medaglie - dice a Radiotre - a questo Stato che non riconosce i nostri morti. A noi piacerebbe che i nostri morti potessero essere dichiarati ex morti, cioè potessero tornare in vita". E si pronunciano decisamente contro anche i sindacati della polizia e dei carabinieri, perché questo indulto è "un'offesa per i servitori dello Stato vittime della violenza e un insulto per le forze dell'ordine". Con un'unica eccezione: il Sap, che è favorevole all' indulto, ma chiede che restino in carcere le persone che hanno dimostrato una "notevole tendenza a delinquere".  

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