La Stampa - 1 Novembre 1997

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"Sofri libero, subito la legge"

Iniziativa di alcuni deputati di Rifondazione, Forza Italia, pds, Verdi e ppi per cambiare il codice
Undici senatori firmano la proposta

ROMA - DALLA REDAZIONE

Scalfaro chiama e i parlamentari rispondono. All'indomani della lettera del capo dello Stato sul caso Sofri e gli "anni di piombo", un gruppo di senatori rappresentanti uno schieramento trasversale che va da Rifondazione comunista a Forza Italia passando per pds, verdi e popolari, presenta un disegno di legge che consentirebbe ai detenuti di usufruire della libertà condizionata se sono passati vent'anni dal fatto per il quale sono stati condannati. E' la situazione di Sofri, Bompressi e Pietrostefani, in carcere per l'omicidio del commissario Calabresi avvenuto nel 1972.

L'iniziativa è stata annunciata ieri. "E' una risposta alla sollecitazione rivolta da Scalfaro ai parlamentari", spiega Ersilia Salvato di Rifondazione. Con le norme attuali, il giudice può concedere la libertà condizionata solo se il condannato ha scontato un certo periodo di pena; secondo la riforma, invece, la scarcerazione potrebbe essere concessa in ogni momento della detenzione se il fatto è distante almeno vent'anni, e se nel frattempo il condannato "abbia tenuto un comportamento tale da far ritenere insussistente il pericolo che commetta altri reati".

Uno dei primi firmatari, il portavoce dei verdi Luigi Manconi, precisa che la nuova legge sarebbe "universale, e dunque non per Sofri né per Priebke; ne potranno godere tutti". Il riferimento all'ex capitano nazista condannato per la strage delle Fosse Ardeatine non è casuale, perché anche lui rientrerebbe nei requisiti richiesti dalla riforma, e Manconi aggiunge: "Le comunità ebraiche hanno sempre sostenuto che il problema era la condanna penale per Priebke, non la detenzione".

Un disegno di legge analogo sarà presentato alla Camera, il capogruppo dei deputato verdi Mauro Paissan l'ha già annunciato. Ma la proposta divide i gruppi parlamentari. Massimo D'Alema, segretario del pds, non ne parla direttamente, ma dice che "ha ragione il capo dello Stato a invitare il Parlamento a riflettere per vedere se ci sono delle vie d'uscita. Vie per tutti, non solo per uno". E il responsabile della Quercia per i problemi della giustizia, Pietro Folena, parla di un'ipotesi molto simile a quella presentata ieri (firmata anche dal capogruppo dei senatori pidiessini Salvi) prevedendo l'esclusione dei reati più gravi e sottolineando che "non ci sarebbe nessuna decisione automatica, tutto rimarrebbe nelle facoltà del giudice".

Sul fronte opposto, Fini dice no. "Nessun parlamentare di An ha firmato questa proposta - dichiara - e non la condividiamo. Anzi, la contrasteremo quando inizierà il suo iter parlamentare". Giulio Maceratini, presidente del gruppo di An al Senato, precisa che lui non è stato interpellato dallo schieramento trasversale, e dice: "Vorrei capire se in base a questo provvedimento potrà avere qualche beneficio pure Francesca Mambro, anche lei in carcere da molti anni per reati di terrorismo".

Dal centro del Polo, il capogruppo dei deputati del ccd Carlo Giovanardi è categorico: "Chi l'ha detto che il delitto in Italia non paga? Se verrà approvato il ''disegno di legge Sofri'', basterà farla franca per vent'anni e godersi in pace i frutti di efferati delitti... Vedremo in aula chi avrà il coraggio di sostenere questo provvedimento folle e audace". Ma Francesca Scopelliti, senatrice di Forza Italia e firmataria della proposta, avverte: "Guai se ci si ponesse di fronte a questo disegno con le casacche politiche. Questa è una legge che vuole fare giustizia, e sono convinta che Berlusconi saprà coglierne la giustezza, perché diventa una battaglia per lo Stato di diritto".

Proprio il leader del Polo, ieri, è stato invitato da Giuliano Ferrara ad incontrare Sofri, Bompressi e Pietrostefani nel carcere di Pisa. Ma Berlusconi ha detto di non aver ancora letto la lettera aperta di Ferrara. In carcere, Sofri continua lo sciopero della fame, e il figlio Luca commenta: "Ritengo apprezzabile l'iniziativa al Senato, ma sono d'accordo con mio padre che l'unica soluzione resta comunque la revisione del processo".

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