La Stampa - 02 luglio 1997
Terrorismo, in arrivo la semi-grazia
Potrebbero beneficiare del provvedimento Sofri, Bompressi, Pietrostefani, Fioravanti e la Mambro
Scalfaro e Flick hanno già pronta una lista di nomi
di Giovanni Bianconi
ROMA. Al ministero della Giustizia, adesso, aspettano le indicazioni del Quirinale. Si tratta infatti di capire più precisamente le intenzioni del presidente della Repubblica, che tipo di provvedimento sarebbe disposto a firmare, quante persone farvi rientrare. Ma una cosa è certa: il tema di una grazia, anche parziale, per un certo numero di ex-erroristi è sul tappeto. Flick e Scalfaro ne hanno discusso più volte e il Guardasigilli ha già pronta una lista con tutti i nomi e le posizioni giuridiche degli ex-soldati del partito armato, di destra e di sinistra, sulla quale lavorare.
Ancora ieri il ministro Flick ha ribadito di essere "un fautore del superamento dell'emergenza, perché la battaglia sul terrorismo è stata ormai vinta". Ma per quanto riguarda l'indulto, provvedimento di legge generalizzato, ritiene che la questione "sia di una tale globalità politica da dover essere affrontata nella sede più ampia e complessiva, con il concorso di tutti: il Parlamento". La Camera se ne sta già occupando. Altra cosa, però, sono le eventuali iniziative del presidente della Repubblica, che comportano la partecipazione del ministro. Come la grazia, appunto, che può essere anche parziale e che è la soluzione allo studio degli uffici di via Arenula.
Da quello che è emerso nei contatti tenuti finora, Scalfaro sarebbe favorevole ad un provvedimento che, nella parte finale del suo settennato, contribuisca alla chiusura definitiva del sanguinoso capitolo degli "anni di piombo". E in attesa che il Parlamento vari un indulto per il quale, con l'attuale Costituzione che prevede il voto dei due terzi dei parlamentari, sembra difficile raggiungere il necessario consenso, al ministero hanno ipotizzato la grazia parziale.
E' prevista dall'articolo 174 del codice penale, dov'è scritto che "la grazia condona, in tutto o in parte, la pena inflitta, o la commuta in un'altra specie di pena stabilita dalla legge". In sostanza coincide con un abbassamento della pena, con la conseguenza di consentire al detenuto - a condanna ridotta - l'accesso ad altri benefici di legge. A concederla è il presidente della Repubblica, ma all'istruttoria partecipa il ministro della Giustizia.
Proprio questa soluzione è stata adottata di recente per Cinzia Merlonghi, lex tossicodipendente romana condannata a cinque armi e sei e mesi di carcere, completamente reinserita attraverso il lavoro in una comunità di recupero, che doveva rientrare in carcere per scontare un lungo residuo di pena. Per lei, alla vigilia del ritorno a Rebibbia, arrivò il provvedimento di Scalfaro: grazia parziale che riduceva la pena a tre armi. In questo modo Cinzia ha potuto usufruire dell'articolo 90 della legge sugli stupefacenti e rimanere in libertà, continuando a svolgere il suo lavoro.
Per gli ex terroristi, si sta studiando una soluzione analoga, che possa consentire a un certo numero di detenuti di usufruire di misure alternative che vanno dal lavoro esterno «'er il quale in verità non è previsto alcun tetto di pena minima da scontare), alla semi-libertà, alla liberazione condizionale. Per questi ultimi due istituti sono previsti dei minimi di carcere da scontare, e la grazia parziale avvicinerebbe o renderebbe immediata la scarcerazione attraverso le misure alternative, concesse dalla magistratura di sorveglianza. In questo modo ci sarebbe dunque anche un secondo vaglio, che porterebbe ad escludere, per esempio, i terroristi "irriducibili" che ancora esistono e dal carcere rivendicano la loro identità di guerriglieri.
E' evidente che l'ampiezza del provvedimento e il numero di persone che ne potrebbero usufruire dipenderà da quanti anni di grazia il presidente della Repubblica vorrà concedere. I tecnici del ministero hanno preparato varie liste di nomi divise per "fasce", indicando per ogni ipotetica soluzione (un anno, due anni, tre anni e cosi via, compresa l'esclusione o l'inserimento dei condannati per reati di sangue, o di chi già gode di certi benefici) il numero e i nomi delle persone che potrebbero lasciare il carcere. Per questo, finché non viene decisa l'entità della grazia, non si può sapere chi materialmente ne potrà usufruire.
Sarà più facile, naturalmente, per chi è in carcere da più tempo: alcuni brigatisti della prima ora, i "neri" Concutelli, Mambro e Fioravanti (sempre che sia ricompreso il reato di strage). Non dovrebbe essere difficile per Toni Negri, al quale già ora mancherebbero meno di due anni al conseguimento dei benefici. Un punto interrogativo resterebbe per Sofri, Bompressi e Pietrostefani, condannati a 22 anni per l'omicidio Calabresi e in carcere dal gennaio scorso; loro comunque hanno sempre detto di non aspirare a provvedimenti di clemenza ma alla revisione del processo per ottenere l'assoluzione.
In totale i detenuti per fatti di terrorismo sono 225, 94 dei quali condannati all'ergastolo; 136 non hanno mai ottenuto benefici, mentre fra gli ergastolani 22 escono ogni giorno per lavorare fuori dal carcere e 8 godono della semi-libertà.