La Stampa- 04.03.1998

WB01343_.gif (599 bytes)


"Né estradizione né amnistia per i rifugiati"

Il Guardasigilli smentisce l'ex leader di Potere Operaio Scalzone. Curcio: decida il Parlamento

Il primo ministro Jospin: decideremo entro la settimana

ROMA. E' scontro tra il ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick e l'ex leader di Potere Operaio Oreste Scalzone, secondo il quale l'applicazione degli accordi di Schengen, portano a una "riattivazione" automatica di tutte le richieste di estradizione legate a mandati di cattura internazionali. Per Scalzone, infatti, "nella recente riunione trilaterale con Francia e Spagna sull'integrazione europea, che si è tenuta a Siena il 15 e 16 febbraio scorsi, il ministro Flick ha chiesto al ministro francese Guigou di concedere l'estradizione di alcuni rifugiati politici come atto formale in vista di una imminente amnistia".

Immediata la nota con smentita del dicastero del Guardasigilli: il ministro "non ha mai chiesto al collega francese Guigou la concessione dell'estradizione per alcuni rifugiati politici, né ha preannunciato imminenti provvedimenti di amnistia per gli ex terroristi". "Il governo - si afferma - ha più volte precisato di non avere in programma iniziative proprie in una materia per la quale è richiesta la maggioranza parlamentare dei due terzi".

In serata, fonti vicine al primo ministro Lionel Jospen hanno fatto sapere che entro la settimana il governo francese darà una risposta sulla sorte dei rifugiati italiani.

Scalzone, da Parigi, dove si trovano circa 150 esuli, ha dichiarato di avere avuto l'informazione dal ministero francese: "Sarebbero stati proprio gli italiani a spingere perché venisse dato il via libera per un certo numero di nomi da rispedire in Italia in in virtù del trattato di Schengen. Riteniamo sarebbe un atto crudele e in ogni caso ribadiamo senza arroganza che rifiuteremo il principio della decimazione".

In sedici anni, gli arrestati sono stati 75, e le richieste di estradizione sono state tutte respinte. "O asilo politico per tutti o per nessuno", ha ribadito Scalzone.

Sulla questione è intervenuto anche Renato Curcio. Per il fondatore delle Br, favorevole all'istanza di revisione del processo Sofri, "è ora che il Parlamento, perfettamente a conoscenza del problema del terrorismo, affronti la questione dell'indulto per gli anni di piombo. Adesso parli chi deve parlare, passino gli articoli in Bicamerale per la riduzione del quorum. Purtroppo, mi sembra che l'Italia sia presa da altro, e non abbia alcuna intenzione di affrontare, né di chiudere, una stagione dolorosa che l'ha riguardata". "Porto avanti questa battaglia da dodici anni ed ora sono stanco di ripetere sempre le stesse cose - ha dichiarato Curcio. "Ho condotto un lungo lavoro di ricerca sul fenomeno armato, sul quale nel nostro paese a livello di conoscenza, c'è il vuoto assoluto".

Per il giudice Rosario Priore, la via d'uscita alla "imbarazzante situazione per l'Italia e la Francia" è l'amnistia o, in un numero limitato di casi minori, la grazia. Ma in questo caso la colpa principale è della Francia che ha lasciato incancrenire un problema che bisognava risolvere diversi anni fa". Secondo il giudice istruttore, inoltre, "qualunque soluzione sarebbe di compromesso e mai come in questo il compromesso sarebbe figlio di ricatto. Una soluzione guridica potrebbe essere l'amnistia, ma non credo che il governo voglia o possa, ricorrervi. Proprio per la gravità dei delitti che dovrebbero esser cancellati e per il numero delle persone che ne dovrebbero beneficiare".

In un'interrogazione parlamentare, il deputato verde e membro della commissione giustizia Paolo Cento ha chiesto che il Guardasigilli fornisca "un'interpretazione giuridica del trattato di Schengen, al fine di chiarire la sorte di quasi duecento rifugiati politici che vivono da anni Oltralpe e che rischiano di vedere da un momento all'altro sgretolare la propria vita". [r. i.]

WB01343_.gif (599 bytes)