La Stampa - 27.12.97
Critiche a Flick
Puddu: non ci ha voluto ricevere
ROMA. Maurizio Puddu, presidente
dell'Associazione vittime del terrorismo, colpito lei stesso da
un attentato, che cosa pensa dei sei decreti di grazia concessi
dal Capo dello Stato ad altrettanti terroristi?
"Che se il Presidente l'ha fatto, avrà avuto i suoi
buoni motivi. Non vogliamo e non possiamo entrare nel merito,
senza neanche conoscere i particolari, perché sarebbe poco
dignitoso per la persona umana. Anzi, sarebbe offensivo".
Però?
"Però ci suona strano il continuo tornare su questo argomento della grazia e dell'indulto. E poi sarebbe stato di buon gusto aspettare qualche giorno, far passare il Natale... Perché un provvedimento, che potrebbe essere visto come del tutto normale, considerando anche la quantità delle grazie che finora sono state date, in questa maniera diventa spettacolare. Ma allora nuoce alle vittime e noi siamo contrari".
Vi ha ferito la coincidenza tra il perdono ai terroristi e le feste di Natale?
"Guardi, se con questi provvedimenti si vuole fare una prova generale per vedere come reagiscono le vittime di fronte ai provvedimenti di grazia verso talune persone oppure davanti a un indulto generalizzato, è un metodo da deplorare. Io ragiono ad alta voce. Ma oggi, non appena s'è saputa la notizia, ho ricevuto almeno dieci telefonate di nostri associati. Da parte delle vittime c'è stata una reazione forte".
La vostra associazione ce l'ha soprattutto con il ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Maria Flick, che materialmente ha sottoposto le domande di grazia al presidente della Repubblica.
"Siamo meravigliati dalle scelte del ministro. Quando è venuto a Torino, abbiamo chiesto di potergli parlare. Ma lui non ha ritenuto di riceverci, di ascoltarci, di parlare con noi. Nemmeno il caso di spiegarci: siete persone meritevoli, ma io ho miei doveri, i miei problemi, le carceri, i casi umani, le richieste... Niente di niente. L'ho trovato offensivo nei nostri confronti. Rappresentiamo pur sempre una categoria di persone, anche se non siamo sindacalisti. Certo, non rappresentiamo una gran massa. Né siamo persone che si mettono lì con i cartelli in strada. Noi siamo persone che hanno subìto un'onta per storture dello Stato, deficienze di organi, giochetti che finora non sono stati rivelati e che vediamo continuamente portati alla ribalta".
Le rivelazioni sulla strategia della tensione indubbiamente turbano l'opinione pubblica.
"Per quanto ci riguarda, come vittime, ci addolorano definitivamente. Ci sentiamo come persone che sono state prese in giro. E intanto non ci hanno riconosciuto nemmeno i nostri diritti come invalidi". [fra. gri.]