La Stampa - 30.12.97
"Scalfaro e Prodi, tocca a voi"
IL PRESIDENTE DI RIFONDAZIONE
Cossutta: va applicata la convenzione di Strasburgo
di Francesco Grignetti - ROMA
PRESIDENTE Cossutta, se l'aspettava questo ennesimo rifiuto?
"Guardi, ci troviamo di fronte a una decisione che definire aberrante è poco perché attribuiscono a Silvia Baraldini una responsabilità per il solo fatto che ''non poteva ignorare quello che avrebbero fatto gli altri''. E' un tentativo barbarico di spezzare lo spirito di Silvia. Non è accusata di alcun atto di violenza, ma di appartanenza a un raggruppamento estremista. E solo per questo è stata condannata a 43 anni di reclusione, dei quali 16 li ha già trascorsi in un carcere duro. Ma non le concedono la libertà condizionale perché non collabora con le forze di polizia".
Si pretende il pentimento.
"Lei ha già riconosciuto che quelle azioni furono errori. Ma certo Silvia Baraldini non ha mai pensato, ed è vergognoso che si possa pensare, di fare la spia nei confronti dei suoi compagni. Non solo. La sentenza stabilisce che la pena nei suoi confronti è un deterrente per gli altri. Per noi, educati a Beccaria, è incredibile. Siamo al rovesciamento di ogni norma di diritto che deve essere fondato sulla responsabilità individuale e personale. Non su responsabilità che non esistono".
E ora, Cossutta, che consiglia di fare?
"Questa decisione mi conferma che non ci sono da percorrere delle strade di tipo giudiziario per riportare in Italia la Baraldini. Non c'è che una via: quella di tipo politico. Occorre che le massime cariche dello Stato, a partire dal Presidente della Repubblica e dal presidente del Consiglio si facciano interpreti presso il presidente Clinton di un sentimento a favore della Baraldini che è generale nel nostro Paese. Il Parlamento europeo quasi all'unanimità: non solo Manisco e Bertinotti, com'è ovvio, ma l'intero gruppo socialista europeo di cui fa parte integrante il pds, e persino un generale della Nato come Luigi Caligaris. Consigli regionali, sindacati e organizzazioni religiose e umanitarie. Venticinque città le hanno dato la cittadinanza onoraria".
Insomma, ora lei si aspetta un intervento di Prodi.
"La convenzione di Strasburgo permette che un detenuto possa terminare la sua pena in un carcere del proprio Paese. Silvia Baraldini ha già fatto 16 anni di carcere. Ho visto con i miei occhi quanto sia provata da questa detenzione dura. Bene, la norma esiste. Perché rifiutarsi di applicarla? Noi diciamo che un ulteriore rifiuto da parte degli Usa di applicare la convenzione di Strasburgo, comporterebbe una difficoltà nei nostri rapporti. Sarebbe un'ombra pesante tra i due Paesi. E voglio dire alle massime autorità dello Stato, a cui mi rivolgo con stima, che facciano quello che hanno fatto altri. Penso al cancelliere Kohl quando s'è rivolto al presidente Clinton per ottenere (e l'ha ottenuto) il trasferimento in Germania di un terrorista tedesco. Oppure Indira Gandhi, quando andò in modo clamoroso con il suo aereo personale a Washington, per chiedere al presidente degli Usa di consentire il trasferimento di un detenuto indiano. Così avvenne, se lo riportò in India con lei. E' così che si manifesta la dignità e la sovranità di un Paese".
Senta, Cossutta, anche nelle carceri italiane ci sono centinaia di ex terroristi, condannati a pene pesanti con leggi emergenziali.
"Con la stessa coerenza sostengo che bisogna approvare la legge sull'indulto. Lo dico io, Armando Cossutta, che nei confronti del terrorismo, di qualunque colore fosse, ha usato a suo tempo parole fermissime. Ormai quella fase s'è chiusa. Ma attenzione, dico indulto e non amnistia perché significherebbe un colpo di spugna sui reati che abbiamo tutti ben presenti. Mi riferisco a Tangentopoli, sia chiaro".