Il Sole 24 Ore - 27.12.97

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Cinque Br e uno di Avanguardia nazionale: nessuno è responsabile di fatti di sangue

Scalfaro grazia sei ex terroristi ed è polemica su indulto e amnistia

ROMA — Con una serie di decreti resi esecutivi l’antivigilia di Natale, Oscar Luigi Scalfaro ha graziato sei ex-terroristi: sono cinque brigatisti e un estremista di Avanguardia nazionale, nessuno dei quali è stato però condannato per coinvolgimento diretto in fatti di sangue. E’ stato, quest’ultimo, il criterio base che ha guidato il capo dello Stato nella decisione di concedere la grazia, ha tenuto a sottolineare il ministero della Giustizia, mentre sui sei provvedimenti del Quirinale s’è già aperta una nuova polemica. Gli esponenti del Centro-sinistra sono soddisfatti per il "segnale" inviato dal presidente alle forze politiche, ma i rappresentanti dell’opposizione sono piuttosto perplessi. Contro l’atto di clemenza si pronuncia la Lega ma protestano soprattutto i familiari delle vittime del terrorismo.

Nessuna clemenza nei confronti dei responsabili di fatti di sangue, ha confermato il presidente coi suoi interventi di grazia, suggerendo però un’implicita sollecitazione nei confronti del Parlamento ad accelerare i tempi di approvazione del provvedimento destinato a chiudere, a oltre dieci anni dalla fine dell’emergenza terroristica, la fase degli "anni di piombo". Questa è il giudizio concorde della sinistra sul significato del provvedimento col quale il Quirinale ha "rimesso i debiti" a Giovanni De Lellio, Claudio Cerica, Manuela Villimburgo, Carlo Giommi, Paola Maturi e Marinella Ventura.

Sono tutti terroristi, ha insistito il ministero della Giustizia, che non hanno compiuto omicidi; e anche «per quelli di loro che si sono resi responsabili di concorso in omicidio, è stato materialmente e processualmente accertato che l’attività fiancheggiatrice o di partecipazione agli eventi, in nessun caso è consistita nella materiale esecuzione del delitto». Resta comunque il fatto che quasi di seguito al problema posto da Luciano Violante di un provvedimento d’amnistia per i reati di tangentopoli, il presidente della Repubblica sia in qualche modo intervenuto nel corso della polemica sulla possibilità di chiudere la stagione delle tangenti messe in luce dai magistrati di mani pulite. Con una decisione che guarda soltanto ai responsabili "minori" della vicenda del terrorismo, sia di sinistra sia di destra. E che sembra quasi voler ostentare una totale "indifferenza" verso i politici colpevoli di ruberie.

Non è il momento dei colpi di spugna, sembra voler suggerire il capo dello Stato, anche se gli esponenti della maggioranza si sono spesi ieri nell’interpretare la decisione di Scalfaro soprattutto come «un invito al Parlamento ad assumersi le sue responsabilità, approvando la proposta di legge sull’indulto». E’ il parere di Marco Boato. L’esponente dei "verdi" sostiene fra l’altro: «è paradossale che si parli d’una soluzione politica per tangentopoli, mentre c’è chi la considera prematura per gli anni di piombo. La decisione di Scalfaro è uno stimolo perchè anche il Parlamento faccia la sua parte senza ipocrisie e opportunismi». «E’ un atto dovuto», commenta il verde Luigi Manconi, mentre il comunista Nichi Vendola definisce «un segno di coraggio e di buonsenso» la decisione del Qurinale. Pienamente d’accordo anche il popolare Sergio Mattarella.

Ma Alfredo Mantovano, nuovo coordinatore di An, ritiene che col suo intervento, Scalfaro abbia tentato di aggirare in qualche modo gli orientamenti del Parlamento. L’esponente finiano conferma che il suo partito resta contrario ai provvedimenti di clemenza in materia di terrorismo, mentre Adolfo Urso, sempre di An, interpreta il gesto del Quirinale come l’invito ad affrontare con maggiore serenità la storia del Paese. E Pierferdinando Casini, pur confermando la sua avversione alla grazia ai terroristi, dice di non scandalizzarsi di fronte alle scelte di Scalfaro ma chiede di non scandalizzarsi ai «falsi moralisti e agli ipocriti, contrari all’amnistia per i reati di tangentopoli». Più chiaramente, il forzista Beppe Pisanu osserva che se c’è clemenza per i terroristi non si vede perchè non ci debba essere altrettanta clemenza nei confronti dei tangentisti che non hanno tratto dai reati profitto personale.

La possibilità di cancellare i reati di tangentopoli continua insomma a suscitare polemiche e discussioni, ma intanto l’avvicinarsi della fine dell’anno spinge ai primi bilanci e induce soprattutto a tracciare preventivi e ad assumere impegni. Come fa Walter Veltroni, che non rinuncia a sottolineare la sua soddisfazione per i risultati raggiunti dal Governo dell’Ulivo. Il vicepresidente del Consiglio non dimentica di assicurare che il ’98 sarà l’anno dell’impegno contro la disoccupazione e della lotta ai privilegi: è venuto il momento di ripristinare le regole, contro comportamenti troppo spregiudicati e forme di protesta non sempre giustificate. Non sarà però un anno facile, s’affretta a a precisare Armando Cossutta. Anticipando che i comunisti daranno battaglia sulle riforme, pronti ad allearsi con le destre pur di ribaltare il testo della Bicamerale.

F.Co.

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