Corriere della Sera - 09.03.98
M. A. C.
ROMA - A pochi giorni dal ventesimo anniversario della strage di via Fani e del rapimento di Aldo Moro, il Tribunale dei ministri ha inoltrato al Senato la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del senatore a vita Giulio Andreotti nell'ambito dell'inchiesta sul piano antiterrorismo «Panters» (detto anche «Paters»), un piano predisposto dal ministro dell'Interno Francesco Cossiga dieci giorni dopo il sequestro Moro, ma che non venne mai attivato.
Dell'esistenza di questi documenti, del resto, nonostante 5 processi sul rapimento e l'assassinio dello statista democristiano e una commissione d'inchiesta parlamentare, si è venuti a conoscenza solo qualche mese fa. L'accusa ipotizzata nei confronti di Andreotti sarebbe quella di falso per soppressione, cioè di «distruzione di documenti». Perché alla fine del governo di solidarietà nazionale avrebbe dato ordine di distruggere gli atti relativi «ad operazioni speciali antiterrorismo», riguardante il terrorismo di sinistra, conservati presso Palazzo Chigi.
La richiesta è stata già trasmessa dall'ufficio di presidenza del Senato alla Giunta per le immunità di Palazzo Madama, presieduta dal leghista Marco Preioni. Lo ha confermato lo stesso Preioni, il quale ha precisato che nei prossimi giorni sarà distribuita ai componenti la Giunta la documentazione riguardante la richiesta. Andreotti, da parte sua, nega ogni responsabilità nella distruzione degli atti e bolla come «ridicola» l'intera vicenda. E comunque si dice convinto che «presto tutto si chiarirà».
«In questa storia - afferma Andreotti - figura che il mio capo di gabinetto nel 1979 avrebbe ordinato la distruzione della bozza di questo piano. Risulterebbe che sarebbe stato Cossiga a consegnarmi il documento nel giorno di Pasqua del '78, nei giorni cruciali del sequestro Moro... Ma io non ricordo nulla di tutto ciò, capirà in quei giorni. E, comunque, tutto si chiarirà facilmente: se mai ho avuto il documento, altro non era che una bozza; al Viminale c'erano almeno 4-5 copie. Ma, secondo me, tutto si chiarirà facilmente».
Il piano di Cossiga prevedeva «strutture operative specializzate», in tutto il territorio nazionale, pronte ad intervenire contro le azioni terroristiche. Il ruolo principale veniva demandato a «nuclei» che, a loro volta, davano vita a «gruppi speciali» che potevano agire su tutto il territorio: era prevista una dotazione di elicotteri e auto con apparecchiature sofisticate, tutte descritte scrupolosamente.
Il documento prendeva in considerazione anche il rischio di scontri a fuoco con i terroristi e prevedeva addirittura un Nucleo di assistenza sanitaria con medici militari e autovetture attrezzate per soccorrere i feriti.