Corriere della Sera - 29.10.97

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«NO» AL QUIRINALE

Deaglio: convincete Adriano a non voler morire

«Si era capito che per questa storia non c'era lieto fine. Sarà un'altra tragedia all'italiana»

Antonio Troiano

MILANO - «Adriano è un uomo che ha già deciso di dare le dimissioni dalla vita. Con grande tristezza devo dire che si era capito che per questa storia non era previsto alcun lieto fine. Anzi, quella di Sofri, Bompressi e Pietrostefani sarà un'altra tragedia all'italiana».

Enrico Deaglio, direttore di «Diario», conosce Adriano Sofri da almeno trent'anni. Dell'ex leader di Lotta continua conosce bene il carattere, l'orgoglio, forse l'arroganza. E per primo ha sottolineato che questa storia sarebbe finita «in un vicolo cieco. Il cui atto finale rischia di essere la morte di Adriano».

Una storia amara. Che adesso si arricchisce di un nuovo capitolo: l'inattesa e definitiva lettera del presidente Scalfaro. «E' una decisione da Ponzio Pilato. Il classico atteggiamento di chi dice: io di questa storia non me ne voglio occupare». Quella di Scalfaro non è una decisione che sorprende Enrico Deaglio, anche se, dice: «Mi sembra strano che arrivi due giorni prima di ricevere la delegazione che portava al Quirinale la richiesta di grazia firmata da più di 180 mila cittadini. Scalfaro ha chiuso la porta in anticipo, facendolo peraltro in maniera confusa e scomposta. Parlando da cittadino - continua Deaglio - sono davvero deluso.

«Tuttavia a questo punto, l'unica cosa che posso chiedere è una sola. Mi rivolgo ai familiari di Sofri, Bompressi, Pietrostefani. Ai figli, ai genitori, alle loro compagne, sperando che in qualche modo impongano loro di non fare lo sciopero della fame».

Circa un mese fa, ricorda Deaglio, «sono andato a trovare Adriano in carcere a Pisa. E proprio in quella occasione mi era sembrato malinconicamente rassegnato a fare questo sciopero della fame ad oltranza. Tutto questo non è giusto. No, non è giusto».

L'unico spiraglio resta la revisione del processo. Una revisione che potrebbe portare a nuove soluzioni: «Conosco tutti gli atti di questo processo - dice rassegnato Deaglio - e so benissimo che l'istanza di revisione ha tutte le carte in regola per essere accolta, ma concordo con il pessimismo di Adriano, visto tutto quello che è successo finora».

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