Corriere della Sera - 29.10.97
D. Mart.
ROMA - Sulla grazia «impercorribile» per Sofri, Bompressi e Pietrostefani, il partito trasversale che raccoglie più consensi sembra essere quello dei delusi. Fausto Bertinotti: «Mi dispiace molto... Pensiamo che non ci siano ragioni per tenerli in carcere, bisogna fare in modo di non protrarre questa tragedia». Pietro Folena (Pds), con alcuni distinguo: «Al di là della legittima amarezza che suscita in chi pensava possibile un intervento di grazia... la lettera di Scalfaro invita il Parlamento a discutere sul tema della chiusura degli anni di piombo». Marco Boato (Verdi): «No comment». Marco Taradash (FI): quello di Scalfaro «è un atteggiamento pilatesco». Mauro Paissan (Verdi): «Prendiamo atto con rammarico, ci dispiace che il Capo dello Stato si sia sottratto a questo suo potere di clemenza». Marcello Pera (FI): «Scalfaro non ha avuto coraggio». Franco Corleone (Verdi, sottosegretario alla Giustizia): «Questa lettera mette tutti di fronte alle proprie responsabilità».
Sull'altro fronte, è Gianfranco Fini il primo a spazzare via ogni dubbio sull'interpretazione delle parole di Scalfaro: «Il Capo dello Stato ha ragione». Una dichiarazione che poi viene subito rimpolpata da Maurizio Gasparri (An): il presidente della Repubblica interrompe «questa sequela di visite carcerarie, e fa chiarezza: niente grazia a chi ha commesso un omicidio». Per Pierferdinando Casini (Ccd) l'intervento di Scalfaro «è ineccepibile. Lo apprezzo e lo condivido. Non sta alla politica, a processo concluso, rivedere una sentenza giudiziaria». Favorevole, ma a modo suo, anche Bobo Maroni (Lega): «Se si toglie Sofri dalla galera, allora bisogna liberare prima i detenuti non condannati definitivamente come i sei serenissimi del campanile di San Marco».
Ma la lettera del Capo dello Stato rappresenta anche un monito ai circa 200 parlamentari che hanno firmato l'appello per Sofri e compagni mentre la legge sull'indulto non riesce a decollare. Dice Cesare Salvi (Pds): «Scalfaro dimostra una grande apertura indicando la soluzione legislativa per questa vicenda». Ma Rocco Buttiglione ricorda che il cammino è lungo: «Prima deve esserci però un tributo alla memoria delle vittime».
Anche Federico Orlando, il deputato dell'Ulivo molto vicino ad Antonio Di Pietro, dà ragione a Scalfaro: la strada della grazia «è tanto più impraticabile» visto che «l'intellighentia dell'ultrasinistra (vedi Fo) ha ripreso a tessere le lodi del lottacontinuismo». Ma Francesca Scopelliti (FI) pone il seguente problema: «Ora tocca alle forze politiche impegnarsi per un'approvazione della legge sull'indulto. Dopo sarà necessario chiedere ancora, con maggior forza, giustizia per chi, come Sofri, Bompressi e Pietrostefani, non potrà comunque godere dell'indulto». Detto questo parla anche il premio Nobel Dario Fo: «Nonostante tutte le firme raccolte (domani il comitato "Liberi Liberi" sarà ricevuto da Scalfaro al quale verrà consegnato l'appello sottoscritto da 180mila persone, ndr), mi aspettavo il gran rifiuto. Una mente raziocinante non può accettare questa sentenza. È da logica medioevale».