Il Manifesto - 01.11.97

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Liberi a 20 anni dai fatti. Un nuovo disegno di legge

Con la legge proposta dai senatori Salvi, Manconi e Salvato, uscirebbero Sofri, Bompressi e Pietrostefani: stabilisce che una buona condotta di 20 anni vale la libertà condizionale

- da ROMA

A DRIANO SOFRI, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani potrebbero uscire dal carcere, in libertà condizionale, se fosse approvato il disegno di legge presentato al senato con le firme di Ersilia Salvato, Cesare Salvi e Luigi Manconi. Tra i sostenitori della proposta ci sono anche esponenti del Polo, come Domenico Contestabile e Francesca Scopelliti (Forza Italia). Il disegno di legge, che presto potrebbe essere presentato alla camera, come ha detto Mauro Paissn, consta di un solo articolo che amplia l'articolo 176 del Codice penale. Prevede che chiunque sia stato condannato almeno 20 anni dopo aver commesso il reato, e che per tutto questo periodo si sia comportato in modo irreprensibile, possa essere immediatamente ammesso alla liberazione condizionale.

Il disegno di legge è stato presentato in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche Francesca Scopelliti e Salvatore Senese. Quest'ultimo ha spiegato: "Introduciamo il principio di un'ulteriore umanizzazione della pena. Per questo cogliamo l'occasione per ringraziare Sofri".

"Nessun parlamentare di An l'ha firmata, e non la condividiamo. Anzi, la contrasteremo quando si inizierà il suo iter parlamentare". Questo è stato il commento immediato del presidente di An Gianfranco Fini.

Massimo D'Alema, a sua volta, ritiene che la vicenda Sofri e casi analoghi debbano essere affrontati dal Parlamento. "Capisco - ha detto - le ragioni del presidente, che non ha ritenuto praticabile la grazia. E' un potere esclusivo e non si può aprire un dibattito". Il segretario del Pds pensa ad un provvedimento che "senza togliere nulla alla gravità di quanto è accaduto, possa intervenire per ridurre il peso afflittivo della pena".

Nel frattempo, Luigi Manconi era a Pisa, in visita al carcere. I tre, ha raccontato, hanno vinto "due battaglie 'storiche'": la possibilità di avere in carcere il cappotto e quella di ricevere libri rilegati. I tre "hanno confermato la loro fiducia nella richiesta di revisione del processo, ribadendo che, se il loro caso venisse affrontato secondo il codice e come un ordinario problema giudiziario, l'esito potrebbe essere solo uno, l'accoglimento dell'istanza di revisione e l'assoluzione". Intanto, hanno confermato l'intenzione di proseguire lo sciopero della fame.

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