Il Manifesto - 04.11.97
Battaglia di libertà
PENSO che nel corso degli anni cambiare qualche volta opinione sia segno di saggezza. Ho militato negli anni '70 per un breve periodo in Lotta Continua e abbandonai questa organizzazione per un'"antipatia" verso il leader di allora: Adriano Sofri, non mi piaceva proprio. I fatti di questi giorni oltre che a turbarmi per la loro drammaticità e l'inquietante razionalità che Sofri, Bompressi e Pietrostefani stanno dimostrando nel lasciarsi morire (spero che questo non succeda), mi hanno fatto capire che allora probabilmente mi stavo sbagliando.
La lucidità e la grande dignità umana fin qui dimostrata sono sentimenti e atteggiamenti talmente grandi che albergano solo in persone che meritano rispetto, ed io da oggi in poi comunque vada a finire non dimenticherò mai questi tre compagni anche perché sulla loro innocenza non ho alcun dubbio (c'è anche una sentenza che afferma questo).
Non so se sia più giusto l'indulto o l'amnistia so solo che questo periodo bisogna chiuderlo definitivamente e ridare dignità a molte donne e molti uomini che battendosi per degli ideali senz'altro nobili e giusti hanno commesso degli errori. Nel corso del tempo ho avuto opinioni diverse su "quegli anni" ma oggi vorrei fare qualcosa di più per questa vostra, nostra battaglia di libertà (ho già aderito a "Liberi Liberi"). E' ancora poco ma, Adriano, Ovidio e Giorgio oggi con voi ci sono anch'io.
Claudio Ravasi Lecco