Il Manifesto - 17.04.98

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FRANCIA CRIMINALITA' GIOVANILE

"Per le colpe dei figli paghino i genitori"

Arriva la proposta socialista per combattere l'aumento della delinquenza minorile: fino a due anni di carcere per i parenti

- ANNA MARIA MERLO - PARIGI

I l realismo della sinistra al potere non perde un colpo: l'ultima novità è il cedimento alla tentazione repressiva nei confronti della delinquenza giovanile. Dopo Tony Blair, tocca alla Francia di Jospin.

Ieri, due deputati socialisti hanno presentato al primo ministro un rapporto che prevede di applicare alla lettera alcuni articoli del codice penale che erano caduti in disuso e che prevedono pene pecuniarie (fino a 60 milioni di lire) e fino a due anni di carcere per i genitori i cui figli si sono resi colpevoli di un crimine. Per un genitore che "si sottrae, senza legittimo motivo, ai suoi obblighi morali al punto di compromettere gravemente la salute, la sicurezza, la moralità o l'educazione di suo figlio minorenne" ci potrà essere anche la prigione. Per il relatore del rapporto, Jean Pierre Balduyck, è tempo di "adeguare le pene al crimine". Secondo il deputato socialista "siamo di fronte a fatti sempre più gravi, che coinvolgono ragazzi sempre più giovani. E' un fenomeno sociale preoccupante. Bisogna rispondere con calma, ma con fermezza".

Il ministro degli interni, Jean Pierre Chevènement, è d'accordo, e già nel recente passato si era pronunciato a favore dell'incarcerazione dei bambini che infrangono la legge (norma, del resto, già in atto in Francia: ieri, per esempio, due minorenni sono stati condannati a Strasburgo a qualche mese di carcere per aver bruciato un'auto).

La ministra della giustizia, Elisabeth Guigou, invece, è molto più scettica: preferisce la prevenzione e il ricorso a sanzioni-riparazione piuttosto che il carcere. Il rapporto suggerisce comunque di rendere meno assurde le regole sull'incarcerazione: troppo spesso oggi, sottolinea, i minorenni sono messi in prigione lontano dalla famiglia e in un carcere per adulti.

Il rapporto prevede anche una serie di misure a favore della prevenzione: migliore apprendimento della legge a scuola, più specialisti per seguire i ragazzi difficili, meno esclusione dalle classi degli allievi problematici, ma anche più poliziotti nei quartieri, dopo aver seguito dei corsi di formazione per trattare con i minorenni.

Il centro del rapporto riguarda il ruolo della famiglia. Sottolinea che molti genitori non si sentono più responsabili delle azioni dei figli. Di conseguenza, invece di interrogarsi sulle cause molto più generali di questo disagio che la giustizia non potrà certo risolvere, suggerisce di obbligare attraverso misure repressive i genitori a seguire i figli. La delinquenza giovanile, è un fatto, è in netto aumento, più dell'80% negli ultimi anni, del 61% solo tra il '93 e il '96. Oggi, un delinquente su cinque ha meno di 18 anni in Francia. I minorenni sono responsabili del '60% dei furti di motorini e moto (e del 29,9% dei furti in generale), del 6% degli omicidi, del 16% degli stupri (che salgono al 22% quando le vittime sono anch'esse minorenni), del 13,6% delle infrazioni alla legge sugli stupefacenti, del 31% della distruzione e degrado di beni (55% di quelli pubblici), e solo del 3% delle infrazioni di carattere economico e finanziario.

I sociologhi spiegano questo fenomeno come "delinquenza di esclusione". Lo storico del lavoro Robert Castel parla di "crisi del legame sociale". La perdita di autorità della famiglia non è tanto dovuta alla fine della famiglia tradizionale, ma piuttosto all'effetto della crisi di tutti gli integratori sociali della società industriale tradizionale. Un padre disoccupato perde autorità, l'esempio dei genitori diventa negativo. La scuola perde legittimità, perché non offre più la speranza di uno sbocco sociale. Per i giovani l'identità si crea sempre più tra pari, nella strada, nelle bande. Con la disoccupazione, non è finito solo il lavoro, ma anche tutta una struttura sociale che era legata al lavoro: identità di classe, speranze di miglioramento ecc. In Francia, due tribunali sono, per così dire, all'avanguardia nell'applicazione di pene anche ai genitori. A Bobigny (regione parigina) e a Poitiers ci sono già state varie condanne di genitori distratti e indifferenti, quindi "responsabili" degli atti dei figli. Secondo Jean Pierre Boucher, presidente del Sindacato della magistratura, c'è "una tendenza della giustizia penale a dare la risposta che il corpo sociale attende" cioè maggiore repressione. E così facendo "tutti i principi sono fatti a pezzi in un contesto di emergenza sociale".

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