Il Manifesto - 21.04.98

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GERMANIA PARLA UN EX DELLA RAF

"Si è conclusa una storia, ora bisogna andare avanti"

K arl Heinz Dellwo, ex membro della Raf, accoglie con favore il documento "ufficiale" di conclusione di quella esperienza, che ha coinvolto la Germania per tutti gli anni 70 e gran parte degli anni 80: "Saluto con favore la decisione di chiudere quell'esperienza - dice - perché scioglie le incertezze di molti". E chiarisce: "Non sapevo dell'esistenza di questo documento, ma sono molti anni che numerosi compagni e compagne sostengono la necessità di una simile dichiarazione. La lotta della Raf ha avuto un inizio, come giustamente viene detto nello stesso documento, e quindi doveva esserci una fine. L'averlo fatto con un documento è importante perché una riflessione sui piccoli e grandi errori commessi si imponeva e, a partire da quella riflessione, concludere che quella storia era finita". Per Karl-Heinz, "quella storia" si sarebbe dovuta concludere nell'82-'84 quando il gruppo, anche se militarmente forte, non aveva più la capacità di leggere le trasformazioni politiche e sociali "e la rabbia - dice - senza soluzione non può essere la base per nessuna lotta". Sono ancora 9 i militanti della Raf nelle carceri tedesche, tutti condannati all'ergastolo. Chiediamo a Karl-Heinz se il documento di chiusura dell'organizzazione non preveda anche un gesto da parte del governo nei confronti di quei detenuti. "Una soluzione di questo tipo sarebbe opportuna - risponde - ma escludo che vi sia stata qualsiasi trattativa in proposito La decisione di porre fine alla Raf viene dalla considerazione che non si ritiene più utile proseguire e non ha nulla a che fare con l'eventuale comportamento da parte dello stato". Ma la Raf ha ancora una base di militanti ampia? "Non lo so - dice Karl-Heinz - molti si sono ritirati e sono in una fase di riflessione. Ma coloro che facoevano parte di quella lotta ci sono ancora. Quando qualcosa finisce, e in Germania tutti sanno che qualcosa è finito, si entra in una fase di estraniazione e bisogna lasciare che questa fase abbia il suo corso per far sì che si possa pensare a qualcosa di diverso e di nuovo. Bisogna che quel che abbiamo fatto in passato entri a far parte della storia e si separi da noi. Per andare avanti bisogna essere capaci di vedere la storia degli anni 70 e 80 dal di fuori".

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