Il Manifesto - 29.04.98

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L'OPINIONE

Proprio come negli anni settanta

GIANCLAUDIO VIANZONE *

"S ono tornati gli anni '70", hanno scritto alcune autorevoli testate nazionali e telegiornali sulle vicende torinesi con protagonisti gli squatter, con una valutazione sugli stessi squatter sbagliata poiché la loro realtà è diversa da quella dei sessantottini, mentre quella sugli anni '70, è giusta per il contesto istituzionale in cui si muove questo modello sociale. Il poliziotto di oggi, a differenza di quello degli anni '70, è sindacalizzato e smilitarizzato e ha uno stipendio migliore, ma è "ghettizzato" in una gestione che lo vuole squalificato professionalmente e quindi utilizzabile in servizi d'ordine pubblico. Come negli anni '70, lo scontro fra i massimi poteri dello stato, politico e della magistratura, hanno l'attenzione dell'opinione pubblica, mentre le urla disperate d'aiuto che giungono da chi ritiene lo stato indipendente da interessi di parte, cadono nel vuoto. Così non è importante che alla manifestazione degli squatter, che tanto clamore ha destato, sia passato nel totale silenzio che alcuni giovani agenti del reparto mobile (ex Celere) abbiano prestato servizio, pur non essendo abilitati all'uso dei lancialacrimogeni e che per tale manifestazione siano stati assegnati quali lancialacrimogeni anche i famigerati "Moschetti '91" che, se usati in modo errato, diventano delle armi micidiali. Tanto, se, per sua imperizia e non per volontà, avesse ucciso qualcuno con quell'arma, il responsabile sarebbe stato sempre lui. Il solito scenario di "guerra fra poveri" si ripete, tanto l'alta politica si fa nei palazzi, non nelle piazze. E'evidente l'arroganza di quei politici che vorrebbero risolvere tutto con la repressione. Fottendosene se ci saranno dei feriti, tanto manifestanti e poliziotti sono "cittadini di serie B", quelli che nelle stanze dei bottoni non entrano. E' triste notare che tale categoria, la serie B sociale, comprenda anche quella parte di magistrati, parlamentari, giornalisti che denunciano il marcio che c'è in questa società. Dispiace vedere come alcuni poliziotti, anche se sindacalizzati, non percepiscano la propria condizione di lavoratori dipendenti che fra indennità mai corrisposte, contratti tardivi pagano il prezzo di quell'economia di mercato prodotta nelle stesse "stanze dei bottoni" in cui li si priva della qualificazione professionale. Sarebbe bene che i cittadini "di serie B", che sono tanti, incominciassero a dialogare. Come negli anni '70.

* Segretario regionale Siulp Piemonte

 

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