Il Messaggero - 04.11.97
IL CASO
An: la ”legge Sofri” non deve passare. E Gasparri propone di rendere più severe le norme sulla custodia cautelare: «La pena deve avere carattere di certezza. E le condanne per il delitto Calabresi sono definitive». Polemica la replica dei Verdi
ROMA - Una proposta di legge «per riequilibrare la legge Gozzini e le disposizioni sulla custodia cautelare». La presenteranno nei prossimi giorni il coordinatore di Alleanza Nazionale Maurizio Gasparri e il capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, Alfredo Mantovano. L’iniziativa è la risposta a quel disegno di legge presentato al Senato qualche giorno fa e già denominato ”legge Sofri”, composto di un solo articolo, che prevede ”la sospensione condizionale della pena per chi viene arrestato vent’anni dopo aver commesso un delitto e in tutto questo periodo ha avuto una condotta irreprensibile”.
«L'urgenza del momento - spiegano Gasparri e Mantovano - è conferire alla pena carattere di certezza, evitare che chi ha commesso reati gravi torni in libertà prima del tempo, evitare che chi, soprattutto se recidivo, è in attesa di giudizio per delitti altrettanto gravi torni a delinquere pochi giorni dopo essere arrestato. Sofri, Pietrostefani e Bompressi sono in carcere perchè condannati con sentenza definitiva dopo un giudizio che per tre volte ha conosciuto il vaglio della Corte di Cassazione. Ma vi è una fascia ben più consistente di delinquenti che sono in libertà invece che in carcere a causa delle maglie estremamente larghe della legge Gozzini e delle norme sulla custodia cautelare».
Immediata la replica dei Verdi. Secondo Paolo Cento, quella di Alleanza Nazionale è una proposta «contro il buon senso e contro lo stesso deputato di An Simeoni, presentatore di una proposta opposta rispetto a quella dei suoi colleghi di partito, per altro già approvata dal Senato ed ora in discussione in commissione Giustizia della Camera». «Il carcere - dice - fa male. I carcerati sono persone come noi, e la stragrande maggioranza della popolazione carceraria dovrebbe scontare la pena in strutture diverse dagli attuali penitenziari. Quando arrivi nella stanza dei colloqui, dall'altra parte del vetro vedi persone normali, persone come te, animate dalla stessa umanità delle persone che stanno fuori dal carcere. Le persone all'interno dei penitenziari non sono quelle che si vedono nei film. La stragrande maggioranza sono persone come noi, che delle volte sono detenute per 5-6 mesi e poi ritornano definitivamente alla vita normale».
E sul ”caso Sofri” interviene anche Gemma Capra, la vedova del commissario Calabresi. «È molto difficile perdonare Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani - dice - perchè non chiedono perdono e non lo vogliono. Ho perdonato Leonardo Marino, uno dei responsabili della morte di mio marito, perchè mi ha chiesto umilmente perdono, rivelandosi un pentito vero. Non dispero di poter mutare atteggiamento verso gli ex dirigenti di lotta continua rinchiusi in carcere. Io penso che il perdono possa essere dato anche unilateralmente e quindi io questo cammino intendo continuarlo fino a raggiungere una vera pace interiore».
S.G.