La Repubblica - 10.02.98

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"Non avevo dimenticato  ma adesso è molto peggio" Il pianto di Franca Rame. Dario Fo: "Scriverò a Scalfaro"

MILANO (a.b.) - Dall'altro capo del telefono, da Chioggia dove è in tournée, piange come una bambina. Una donna bella e celebre che tutto il mondo conosce per il temperamento e la forza di carattere, stavolta si è piegata. Franca Rame è sconvolta. "Non avevo dimenticato quel fatto, non si può dimenticare una cosa così. Però nella mia testa l'avevo messa da parte. Ora è come se tutto tornasse a galla", fa in tempo a dire tra le lacrime. Tocca a Dario Fo ricordare, ricostruire, indignarsi. "Voglio stare tranquillo, cerco il più possibile di essere distaccato - dice subito il Premio Nobel - Ma stavolta intendo scrivere al capo dello Stato. Voglio chiedere a Scalfaro come spiega che persone degli organi dello Stato siano responsabili di fatti gravi come questo. Gli voglio chiedere dove stiamo andando, se si fa ancora finta di niente in questo paese".

Voi avevate sospetti che fossero stati alcuni carabinieri a ispirare la violenza contro Franca quel fatidico 9 marzo del '73?

"Questa storia era già venuta fuori dalle confessioni di Angelo Izzo nell'87, ma da subito noi avevamo avuto dei pesanti dubbi. Dopo la denuncia, con il suo avvocato, Franca aveva chiesto alla polizia di vedere le fotografie di persone sospette. E la richiesta le fu rifiutata. Ma non solo".

Che altro c'è?

"A un certo punto scoprimmo, grazie a un tecnico dei telefoni, che nel nostro apparecchio c' era una cimice, qualcosa di molto sofisticato, che, ci dissero, era in tutto simile a quelle della polizia. E questo chiariva molte cose sulle modalità della violenza fatta a Franca. Lei che telefona al parrucchiere, avverte che sta arrivando e proprio a 50 metri dal negozio viene aggredita... Non solo, tutta la dinamica faceva intendere che i colpevoli dovevano essere persone con grosse coperture".

Allora si disse che questo gesto tremendo doveva "punire" l' attività di Franca impegnata nella difesa dei detenuti con Soccorso Rosso.

"Non solo. Bisognava punire il nostro impegno nello smascheramento politico, quello che noi dicevamo nei nostri spettacoli. Bisognava creare terrore, per mettere paura e farci tacere".

Oggi che giudizio politico ne dà?

"Mi chiedo come sia possibile che mentre ci sono carabinieri che saltano per aria, che si fanno ammazzare per difendere i cittadini, ci possano essere anche deviazioni di questa natura. Questo voglio chiedere al capo dello Stato: davanti a una scoperta così, cosa ci viene a raccontare?".

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