Perché? Si tratta forse di un piegarsi da parte di chi produce la merce notizia alle richieste di un pubblico consumatore in cerca di sensazioni forti?
Chi lo sa?! Quello che è certo è che, nel darci il nostro sangue quotidiano, ci sono notizie predilette e notizie che non richiamano attenzione. Ad esempio il genocidio del popolo curdo, soprattutto quando avviene per la mano della Turchia membro della Nato, o il massacro degli Ogoni in Nigeria, su commissione delle multinazionali del petrolio.
Non ci si preoccupa di ricordare che in Algeria sono stati i militari, annullando le elezioni che stavano per dare la vittoria al Fis, a scatenare la guerra, e che in questa guerra i generali appoggiati dall'Occidente hanno imprigionato migliaia di persone senza processo, hanno ripristinato le torture e la pena di morte, hanno bombardato.
Non ci si preoccupa di ricordare che il Fis queste elezioni le avrebbe vinte con il 50% delle astensioni, in un clima di terrore, con stragi commesse a pochi metri dalle caserme dei soldati che non hanno mai fatto nulla per difendere la popolazione: una guerra quella algerina dove chi ci rimette è chi sta in mezzo a queste due fazioni che stanno lottando per il potere.
L'informazione segue una strategia ben determinata volta a legittimare un certo tipo di rapporti fra Occidente e Islam. Quello che si cerca di diffondere in sintonia col nuovo orientamento del potere imperialista è l'idea di un nuovo nemico, che ha preso il posto della minaccia comunista. E intellettuali di destra e di sinistra stanno recuperando l'armamentario ideologico del vecchio colonialismo, perché se c'è da scontrarsi con un nuovo nemico, è meglio pensare che in questa lotta l'Occidente rappresenta la civiltà e l'Islam la barbarie.
Una delle conseguenze inevitabili, che coinvolge tutti, più o meno consciamente, di questa strategia disinformativa, è quella che nella testa della gente, che subisce l'impatto dei titoli dei telegiornali e della televisione, ogni immigrato diventa islamico e ogni islamico un terrorista integralista. Si alimenta, quindi, il razzismo che gli immigrati vivono nelle nostre città, sul posto di lavoro, quando cercano casa.
Sono visti come un pericolo da evitare, allontanare o aggredire.
Fenomeni come "l'integralismo islamico" con la sua offensiva politica e culturale reazionaria e quindi violenta non sono presentati come una espressione particolare all'interno di un Islam in realtà molto più complesso e per molti versi rispettabile, ma come l'espressione che rappresenta tutta una civiltà.
Ci si è mai chiesti quanti estremisti integralisti sono nati dalla Guerra nel Golfo, quanti dagli embarghi, quanti ne hanno fatti nascere il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale con i loro piani d'aggiustamento strutturale che creano disoccupazione, svalutazione e fame?
Sicuramente molti di più di qualche fanatico predicatore in una moschea!
Anche oggi ci stiamo preparando ad assistere a un nuovo spettacolo che l'Occidente-Amerika stanno preparando: una nuova guerra contro Saddam. Che importa se migliaia di donne, uomini, bambini moriranno sull'altare della pax totale, che importa se la causa questa volta sarà ancora il petrolio o le scappatelle di Clinton da far dimenticare: ci sarà ancora la gara tra Fede e Vespa a dare la notizia della prima bomba, del primo morto.
Si produce il razzismo per poter continuare a decidere del destino di popoli interi senza altri scrupoli che non siano quelli di aumentare i profitti, usando i flussi migratori per avere a disposizione una certa quantità di lavoratori-schiavi e respingere senza complimenti gli altri, intervenendo liberamente con ogni mezzo nei paesi subalterni affinché l'instabilità dovuta alla rapina neoliberista non si rivolti contro i veri responsabili.
Il nostro primo nemico non è il fondamentalismo islamico ma il fondamentalismo di Maastricht e Shengen.
Se non capiamo che questi si alimentano a vicenda non potremo fare niente per rimetterci sulla strada dell'emancipazione dell'umanità.
Stampa e televisione puntano quotidianamente l'attenzione sul dramma dell'Algeria: la follia dei talebani in Afganistan, i pretoriani di Saddam, il terrorismo di matrice "islamica" in Egitto e nei Territori Occupati, gli hezbollah in Libano, ecc. .Ci mostrano un Islam dal volto violento, barbaro e fanatico. Quasi mai però i media ci aiutano a capire quello che sta accadendo, per lo più cercano di selezionare e mostrare le notizie in modo da impressionare l'opinione pubblica. Non si stimola la voglia di conoscere, si
suscitano emozioni, quasi sempre odio, paura e rabbia.