XII.  Il CIMITERO

Ed eccoci al Centro d’Igiene e Miglioria dell’Individuo, Terapia Eutanatica e Ripristino Obbedienza. È un’istituzione sciolta da qualsiasi altro potere o legge – la lega al resto del mondo una serie di contratti commerciali, detenuti ed energia sono la merce trattata – dotata di un ordinamento costituzionale, con relativi organi e apparati, modellato sull’esempio della 5° Repubblica Francese, dominata da un’élite militar-giudiziaria garante dell’organizzazione rigorosa e di alti livelli di produttività (è indicata come esempio da emulare dal FMI).
Chiunque qui svolga una qualsiasi mansione stipendiata è obbligato a viverci. Per uscire dal Centro, tutti sono tenuti a produrre la dovuta documentazione assieme alla domanda appropriatamente motivata, tutto in carta bollata.
Arrivandoci, s’entra nell’enorme anello ovale, il Bureaudrome, che racchiude la città di Grave, mentre in alto si staglia contro il cielo l’enorme struttura del Cimitero coi suoi nove anelli e il cappello.
Tutta la struttura del Cimitero, Grave esclusa, è costruita in acciaio e una particolare fibra sintetica trasparente e indistruttibile dalla consistenza simile a gomma; non esistono spigoli o angoli di sorta.
Nel Bureaudrome, che verso l’esterno è oscurato e assume una sfumatura livida, hanno sede tutti gli uffici di governo e controllo, i centri di prima accoglienza, l’ospedale del carcere, oltre, naturalmente, al Tribunale. Sotto di esso, l’immensa cucina, i magazzini e gli impianti idraulici di depurazione e riscaldamento.
Il Parlamento, il Palazzo del Governo e il Comitato Cimiteriale d’Economia e Finanza sono dislocati nella città.
La città di Grave è costruita a raggiera partendo dall’esatto centro dell’anello, ch’è il centro della piazza centrale del parco centrale, il Parco delle Lamentazioni, fino all’estremo limite periferico faccia a faccia col trasparente lavoro quotidiano di burocrazia e apparati di polizia.
La città è l’unico luogo aperto dell’intera struttura; da nessun punto della sua estensione si riesce a vedere il cielo. È il cappello a fare da cielo a Grave. Di giorno il suo fondo trasmette immagini di cieli da tutto il mondo, secondo le stagioni; un cielo diverso al giorno. Di notte riassume la sua naturale trasparenza; il suo interno indistinguibile produce l’effetto d’un cielo perennemente limpido, d’un blu intenso, battagliato di stelle rosse.
Dal centro della piazza centrale del Parco delle Lamentazioni, nasce l’esile gambo che regge la struttura: all’interno nasconde la scala e gli ascensori di servizio; all’esterno mostra gli ascensori d’ufficio che staccati dal gambo incontrano per ogni Livello i corridoi interni. Da questi, accessibili solo attraverso gli ascensori d’ufficio e ponti meccanici che partono dal gambo, nascono corridoi tubolari dotati di tapis roulant che attraversando i tre anelli concentrici di ciascun Livello raggiungono il corridoio esterno che come un rigonfiamento corre intorno all’anello estremo.
Come un serpe avvinghiato al corpo del gambo, s’inerpica – pazza! – fin dentro il cappello una scala a chiocciola.
Ciascuno dei tre Livelli è composto di tre anelli ovoidali dei quali quello esterno ripete le dimensioni del Bureaudrome. Qui si trovano le celle, che possono contenere un massimo di tre detenuti (due nel Terzo Livello). Al loro interno, le pareti laterali sono opacizzate e non consentono di guardare nelle celle contigue; il pavimento imita un parquet in noce; il soffitto serba la sua naturale trasparenza – in alto si vedono gli anelli superiori e il cappello, che è il Cimitero propriamente detto. La parete che dà sul corridoio, scorrendo consente l’accesso alla cella, chiusa è un maxi-schermo che trasmette un’immagine fissa, mutevole solo in insignificanti particolari, diversa per ogni Livello.
Nel Primo Livello si può ammirare una sconfinata pianura angariata da una fitta nebbia che costantemente l’invade, alzandosi e abbassandosi a intervalli di mezz’ora.
Il Secondo offre la vista di dune sabbiose solo raramente smosse da un qualche leggero vento.
Dal Terzo Livello si gode un mare piatto e, a tratti, talmente luminoso da accecare; un mare incapace di onde.
Solo in orari consentiti, grazie a un telecomando capace di sintonizzare gli schermi sul segnale di un qualsiasi canale satellitare, gli ospiti del Cimitero possono scegliere il pezzo di realtà che preferiscono o, detto meglio, il pattume che vogliono invece del piattume che monotona permette la
vista consentita.
La parete opposta allo schermo è trasparente e si affaccia verso l’anello intermedio, distante qualche kilometro, completamente trasparente. Qui si trovano gli uffici di primo controllo: ogni ufficio ha in dotazione tredici telecamere dalla gittata lunghissima, puntate ognuna su una cella, e tre addetti che per turni di sei ore controllano ventiquattr’ore al giorno i detenuti.
Ciascun ufficio dell’anello intermedio è a sua volta controllato da una telecamera situata nell’anello interno – anche questo completamente trasparente –, in strette cabine che costituiscono gli uffici di secondo controllo (uno per ogni ufficio dell’anello intermedio), a loro volta controllati da telecamere collegate al circuito interno del Bureaudrome.
Nei grandi anelli esterni, laboratori e officine consentono ai detenuti di edificarsi attraverso il lavoro, per un minimo obbligatorio di trentasei ore settimanali; nelle restanti ore del giorno, o della notte, ogni detenuto può scegliere se rendersi produttivo o dormire oziare leggere pensare o guardare il nulla. Inutile dire che ogni atteggiamento è determinante nella considerazione che il Cimitero assume nei confronti di ogni singolo detenuto.
Nel Centro non esistono, né hanno ragion d’essere, differenze di classe razza o religione: a Grave come nel Cimitero convivono con le stesse opportunità e condanne, appartamenti ville palazzi o celle, lavori incarichi e schiavitù, donne e uomini di qualsiasi ragione colore di pelle capelli e occhi puzza religione credenza sessualità o sentimento. Tutti sono controllati in ogni passo che mandano avanti o indietro e schedati. Ciascuno rischia una condanna, lo scopino così il Presidente.
Molti, considerato l’imprimatur genetico della disobbedienza, sono destinati a fare carriera: dal mondo esterno si arriva al Cimitero, dal Primo si passa al Secondo Livello e quindi al Terzo quindi al cappello, o da Grave direttamente all’ombrello.
L’ordinamento del Cimitero è eternamente fissato.
Nel Primo Livello sono reclusi i rei di atti offensivi della morale, della religione ufficiale, della famiglia e del quieto vivere civile.
Nel Secondo Livello si accomodano i reati lesivi dell’individualità, propria o altrui: adulterio, onanismo, omosessualità, assunzione di sostanze stupefacenti psicotrope e alcoliche, sadomasochismo, suicidio, vandalismo e teppismo, furto rapina rapimento, truffa e circuizione, omicidio falsificazione e seduzione. In una sua sezione sono rinchiusi anche i politici e gli amministratori di tutto il mondo che ingiustamente vengono definiti corrotti – hanno agito onestamente seguendo le leggi di mercato. Rinchiusi qui per qualche mese, sono tenuti a dieta in modo da suscitare pena e commiserazione nei loro elettori – molti praticano addirittura lo sciopero della fame per suscitare più clamore. Quando tornano nel bel mondo non fanno altro che ripetere nei comizi, nelle convention, nelle serate di gala,
Io ci sono stato, e lì ho imparato quali sono i veri problemi e come vanno affrontati.
Nel Terzo Livello sono relegati i reati di aperta rivolta e sovversione degli ordini costituiti, interni ed esterni al Centro. Semplificando si può dire che qui sono rinchiusi ribelli e terroristi. Tutti gli ospiti di questo Livello sono destinati al cappello.
Di questo si sa solo che fornisce il nome a tutto il Centro e l’energia necessaria a tutte le sue attività, più un copioso surplus destinato al commercio col mondo esterno. Nel cappello vivono e operano solo eminenti scienzati e i più alti ufficiali; sono loro in realtà a decidere le sorti degli abitanti del Cimitero, e non solo. Queste eminenze grigie sono in contatto diretto con le più alte sfere del mondo e, avendo brevettato un innovativo sistema di produzione energetica assolutamente privo di costi del quale serbano gelosamente i segreti, sono vezzeggiati e coccolati da tutte le multinazionali esistenti. Il Centro soddisfa loro qualsiasi desiderio, anche il più banale, ad esempio un detenuto da brutalizzare o un gelato all’amatriciana. 
Se vi capita di venire da queste parti, dimenticate d’essere vivi.

 

XIII LO SCHIFO