Risate rovistano buchi.

chiunque attraversi questa porta
ritrova in sé una visione
cristallina, che da fanciulli,
imperterrita e petulante,
s’impone in percorsi aperti
con un’insistenza retriva
da censure retroattive,
necessaria, a un qualche rimpianto,
come scappatoia rischiata
in pomerigi non voluti,
dove reclami d’egotismo
sarebbero il probo sollievo
d’ogni inverecondo assetato –

c’era un angolo una volta
dove ho frantumato una scopa
di fianco a una faccia amata –
angolo che conosco bene;
da allora, anni sono trascorsi,
quando ci passo lo saluto
colla mia tempia destra e sempre
a terra sento rovesciarsi,
come fosse vomito, sangue
mai vissuto, ma che vivido
scroscia dall’angolo. Io non so,
ma questa rabbia me la porto
dentro, da sempre – un monito –

chiunque attraversi questa angusta
porta sa come un sollievo rida, al bancone –

 

continua ...