Francesco Grasso
Maggio 2002.
2. Le soluzioni open source: panoramica.
2.1 Distributori.
2.2 Sistemi operativi.
2.2.1 Previsioni.
2.3 Software d'infrastruttura (web server, DBMS, application server, utility).
2.3.1 Software di rete.
2.3.2 DMBS.
2.4 Software applicativo o di produttivita' individuale.
3. Scenario nelle nazioni della Comunita' Europea.
3.1 Germania.
3.2 Francia.
3.3 Spagna.
3.4 Svezia.
3.5 Austria.
3.6 Belgio.
3.7 Finlandia.
3.8 Commissione europea.
4. Vantaggi e svantaggi dello OSS.
4.1 Argomenti a favore.
4.1.1 Basso costo iniziale.
4.1.2 Indipendenza dai fornitori.
4.1.3 Sicurezza.
4.1.4 Flessibilita'.
4.1.5 Interoperabilita'.
4.2 Argomenti a sfavore .
4.2.1 Bassa compatibilita' con standard commerciali.
4.2.2 Supporto non garantito.
4.2.3 Insufficiente scalabilita'.
4.2.4 Portabilita' non garantita.
4.2.5 Mercato instabile.
4.2.6 Carenza di applicazioni business.
4.2.7 Carenza di drivers.
5. Casi tipici e metodologie.
5.1 Acquisizione e/o sostituzione globale di sistemi informatici.
5.2 Realizzazione o reingegnerizzazione di applicativi.
5.3 Iniziative di consolidamento.
6. Iniziative dell'Autorita' nel campo del software libero.
6.1 Pareri.
6.1.1 Sistema operativo.
6.1.2 Software d'infrastruttura.
6.1.3 SW applicativo o di produttivita' individuale.
6.2 Convenzione con Scuola Superiore S.Anna di Pisa.
6.3 Altre iniziative.
Appendice: elenco di software open source.
Tale modello nasce nella sua formulazione attuale nel 1985, con la creazione della FSF (Free Software Foundation) da parte di Richard Stallman. Secondo la visione di Stallman, un ricercatore del MIT, impedire la libera circolazione del software, piu' in generale delle innovazioni tecnologiche, e' un grave impedimento alla maturazione e al procedere della ricerca e della tecnologia stessa. Stallman e il suo gruppo, in quegli anni, definiscono il concetto di "copyleft" in contrapposizione al tradizionale "copyright": in sintesi, ove il copyright tende a tutelare il diritto d’autore anche attraverso limitazioni all’accesso della conoscenza, il copyleft intende tutelare il piu' generale diritto della collettivita' a fruire dei prodotti dell’innovazione.
I principi del copyleft vengono formalizzati dalla FSF nella cosiddetta General Public License (GPL). Tale modello di licenza prevede che un software debba essere rilasciato completo dei codici sorgenti e delle informazioni necessarie per la compilazione (dipendenze, librerie, makefile, documentazione tecnica).
In un accordo GPL, il cliente ha la possibilita' di:
E’ piu' corretto definire lo OSS come alternativa al modello di licenza proprietario (closed source), in cui l’accesso al codice sorgente non e' concesso, in cui il fornitore del software mantiene i diritti sul proprio prodotto e vende all'utente una "licenza d'utilizzo", temporanea o illimitata, che consente l'uso del prodotto, ma non implica in nessun modo che l'utente acquisisca la proprieta' del software. Si noti che il mondo dell’open source non coincide con la GPL. Esistono difatti modelli di licenza alternativi (si cita ad esempio la BSD) che prevedono in forme differenti l’apertura del codice sorgente.
Per molti anni il modello OSS ha avuto diffusione soprattutto nel mondo degli sviluppatori e nel settore educational (universita', enti di ricerca). E' piu' recente l'affermarsi di soluzioni open source anche presso utenti meno esperti di tecnologia, grazie alla nascita e alla diffusione dei distributori di OSS.
A oggi e' difficile stimare con precisione la diffusione del software open source: se infatti i produttori di software proprietario possono conteggiare il numero di licenze vendute (e, talvolta, stimare il numero di copie illegali in circolazione), nessuno puo' valutare il numero di installazioni di OSS, non essendoci tracce di acquisto.
Neppure il numero di download dai siti web distributori di OSS e' significativo, poiche' non c'e' una relazione rigorosa tra il numero di copie scaricate e quelle realmente installate e utilizzate.
Nella sezione due del presente documento si sintetizza una panoramica delle soluzioni open source piu' diffuse nel mondo, e vengono riportati i risultati di alcune stime sulla diffusione dello OSS eseguite da analisti di mercato (tali stime sono a volte discordanti, per i motivi accennati in precedenza).
Nella sezione tre viene riportata la sintesi di una rilevazione, eseguita nel corso del 2001 per conto della Commissione Europea, sull'uso e sulle politiche dei principali paesi europei nel campo del software open source.
Nella sezione quattro vengono elencati i principali argomenti a vantaggio o a svantaggio del modello open source citati dai principali analisti di mercato.
Nella sezione cinque si esplorano alcuni scenari tipici ove e' possibile prendere in considerazione una soluzione open source, e si forniscono elementi per valutarne la convenienza rispetto a soluzioni proprietarie.
Nella sezione sei vengono citate alcune iniziative dell'Autorita' per l'Informatica nel campo dell'open source.
In appendice, un elenco dei principali software open source d'area applicativa e d'infrastruttura.
La figura seguente illustra la ripartizione (per numero di licenze vendute) dei sistemi operativi, nel settore server, nell'anno 2000.
Da una rilevazione di uno dei piu' importanti analisti di mercato (Gartner Group), nel 2000 Linux aveva un'elevata penetrazione nel settore dei web server e nei server appliance, ma era quasi completamente escluso nelle applicazioni mission critical, riservate principalmente a piattaforme UNIX e OS/390. Globalmente, nel terzo quarto del 2000 si rilevava un 8% di server con sistema operativo Linux Red Hat, e uno 0,6% di Linux di altri distributori.
Riguardo all'utilizzo prevalente dei server Linux, si osservi il grafico seguente, che illustra l'impiego percentuale dei server Linux nel mondo (fonte: Caldera International).
Per quanto riguarda le postazioni di lavoro, la percentuale di installato Linux risulta trascurabile (non oltre 1%), e sale solo in alcune realta' particolari, quale il mondo accademico e della ricerca (universita', istituti, centri di ricerca).
Tra i sistemi impieganti Linux, una delle referenze piu' citate e' Amazon. Grazie al porting su Linux, la biblioteca virtuale Amazon.com ha ridotto le sue spese di IT del 24% sul totale, passando da 71 milioni di dollari spesi nel 3° trimestre del 2000 a 54 milioni di dollari spesi nello stesso periodo del 2001, dopo il porting.
Sulle previsioni di spesa ICT nel 2002, Goldman Sachs ha intervistato 100 IT manager di aziende statunitensi con fatturato uguale o superiore a 1 miliardo di dollari. Risultati: negli USA, due manager su tre non hanno intenzione di adottare Linux per quest'anno nei server della propria azienda.
Per il mercato europeo, si cita un’indagine di Trend Consulting: il 43% delle aziende intervistate si e' dichiarato interessato al software open source. In Italia la percentuale sale al 56%, in particolare nel settore bancario e assicurativo.
Le stime degli analisti affermano che entro il 2003 l’80% delle aziende medie e grandi utilizzeranno Linux, ma che meno del 20% lo considerera' come una piattaforma strategica. Con il progredire del supporto e degli strumenti per la gestione e il bilanciamento del carico, Linux competera' sempre piu' con i sistemi RISC-Unix e con Windows 2000. Potrebbe pero' venire meno quello che e' stato il principale fattore trainante per la diffusione di Linux, il costo totale di possesso, a seguito della aggiunta da parte dei fornitori di costosi strati di software (ad esempio per il clustering o l’alta disponibilita'), associati a un numero crescente di servizi.
Nel grafico, le previsioni sulle dimensioni del mercato mondiale Linux, suddiviso per classe di costo dell'hardware, nei prossimi anni (fonte: Gartner Group).
Una seconda stima (fonte: IDC) afferma che il mercato dei server Linux crescera' del 30% all'anno fino al 2003. Nel 2003 il valore del mercato Linux arrivera' a 11,4 miliardi di dollari. Di questi, piu' di 8 miliardi si concentreranno nel settore dello sviluppo e deployment.
Nel grafico seguente, le previsioni (eseguite nel maggio 2001) sull'andamento delle installazioni di Linux e Unix nel mercato mondiale (fonte: IDC).
Nel settore dei Web Server, le stime dell'uso dei software open source possono essere sufficientemente accurate. Infatti e' immediatamente possibile identificare, interrogando il sito stesso dalla Rete, quale web server e' in esecuzione, e su quale sistema operativo sta girando. Da un'indagine del Maggio 2001, risultano le percentuali in tabella:
web server | May 2001 | Percent |
---|---|---|
Apache | 18069603 | 62.24 |
Microsoft-iis | 5957240 | 20.52 |
Netscape-Enter./iPlanet | 1778958 | 6.13 |
Zeus | 798745 | 2.75 |
Rapidsite | 407488 | 1.40 |
AOLserver | 377264 | 1.30 |
thttpd | 370282 | 1.28 |
tigershark | 215321 | 0.74 |
WebSitePro | 118762 | 0.41 |
ConcentricHost-Ashurbanipal | 109879 | 0.38 |
Il 62% dei siti web attivi sulla Rete sono dunque basati su Apache (OSS). E' interessante notare che il 40% di questi siti ha Linux come sistema operativo (Apache e' disponibile anche su altri sistemi operativi).
In quest'area si cita anche il software open source SquidGuard, usato per il filtraggio di siti web indesiderati (ad esempio siti hard core) per gli utenti interni di una intranet.
Tra gli application server, il piu' noto e' Zope, che include anche le funzionalita' di un server Web, ma che puo' all'occorrenza appoggiarsi ad Apache. Si citano anche Enhydra, Jboss e Interchange. Infine, Mozilla e' un'alternativa open alla suite Netscape.
Recentemente l'Agenzia Italia Lavoro ha posto in rete il portale LabItalia, realizzato con l'application server open source Midgard, che offre anche funzionalita' di content management.
Tra i mail server, lo OSS piu' noto e' Sendmail, che e' usato per instradare due terzi delle e-mail mondiali. Anche di questo prodotto esistono versioni per sistemi operativi proprietari.
I due DBMS open source hanno grande successo tra gli sviluppatori di soluzioni web "completamente open" (realizzate in Linux, Perl e PHP). Al contrario, hanno avuto finora scarsissimo successo in applicazioni aziendali di tipo transazionale o comunque di grandi dimensioni. Prove di prestazione e di scalabilita' eseguite nel 2001 da tecnici delle riviste eWeek e PC Magazine hanno messo confronto MySql con i piu' importanti DBMS proprietari esistenti sul mercato (Oracle 9i, DB2 7.2, SQL Server 2000, Sybase ASE 12.5. I risultati di tali prove pongono MySql in posizione confrontabile (per alcuni aspetti, anche superiore) rispetto ai DBMS proprietari (fonte: eWeek del 25/2/2002).
Un elenco piu' dettagliato di software d'infrastruttura open source e' riportato in appendice.
Star Office sta avendo un successo largamente inferiore alle attese. I motivi non sembrano legati alla qualita' o alle funzionalita': per l'utente medio, le funzionalita' non sono inferiori a quelle offerte dalle suite di produttivita' individuali proprietarie. I problemi riguardano piuttosto l'addestramento degli utenti e l'interoperabilita'. E' in genere necessario addestrare gli utenti finali ad adoperare sistemi diversi da quelli a cui e' tradizionalmente abituato, e nei casi in cui questo addestramento viene effettivamente erogato, si registra poi l'opposizione dell'utente stesso, che non vuole adoperare tool di produttivita' individuali (secondo la tradizionale obiezione) "diversi da quelli del vicino di scrivania, o da quelli che ha sul PC di casa". Per cio' che riguarda l'interoperabilita', esistono effettivamente dei problemi per l'import/export di alcuni documenti di formato proprietario ormai largamente affermati sul mercato (Microsoft). Infine, occorre sottolineare che Star Office, dalla versione 6.0, e' gratuito solo nella versione per piattaforma Solaris, mentre e' a pagamento nelle versioni per Linux e per Windows, a un prezzo inferiore al centinaio di euro. La decisione di Sun di richiedere un pagamento per un software i cui sorgenti possono essere scaricati gratuitamente dalla rete (dal sito www.openoffice.org) e' in linea con l'offerta dei gia' citati distributori di Linux.
Il valore aggiunto, anche in questo caso, e' dato dalla "ingegnerizzazione" del pacchetto, dalla disponibilita' di ulteriori font e clipart rispetto a quelli scaricabili dal sito, dalla disponibilita' di driver per ulteriori formati di file (es. WordPerfect), dai servizi di supporto e di assistenza.
Nell'area della produttivita' individuale e' presente anche Koffice, suite di produttivita' individuale per il sistema operativo Linux. Tale suite comprende i moduli:
Ancora in quest'area, e' da citare la presenza di numerosi ambienti di sviluppo open source. Il mondo OSS ha sempre avuto grande attenzione per gli sviluppatori. A conferma di cio', tutti i linguaggi di programmazione tradizionali hanno distribuzioni open: si citano i linguaggi Perl, GNU C e C++, Java, FreePascal. E' molto diffuso anche il debugger interattivo (per C, C++ e Fortran) GDB.
Tra le iniziative piu' recenti, si cita il Progetto Mono. Tale progetto ha lo scopo di creare una versione open source della piattaforma di sviluppo Microsoft NET, che comprenda un compilatore C#, e che consenta a uno sviluppatore di creare applicazioni NET e di farle girare su Windows o su piattaforme supportate da Mono (tra cui, ovviamente, Linux).
Un elenco piu' dettagliato di software applicativo e di produttivita' individuale open source e' riportato in appendice.
Globalmente, la percentuale d'uso di OSS nei server nelle pubbliche amministrazioni europee e' basso (circa 8%). Tuttavia si rileva un trend di crescita a seguito di raccomandazioni di alcuni governi (es. Germania, Francia). La crescita si concentra principalmente nella sostituzione o nell'estensione di soluzioni Unix proprietarie, in nuove installazioni di infrastruttura relativamente semplici, e nei settori tradizionalmente dominati dagli OSS (web server, file server, mail server). In infrastrutture complesse, con migliaia di utenti, in presenza di hardware non omogeneo, funzionalita' estese o sofisticate (costate numerose anni uomo di implementazione e/o di integrazione), l'implementazione di OSS viene in genere percepita come un rischio dai manager IT, e viene accettata in genere solo dietro pressione politica.
In figura, le principali motivazioni che hanno portato alla scelta (o al rifiuto) dell'uso dello OSS nei paesi europei.
Ancora dallo studio della Commissione Europea, si riporta la lista degli OSS maggiormente utilizzati nelle amministrazioni pubbliche europee.
Gia' dal marzo 2001 l'esercito tedesco aveva annunciato (fonte: Der Spiegel) l'intenzione di bandire tutto il software Microsoft dalla propria infrastruttura IT, per ragioni di trasparenza e di sicurezza.
Anche presso il Ministero della Giustizia esistono soluzioni basate su OSS (si cita il Casellario Giudiziario Nazionale). Oltre a Linux vengono usati i software Qpopper, SendMail, Apache, PERL e Samba.
A livello politico, l'adozione di OSS nell'amministrazione pubblica non e' obbligatoria per legge (e non si prevede che lo sara' nel prossimo futuro), tuttavia e' fortemente raccomandata, e prevista anche dal PASGI (Plan d'Action Gouvernemental pour la Socie'te' de l'Information), le cui direttive sono generalmente seguite.
Il piu' vasto progetto di porting su OSS nell’amministrazione pubblica spagnola e' stato "Virtual MAP". Da server Sun (sistema operativo Solaris) si e' migrato a macchine Linux equipaggiate con Samba, Apache, Squid e PERL. Alcuni di questi software sono stati installati anche su PC (precedentemente macchine NT). Il risparmio in termini di licenze e' stato investito in training e personalizzazioni.
Altri progetti riguardano il Senato spagnolo (ftp server, file server, sistema di broadcasting delle sessioni del Senato) e il Ministero della Giustizia (mail server, web server, file server e proxy server). Viene usato OSS anche per la software distribution, con l’impiego di Rsync (per la sincronizzazione dei file), OpenSSL e Zope.
Il sistema EIONET (European Environment Information and Observation Network) connette 35 siti nei paesi membri dell’Unione Europea. Impiega la piattaforma Zope e il DBMS mySql.
Un confronto economico piu' corretto deve essere pero' compiuto non solo sulla spesa iniziale, ma tra il TCO (total cost of ownership) delle soluzioni open source e il TCO delle soluzioni proprietarie. Oltre al costo delle licenze, nel TCO confluiscono le spese dei servizi di supporto, della formazione, i costi di migrazione, d'installazione e di gestione. Un noto argomento a favore degli OSS e' che, con un minor costo delle licenze, il budget di un'organizzazione puo' prevedere costi piu' alti per i servizi, e dunque in teoria piu' alti livelli di servizio, come illustrato in figura.
In conclusione, non e' detto che il TCO di una soluzione open source sia minore del TCO di una soluzione proprietaria, ma normalmente la soluzione open source offre una maggiore flessibilita' nell’impiego del budget disponibile.
Si pensi ad esempio alla correzione di problemi riscontrati su un pacchetto software. Nel caso open source, l'esistenza di comunita' di sviluppatori diffuse nel mondo permette di ottenere rapidamente correzioni degli errori rilevati (l'evoluzione di Linux, Apache e degli altri pacchetti open source e' avvenuta appunto in questo modo). Nel caso di software proprietario, si deve attendere che il produttore rilasci una patch, e nel frattempo non si puo' intervenire sul programma.
Per cio' che riguarda il software sviluppato su richiesta, l’indipendenza dal fornitore consiste nel poter affidare il supporto di un prodotto open source a un azienda scelta dal cliente, laddove nel mondo del software proprietario solo il produttore (o un suo partner autorizzato) puo' supportare il proprio software. Oltre ai benefici della concorrenza, cio' consente anche di favorire imprese locali. L’Italia e' da sempre un Paese forte consumatore di software, ma scarso produttore: il modello open source potrebbe invertire questa tendenza, e offrire nuove opportunita' in ambito occupazionale.
Sull’argomento, un’obiezione che spesso viene posta all’open source e' che questo modello di sviluppo metterebbe in difficolta' l’industria del software. Di fatto, se nell'industria del software si comprendono anche le aziende locali, e non solo le multinazionali produttrici di software proprietario, l'industria potrebbe nel complesso essere favorita.
Un’attenta programmazione, in teoria, riduce o elimina tale evenienza. Tuttavia, la sensazione diffusa e' di scarsa fiducia verso i programmatori OSS, visti piu' come artigiani o abili dilettanti che come professionisti di livello industriale, per cui l’utente medio non si sente garantito contro questo problema.
Peraltro, un gran numero di pacchetti proprietari dispongono di una versione per Linux. Si cita Oracle, SAS, DB2, WebSphere, WebLogic, PeopleSoft. SAP offre da tempo la sua soluzione ERP su Linux. Circa 400 aziende, la maggioranza delle quali in Europa, stanno attualmente usando SAP R/3 su Linux.
Un caso d'esempio che riguarda la pubblica amministrazione italiana e' la rete telematica della regione Toscana, che con hardware di basso costo e software open source collega oltre 400 soggetti, offrendo 90 siti web e 1600 caselle di posta elettronica.
Soluzioni open source risultano al contrario meno vantaggiose in architetture piu' complesse, in generale in sistemi high-end. Benche' siano diffusi nel mondo cluster di server con sistema operativo Linux in grado di offrire notevoli prestazioni (tra i casi d'esempio nella P.A. italiana, si segnala il cluster Linux presso il Cineca), le soluzioni proprietarie costituiscono tuttora una scelta piu' affidabile per le organizzazioni che debbano dotarsi di sistemi informatici con caratteristiche di prestazioni, affidabilita' e scalabilita' oltre un certo livello.
In tale scenario, l'organizzazione deve basare la sua scelta sui vantaggi/vantaggi elencati nel capitolo 4, tenendo in particolare considerazione i seguenti punti.
Di recente, comunque, la situazione e' cambiata: IBM sta investendo cifre notevoli sulla tecnologia Linux, seguita in questo da altri produttori di hardware come Compaq, Dell e HP. Scopo di tali investimenti e' probabilmente guadagnare una maggiore indipendenza da Microsoft e incrementare i margini includendo, nella propria offerta, un sistema operativo alternativo a Windows. IBM ha inoltre certificato Linux sulle macchine della serie G5, G6 e zSeries. Dal 2001 e' possibile installare il sistema operativo open source su mainframe, soluzione che viene proposta da IBM per iniziative di consolidamento.
Gli analisti ritengono che la soluzione "Linux su mainframe" sia un'alternativa alle grandi installazione di server specializzati nelle varie funzioni di un CED. I mainframe IBM hanno infatti la possibilita' di essere partizionati in numerose macchine Linux virtuali che possono essere adoperate come web server, mail server, print server, file server, eccetera. Tutte le macchine virtuali Linux condividono le risorse (CPU, storage, ecc.) del mainframe, e comunicano tra loro in maniera molto piu' rapida di server fisici separati, pur mantenendo l’isolamento necessario per la sicurezza.
Il maggior risparmio di questa soluzione si ha nel costo del personale di gestione del CED. Infatti, se occorre aumentare il numero dei server in una soluzione tradizionale, inevitabilmente i costi di gestione salgono (si stima che occorra aggiungere un nuovo amministratore di sistema ogni server). Al contrario, si puo' aumentare il numero di macchine Linux virtuali (si puo' giungere fino a 1500) su un mainframe senza che ci sia bisogno di aumentare il numero di amministratori di sistema, grazie anche ai tool di monitoraggio e gestione delle macchine virtuali forniti da IBM.
Un vantaggio ulteriore della soluzione "Linux su mainframe" e' la possibilita' di utilizzare sul mainframe tutto il portafoglio di applicazioni del mondo Linux, e allo stesso tempo di fruire dell’alta affidabilita' del mainframe. La soluzione "Linux su mainframe" ha al contrario poca convenienza ove il numero di server necessario sia basso, e soprattutto ove non sia previsto di variare tale numero nel corso del tempo. Si noti che lo spazio fisico a disposizione non e' un criterio di scelta, in quanto la recente tecnologia dei "blade server" consente comunque di installare un gran numero di server in rack ad alta densita'. Un caso d'esempio presente nella pubblica amministrazione italiana e' la Regione Lazio, che ha recentemente realizzato un portale utilizzando la soluzione mainframe - macchine virtuali Linux (fonte: IBM).
Altri software open source adoperati nel corso del progetto sono:
La stessa scuola S.Anna di Pisa e' il primo utente sperimentale del progetto.
Scopo di tale monitoraggio, acquisire le competenze tecniche e l'aggiornamento necessario per offrire consulenza di tipo informativo alle pubbliche amministrazioni, ove queste intendano valutare la possibilita' di servirsi di software open source nella costituzione o evoluzione dei propri sistemi informativi.
Prossimo alla tematica dell'open source, vi e' il concetto di riuso del software applicativo. Secondo l'articolo 25 della legge 340/2000, il software sviluppato per una pubblica amministrazione e' di proprieta' dell'amministrazione stessa, e puo' essere ceduto a titolo gratuito a ogni altra P.A. che ne faccia richiesta. In tal caso, la seconda amministrazione ha diritto a una cessione gratuita del software, fermo restando l'obbligo di pagare il canone per l'eventuale servizio di manutenzione. Si ha in questo un'analogia con l'approccio open source, anche se i diritti su tale software applicativo restano di proprieta' esclusiva della pubblica amministrazione. Sull'argomento, l'Autorita' per l'Informatica ha svolto un'opera di sensibilizzazione e informazione, seppure in maniera non sistematica. Si cita ad esempio un parere (emesso nel 2000) nel quale l'Autorita' ha suggerito al Ministero della Giustizia di utilizzare come modulo di contabilita' finanziaria il modulo Si.Co.Ge., frutto di un progetto Consip e fornito gratuitamente dal Ministero del Tesoro, e anche la promozione del riuso del protocollo del Ministero delle Finanze da parte del Ministero della Giustizia.
Tool per il Web (web server, mail server, browser, application server) Si riportano il gia' citato web server Apache, il mail server SendMail, il browser Mozilla, gli application server Zope e Midgard, SquidGuard, Enhydra, Jboss e Interchange.
DBMS.
Si riportano i gia' citati MySql e PostGreSql.
Networking.
Samba e' un middleware usato principalmente per la condivisione in rete di filesystem e di
periferiche.
WorkFlow.
OpenFlow e' un motore di workFlow sviluppato da Icube secondo il modello Open Source. E' basato
su una struttura a oggetti, ha un sistema di gestione delle eccezioni e supporta il Dynamic Redesign
(Process Optimization).
Supporta gli standard XML, XML-RPC; facilita l'integrazione tra sistemi eterogenei grazie
all'accesso alla maggior parte dei database relazionali. E' activity based, multipiattaforma (Windows
NT, Windows2000, Linux/Unix), Web based, basato sugli standard del WfMC, integrato con
l'application server Zope.
System management tool.
In quest'area si citano NetSaint e Webmin, MRTG (monitor di traffico su LAN, usato ad esempio
nella rete regionale della regione Toscana), Satan (tool grafico per l'amministratore di sistema). Un
interessante prodotto open source per la gestione dei backup dei server e' AMANDA, disponibile
(oltre che su Linux) anche per i sistemi operativi Windows 2000 e Mac OS.
Software-based load balancing
Le distribuzioni Linux offrono pacchetti di load balancing come Turbolinux Cluster Server,
PolyServe LocalCluster Enterprise, PolyServe Understudy e Linux Virtual Server.
Security.
In quest'area si citano Ipchains (software per la realizzazione di sistemi firewall), e OpenSSL.
Produttivita' individuale.
Si riportano i gia' citati StarOffice/OpenOffice e Koffice.
Directory Server.
OpenLDAP e' un progetto per la realizzazione di un directory server completamente free software.
Pacchetti/librerie per gli sviluppatori.
Evidian JonAS: un’implementazione open source delle specifiche J2EE EJB.
Objectweb/Scalagent Joram: un’implementazione open source delle specifiche JMS.
Apache Jakarta project: una versione open source del motore JSP.
Borland Jbuilder5 Personal Edition.
Borland Kylix Open Edition: un IDE RAD per sviluppatori Linux.
CompuWare OptimalJ Community Edition IDE.
CAD.
In quest'area si citano Alliance (indicato soprattutto per la progettazione di circuiti VSLI) ed
Electric.
Configuration Management.
I piu' noti sono CVS e RCS. Anche di questi software esistono versioni per sistemi operativi
proprietari.
Grafica.
I piu' noti e diffusi sono Ghostview, GhostScript, GIMP (simile a Photoshop), GnuPlot, Sketch.
Anche di questi software esistono versioni per sistemi operativi proprietari, da Unix a Windows.
Applicazioni di business
Attualmente sono a disposizione, per le varie distribuzioni di Linux: