Nella audizione dello scorso 7 luglio, da cui ha avuto origine questo gruppo di lavoro, fu posta, tra i temi in discussione, la produzione e distribuzione gratuita di tecnologie assistive da parte delle P.A. ma il tema fu accantonato per ragioni di tempo, data la durata quadrimestrale dello stesso.
Mi sembra giusto, in chiusura dei nostri lavori, tornare al punto di partenza, proponendo un progetto basato sul free software, come recentemente auspicato dal Senato.
Nel corso dei nostri lavori si è spesso dovuto convenire che, in assenza e in preparazione di momenti di scambio e di interattività tra le amministrazioni, la nostra azione avrebbe in molti casi dovuto mantenere il carattere del volontarismo e dell'informalità, e questo vuol esserne un possibile esempio: maturato attraverso un dibattito telematico su una lista frequentata da 200-300 non vedenti utenti di computer, che ha visto intervenire esponenti nazionali della maggiore associazione di categoria, fornitori di tecnologie assistive, cooperative e istituzioni del settore.
Pregherei il prof. Batini, ove lo ritenga utile e ove siano vere le voci di corridoio secondo cui il suo collega membro dell'Authority Stefano Isgrò sarà chiamato ad assumere la Direzione generale dell'Inps, di volergli inoltrare la presente.
Ultimamente, a partire dai miei dati personali e del mio datore di lavoro, ho avuto modo d mettere in evidenza gli alti costi delle tecnologie assistive, per l'uso privato oggi quasi totalmente acarico del ministero della Sanità.
Ho ulteriormente verificato le mie asserzioni con una "minindagine" il cui materiale, 13 e-mail di non vedenti, mantenendo l'anonimato di chi me lo ha espressamente chiesto, posso mettere a disposizione del gruppo; una sommaria analisi di detto materiale conforta sostanzialmente le mie asserzioni, mostrando una notevole disparità di trattamento, per quanto riguarda gli esborsi a carico delle ASL, sia nel corso degli anni, sia in altri sensi: pertanto pregherei la Dott.sa Pastorino e la dott.sa Di Minco, in occasione della riunione del 24 gennaio, voler fornire all'accquisizione collettiva di questo gruppo di lavoro i dati relativi agli esborsi a carico delle ASL per la fornitura di tecnologie assistive ai disabili, con particolare riferimento ai non vedenti, su base annua e con ripartizione territoriale.
Si tenga però conto che sicuramente tali dati, ancorchè oggettivi, sono approssimati "per difetto", stante la pratica molto diffusa, se non quasi generalizzata, della "pirateria informatica", (il termine è forte ma si chiama cosi l'uso illegale di poie di programmi!), per far fronte agli esborsi ancora a carico degli utenti, specie nel campo degli ausili software.
Dalla suddetta "miniindagine" emerge altresì che gli esborsi sopportati dai datori di lavoro, specie pubblici, per attrezzare postazioni lavorative per i disabili non sempre o quasi maisi traducono in migliore impiego produttivo: vengono evidenziati "paradossi" che mostrano che in molti casi, soprattutto nel caso di datori di lavoro pubblici, tali esborsi producono troppo spesso emarginazione, caduta professionale e bassa produttività.
buona riglessione!
Donato Taddei
il programma di propone l'obbiettivo strategico d conseguire a medio termine un apprezzabile miglioramento della integrazione sociale e lavorativa dei disabili secondo parametri misurabili in termini di:
allo stato, per esiguità di forze e strumenti, prende le mosse nel campo dell'handicap visivo , ma tali specifiche di progetto possono eforse devono essere allargate all'intero campo delle tecnologie assistive a favore delle altre categorie di disabili e di cittadini svantaggiati.
lo sviluppo avviene prevalentemente con le modalità di interazione telematica secondo uno schema che veda il coinvolgimento:
il programma si sviluppa su tre direttrici convergenti:
Il programma, nella sua fase di "ovolo fecondato" non può spingersi molto oltre nella specifica dettagliata di mezzi e strumenti, e pertanto si limita a individuare e proporre possibili opzioni di sviluppo e di metodo, anche per l'impostazione "aperta" di cui necessita, a causa della pluralità ed eterogeneità dei soggetti coninvolgibili.
Pertanto, a partire dalle tre direttrici suesposte, l'aggregazione e il coinvolgimento non avvengono su base formalistica, né consociativa o verticistica: ciascuno è libero di fare e di non fare e il suo ruolo e peso specifico, dentro e fuori il progetto, dipende esclusivamente da quanto fa e da come lo fa.
Il programma fa riferimento, per quanto riguarda la formula organizzativa e di sviluppo ai modelli offerti dalla progettazione e sviluppo on-line con le modalità del "free software" di cui alla licenza d'uso GPL della free software foundation.
Si sottolineano qui di seguito alcuni punti che differenziano questa modalità di sviluppo dalle analoghe modalità commerciali.
I progetti di sviluppo di prodotti commerciali ricevono un input dal marketing, passano attraverso una decisione manageriale, vengono realizzati da una struttura compatta di altissima professionalità, supportata dai necessari investimenti, che svolge il lavoro in modo funzionalmente concentrato e ciò fa spesso la differenza qualitativa tra i prodotti commerciali e quelli "free".
questo approccio non può essere seguito nel caso di specie per la mancanza di tali requisiti: non c'è l'interesse economico, non c'è il marketing, non ci sono gli investimenti, né i manager e nemmeno equippes affiatate e raccordate: ci sono interessi e motivazioni diverse e magari divergenti.
Per contro, l'immenso sviluppo del free software nel mondo ha dimostrato, soprattutto nei paesi dove le università e gli enti di ricerca sono più raccordati alla economia svolgendo un ruolo attivo nella ricerca pura ed applicata, che siffatte modalità di sviluppo, pur presentando difetti tipici derivanti dalla impostazione progettuale (non accentrata e finalizzata, ma decentrata e collettiva),da una certa precarietà dovuta al ricorso al lavoro volontario, ecc, ha però i seguenti pregi:
Il programma si pone altresì l'ambizioso obbiettivo di costituire una "occasione", un banco di prova, una sperimentazione sul campo delle nuove opportunità economiche eorganizzative offerte dalla new economy e dall'era della globalizzazione, sotto i seguenti profili:
Concludendo tutto ciò si può riassumere nella seguente metafora:
non si risolve il problema del sottosviluppo dei paesi poveri facendo loro l'elemosina di derrate alimentari, spesso scadute, e di altri prodotti di rifiuto, ma dotandoli di infrastrutture di base, di istruzione, di strumenti di valorizzazione delle loro risorse.
il primo approccio scatena appetiti e flussi migratori indiscriminati, guerre locali, epidemie, altri pericoli,ricadute sociali sugli stessi paesi ricchi, che sicuramente il secondo approccio non produce.
come detto, data la fase "onozigotica" del progetto, le proposte non possono partire altro che dal contesto di utenza in cui sono maturate: quello dell'handicap visivo.
Durante i lavori del gruppo "accessibilità, tecnologia informatica e pubblica amministrazione" è, tra le altre, emersa una impostazione che qui si assume: in termini costi-benefici, le risorse economiche e umane occorrenti alle P.A. e ai datori di lavoro per attagliare i servizi offerti alle diversificate esigenze della utenza, specie se disabile o svantaggiata, sono minori se si ha un approccio collaborativo con la stessa, che la renda protagonista, tenendo conto dei suoi suggerimenti e dei suoi apporti collalborativ rispetto ad altri approcci tradizionali o a modelli astratti o teorici, spesso molto lontani dal vissuto e dalla quotidianità dell'handicap, se non altro per il surplus di lavoro necessario all'adattamento, se non alla parziale riprogettazione, di lavorogià fatto.
Il progetto parte da questo approccio sostanziandosi in un primo giro di opinioni sula problematica, in una lista frequentata da 200-300 utenti di computers non vedenti.
sono intervenuti nel dibattito da cui scaturisce questo primo tentativo autonomo di formulazione, programmatori di tecnologie assistive, fornitori di ausili informatici, esponenti nazionali della più rappresentativa associazione di categoria, e, sia pure a titolo personale, il presidente della cooperativa Anastasis, il direttore dell'istituto per ciechi francesco cavazza di bologna,e il suo staff che ha arricchito attivamente il dibattito telematico.
Sono stati sviscerati vari aspettti connessi all'interazione tra il vissuto dell'handicap visivo e l'informatica e le tecnologie assistive, modalità di accesso e periferiche alternative: dall'aspetto dei costi a quello dell'assistenza, dell'uso e deilimiti, di ciò e di come si possa ovviare.
Allo stato, il presente documento deve considerarsi una formulazione personale delle constatazioni e delle proposte risultanti dal predetto dibattito telematico, in quanto viene contestualmente inviato alla lista per un secondo giro di approfondimento e di specificazione. Le proposte vengono formulate sotto forma di auspici quasi personali, per evidenziarle dalle constatazioni.
Sarà utilizzata la tripartizione delle direttrici suesposte.
esaminati sotto questo profilo:
Si ritiene "equo" il prezzo medio di L. 500.000 per un dispositivo di sintesi vocale italiano di buona qualita: se ne auspica una disponibilità più diffusa sul territorio, anche attraverso la rete di distribuzione della telefonia.
Tuttavia, nella presente realtà multietnica e multilinguale, una sintesi vocale di buona qualità a costo zero e con usabilità incrementale, potrebbe essere utile alle amministrazioni e ai servizi che utilizzino, mantengano o sviluppino applicazioni correlate. si auspica pertanto una ben più massiccia partecipazione italiana ai progetti multinazionali, multilinguali freeche vedono protagoniste prestigiose istituzioni come il Departement of Phonetics and linguistics di Londra, membro inglese del w3c, o università come quella di Kambridge o di edimburgo, di Mons e di Stoccarda.
Tali progetti multilinguali, multipiattaforma e free sono denominati: Sole, Mbrola e Festival. Si auspica che il lavoro del Cnr di Padova, che ha illustri precedenti nella storia della produzione della voce di sintesi italiana, all'interno del progetto festival, possa costituire occasione di applicazione della filosofia e dei principi qui esposti e con ui ho già avuto occasione di scambio e di collaborazione.
idem dicasi per quanto riguarda la mia personale partecipazione al progetto mbrola, che sarei ben felice di trasformare in occasione di applicazione pratica di quanto si viene proponendo.
gli attuatori piezoelettrici dei dispositivi braille costituiscono l'elemento più "critico" ai fini della strategia di riduzione dei costi. Sembra allo stato non vi siano le condizioni di incidere sensibilmente su tali costi, pertanto si auspica di concentrare su di esso l'interesse.
Trattandosi di componenti ad alta tecnologia, usati anche in altre applicazioni industriali, (ad es. autofocus delle macchine fotografiche), potrebbe esservi interesse da parte della grande impresa italiana, a sperimentare e mettere a frutto gli esiti di ricerche finalizzate in tal senso, sia nel campo della ricerca dei materiali, sia in quello del marketing globale, sia in quello del riciclo di prodotti tossici o nocivi: sembra infatti che lo smaltimento dei scarti tossci o nocivi, derivante dalla produzione di tali componenti, sia uno dei fattori che incida maggiormente sui relativi costi.
Si auspica di valorizzare e sviluppare il poco che gia esiste (si cita il cnr di Faenza che sta lavorando su queste cose), potenziandolo e sviluppandolo con apporti pubblici e/o privati.
La strategia di riduzione dei costi può anche rivelarsi occasione "economica" vitale per le piccole aziende italiane che operano nel settore, seriamente minacciate dalla vertiginosa evoluzione tecnologica, permettendo di recuperare e riconvertire il patrimonio di conoscenze specifiche maturato, e di continuare ad offrire i loro servizi e al tempo stesso liberare risorse pubbliche, totalmente a carico del ministero della Sanità, (alias del contribuente!) per eventualmente investirle in programmi coordinati di ricerca collaborativa e interoperativa, che ne supportino e facilitino il processo di ristrutturazione e riconversione.
Sotto tale profilo si potrebbero rivelare molto utili soluzioni basate sulla riduzione del numero di attuatori e sul recupeo perfino di tecnologie uscite dal mercato per altri motivi, rivelatesi però di sicura utilità, adeguandole,ove ciò sia economicamente praticabile, alle diverse esigenze imposte all'utenza dalla evoluzione degli ambienti operativi e delle possibilità offerte.
si cita qui una ricerca del Nist, recentemente presentata all'ultima edizione dell'handimatica dall'Inps, che ha fortemente animato il dibattito, per dire che è necessario sperimentare anche seguendo approcci diversi o, meglio ancora, "prendere spunto" e trasformare in termini autogeni e creativi, le ipotesi di lavoro oggetto di sperimentazione prototipica e/o accademica.
Si auspica la disponibilità di portatili attrezzati, di costo modesto, muniti di voce e piccolo display braille, con le caratteristiche di mercato, capaci di trasformarsi in terminali dei più diffusi ambienti e os, e di fruire delle possibilità multimediali della rete.
Si adombra qui che il campo del "riciclo" o "riutilizzo" dei processi industriali per la produzione degli attuatori piezoelettrici può costituire una "occasione" di ricerca ed eventualmente anche economica, ma non è l'unica possibilità.
Partendo dalla considerazione che il braille su carta, pur non potendo sostituire il display, ha una sua potenziale grande utilità per la trascrizione in braille di libri e materiale informativo nelle scuole, biblioteche, ecc., ed anche per le pubbliche amministrazioni che cominciano a fornire documenti in braille a chi li richiede (es. bollette enel), ritengo sia giusto incidere sui costi del braille anche per questa via, in considerazione dei seguenti fattori:
sotto questo profilo, ipotizzati alcuni scenari, emerge la esigenza di costruire, con le modalità del presente progetto, uno screen-reader per l'ambiente windows, basato su un meccanismo programmabile, flessibile ed espandibile, con le modalità della gratuità e della usabilità incrementale, a fini anche didattici, che utilizzi quanto più possibile componenti standard di sistema, ma che permetta altresì si seguire l'evoluzione delle tecnologie connesse ai browser e ai nuovi ambienti multimediali, attualmente inaccessibili o problematici per gli attuali screen-reader, a partire da files di comandi, realizzabili con qualsiasi editor di testi.
Lo screen-reader è uno strumento insostituibile per l'uso del computer da parte dei non vedenti. I non vedenti italiani pagano attualmente lo stesso screen-reader il 30% in piùdei loro colleghi in Usa il che, in termini di costi comparati al livello salariale e pensionistico, equivale a dire doppi rispetto agli americani.
La costruzione avviene a due livelli:
il livello "motore"e e l'impianto viene realizzato dai più esperti;
il livello "funzioni" o "script" viene realizzato e testato in prima
istanza da utenti, con gli attuali strumenti disponibili, assemblato e
ritestato ancora, fin ad avere un prodotto stabile, affidabile e
minimamente funzionale:
il nucleo delle funzioni di base dovrebbe contenerne un numero tra 100 e 200.
sia la fase di realizzazione del motore che la fase "cript" sono condotte collettivamente: i più esperti dovranno aver cura di "socializzare" qualche segmento della loro esperienza, per permettere ai singoli utednti di apprendere quanto occorre per una più rapida ed efficiente gestione della fase di codifica degli script.
chiunque vi abbia interesse deve avere la possibilità di seguire passo passo l'avanzamento del progetto, disponendo progressivamente di tutti i sorgenti relativi.
la disponibilità dei sorgenti e di quanto basta a ricostruire e riprodurre tutto il processo, compreso il motore, per chiunque sia a qualsiasi titolo interessato, compresa la possibilità di copiare, modificare e utilizzare e distribuire il materiale ad esso relativo, deve essere assicurata fin dalle primissime fasi di progettazione, si attua in tutto il ciclo di vita del prodotto e si trasferisce, per la parte lui concernente, anche alle applicazioni commerciali eventualmente basate su di esso.
Al programma si applica la "general public licence" della free software foundation, ricadendo per due anni sotto il suo copyright.
gli emolumenti economici una tantum, che dovessero pervenire al progetto da sponsorizzazioni o donazioni ad opera compiuta, saranno destinati al riconoscimento del lavoro svolto e suddivise con criteri di trasparenza telematica, privilegiando l'alta professionalità, il tempo-uomo, e lo stato di disoccupazione o saranno destinati a finanziare progetti con le stesse modalità: ad esempio di è parlato di integrare periferiche alternative in un prodotto " open-sources" come Open-Office.
lentamente si stanno facendo strada concetti di "progettazione universale", specie dopo la positiva esperienza, ove praticata, dell'abolizione delle barriere architettoniche, per la dimostrata capacità di produrre occasioni economiche e posti di lavoro.
l'applicazione di questi concetti alle "barriere" informatiche e culturali che la troppo rapida evoluzione tecnologica tende comunque a riprodurre, comporta quindi oggettivamente un aggravio di lavoro per gli sviluppatori e gestori, che oltre tutto trova ulteriori ostacoli sia nei normali meccanismi di "rimozione" ed "esorcizzazione" davanti alla limitazione e alla malattia, (paura o disagio, o semplice imbarazzo) e sia nelle dinamiche indotte dalla emarginazione o marginalizzazione: come dire, estremizzando, che un abile, pur volendo, difficilmente riesce a calarsi nel vissuto e nel quotidiano di un disabile e viceversa un disabile, specie se marginalizzato in qualche "minimondo (alias circuito chiuso, alias ghetto!) può pensare che il mondo sia abitato in gran parte da disabili: per fare un esempio banale, spesso nel traffico cittadino mi sorprendo a comportarmi immaginando che i guidatori delle auto siano ciechi, abituato come sono a contare sull'udito e sull'orientamento anzicchè sulla vista.
In fondo tutta la problematica della accessibilità, oggetto del nostro lavoro, è riconducibile a questo: ciascuno deve sapere che la propria non è la sola angolazione prospettica da cui guardare il mondo, che esistono situazioni, condizioni e percezioni, indi comportamenti diversificati per ragioni di ogni tipo e ciò vale per tutti, abili e non.
Pertanto, in un ottica di riduzione o razionalizzazione dei costi sociali dell'handicap, secondo criteri di valutazione costi-benefici, si ritiene vincente un approccio al problema che metta al centro l'utenza e le sue esigenze particolari, rendendola protagonista e soggetto attivo, rispetto all'uso di modelli teorici. ciò pone il problema di lavorare contemporaneamente sui due versanti: quello utente e quello gestionale dei servizi.
Su questo piano il programma individua lo sviluppo di tecnologie assistive, con le modalità esposte, come uno strumento capace da un lato di permettere alle P.A. di calarsi più puntualmente nelle esigenze specifiche dei disabili e delle altre categorie svantaggiate, e all'utenza di avere servizi a misura delle sue esigenze, acquisendo anche quel know-how che gli permetta di ridurre i problemi causati dall'handicap e di usare al meglio le tecnologie assistive.
Qualora questo approccio dovesse rivelarsi foriero di risultati nel breve periodo, sarebbe forse ipotizzabile porsi più ambiziosi obbiettivi, pure adombrati nel corso dei nostri lavori, in particolare dal collega Del Vedovo, che le pubbliche amministrazioni contribuiscano con le loro strutture, nella logica di interoperatività territoriale in fieri, e con le loro competenze,alla creazione di una rete capillare di assistenza sul territorio, al servizio dei disabili e delle categorie svantaggiate , che dia loro supporto nelle fasi "critiche" diell'interazione con le risorse informatiche, specie pubbliche, come l'installazione, l'impianto, la connessione ..., aprendo spazi alla sperimentazione di formule miste che vedano la partecipazione di aziende fornitrici di tecnologie assistive, gruppi e associazioni, cooperative di servizi, singoli e piccole e piccolissime imprese.
Concludendo, se quanto detto non risultasse convincente, valga la seguente constatazione, ascoltata alla radio da esperti: io sono meridionale e purtroppo abito dal 10 agosto in via "vittime della camorra", a seguito dell'eccidio di due fiovani innocenti a pochi passi da casa mia, onde il nuovo nome della strada; perciò mi ha fatto molto piacere sapere che nel periodo 90-97, periodo in cui, a causa di Tangentopoli, gli investimenti pubblici erano pressochè bloccati, e con essi i meccanismi assistivo-clientelari, l'impresa meridionale ha fatto segnare nel periodo un notevole tasso di crescita, a riprova del fatto che tagliare le rendite di posizione e parassitarie da un lato libera risorse rendendole disponibili a una loro gestione più razionale ed efficiente, dall'altro libera energie sane e produttive.
Donato Taddei