Rapporto della Commissione sul software a codice sorgente aperto nella PA.

L'open source è il software il cui codice sorgente è aperto e permette a chiunque abbia le competenze tecniche di potervi apportare modifiche utili per le proprie attività Rapporto della Commissione sul software a codice sorgente aperto nella PA Stanca: "una direttiva per la pluralità dei sistemi informatici nella PA"

 I documenti della PA devono essere disponibili e memorizzati attraverso almeno un formato aperto per garantire l'accesso ai dati
Nuove disposizioni anche per favorire il riuso del software nelle PA

Cadono anche in Italia le barriere per l'uso del software a codice sorgente aperto nella Pubblica amministrazione, ma vengono introdotti criteri di efficienza e di economicità nella scelta dei pacchetti informatici. Presentando i lavori conclusivi del rapporto della Commissione ministeriale sul software a codice sorgente aperto nella PA, il Ministro Lucio Stanca ha infatti annunciato il prossimo varo di una direttiva con cui "verrà riaffermata l'utilità della pluralità dei sistemi e, quindi, la responsabilità della singole Amministrazioni nell'effettuare la libera scelta del software da adottare sulla base di un'analisi tecnica, organizzativa ed economica, ossia il rapporto tra costi e benefici".

Dopo aver ricordato che "è la prima volta che in Italia si affronta il tema dell'open source a livello istituzionale", il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha riconosciuto che il software a codice sorgente aperto "sta assumendo un valore rilevante per la sua pervasività nella Pubblica amministrazione, nell'informatica e telecomunicazioni, nella scuola, nell'università e ricerca, oltre che nelle imprese".

Per questo, ha aggiunto, "nostro primo obiettivo è stato quello di studiare a fondo le istanze legate all'uso e alla valorizzazione dell'open source nella PA". I principi guida cui si è ispirata la Commissione istituita dallo stesso Ministro Stanca sono stati quelli di "tutelare la pubbliche amministrazioni in termini di riservatezza dei dati, privacy, sicurezza, funzionalità, continuità del servizio; di ottimizzare gli investimenti nella PA; attraverso l'e-Government favorire la diffusione dell'innovazione tecnologica in Italia; garantire le condizioni di sviluppo e promozione del mercato".

Stanca ha rilevato che, "non essendoci, ad avviso della Commissione, criteri oggettivi che giustifichino dal punto di vista tecnico ed economico una scelta prioritaria di un software rispetto ad un altro, la selezione deve essere effettuata in fase di acquisizione sulla base di un'attenta analisi del costo e dei benefici".
Il ministro ha posto come centrale non solo la questione "dell'accessibilità dei documenti delle PA, che devono essere resi disponibili attraverso almeno un formato aperto consentendone così l'indipendenza da specifici pacchetti software di mercato e permettendo anche la loro conservazione nel tempo", ma anche quella, ancor più rilevante in termini di funzionalità ed economicità, del "pluralismo informatico", dicendo però "no a strumenti normativi rigidi, come le leggi e, invece, privilegiando la strada delle direttive in quanto strumenti più flessibili per assecondare la continua evoluzione delle tecnologie".

In tale contesto, ha aggiunto il Ministro, particolare significato assume il riuso, ossia la possibilità che le PA diano in uso gratuito ad altre amministrazioni i programmi applicativi realizzati sulle proprie specifiche indicazioni e di cui sono titolari. "Una facoltà", ha precisato Stanca, "che sino ad oggi è quasi del tutto inapplicata".
Per questo il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha reso noto che intende emanare uno specifico decreto "affinché si crei un sistema efficace per conoscere i prodotti e programmi di cui dispongono le altre PA al fine di consentirne il riuso". Non solo, ma conta pure di pubblicare "una ulteriore direttiva circa l'attività contrattuale delle PA, inducendo le amministrazioni ad acquisire prodotti riusabili".

Sotto il profilo operativo verrà istituita una Commissione per la definizione delle regole tecniche di sviluppo del software che le PA saranno invitate a rispettare al fine di garantire il riuso.

Stanca ha infine confermato che "manterremo attivo un Osservatorio permanente tra PA, imprese e mondo accademico, anche mediante il Forum appositamente costituito".
Infine, il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha posto in evidenza che "dall'open source emergono nuovi modelli di sviluppo dell'industria informatica e, quindi, rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese. L'Italia, infatti, è al 4° posto nel mondo per competenze nell'ambito dello sviluppo di software open source, con quasi l'8% degli sviluppatori".

Nazionalità degli sviluppatori di Open Source
Nazionalità Percentuale
Francia 16,4 %
Germania 12,4 %
Stati Uniti d'America 10,3 %
Italia 7,8 %
Spagna 6,7 %
Regno Unito 6,5 %
Olanda 6,5 %
Belgio 4,0 %
Svezia 3,5 %
Fonte : FLOSS - Free/Libre and Open Source Software Survey and Study della Berlecon Research di Berlino.

Roma, 10 settembre 2003

A cura dell'Ufficio Stampa
del Ministro per l'Innovazionee le Tecnologie

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Stralcio dalla relazione: formati aperti / standard

"Formati aperti" non è un concetto perfettamente definito e condiviso; si interseca peraltro con quello di "standard". è pertanto necessario esaminare preliminarmente ciascuno dei concetti separatamente (formato, aperto, standard) per poi procedere alla definizione dei concetti di formato aperto e formato standard.

Formato

Nelle tecnologie ICT "formato" indica generalmente le modalità con cui i dati vengono rappresentati elettronicamente in modo che i programmi possano elaborarli; per elaborare un file, un programma deve sapere come i dati vi sono "memorizzati" cioè in che forma, ovvero formato, sono rappresentati. Il formato specifica la corrispondenza fra la rappresentazione binaria e i dati rappresentati (testo, immagini statiche o dinamiche, suono, ecc.). Esempi di formati sono BITMAP, GIF, JPEG, ecc. "Formato testo" indica un sottoinsieme di formati che specificano la corrispondenza biunivoca fra un carattere alfanumerico di un determinato alfabeto (p.e. latino, greco, cirillico, arabo, ecc.) e il valore del gruppo di bit costituenti l'unità di informazione di quel formato (p.e. 7 bit ASCII, 16 bit UNICODE). Questo tipo di formato viene detto anche encoding o codice.

Aperto

Nell'accezione condivisa da tutti, una tecnologia si dice "aperta" quando è resa pubblica ed è documentata esaustivamente. "Aperta" si oppone a "proprietaria", che indica una tecnologia posseduta in esclusiva da un soggetto che ne mantiene segreto il funzionamento e può modificarla a proprio piacimento. Al requisito della pubblicità per alcuni si aggiunge anche quello relativo alla proprietà. Per costoro una tecnologia è aperta se, oltre ad essere pubblicamente documentata, non è di proprietà di un singolo soggetto.

Standard

Uno standard è una specifica o norma condivisa da una comunità. Può essere emanato da un ente di standardizzazione (ISO, ANSI, W3C, ecc.) oppure essersi imposto "di fatto" (industry standard). Tuttavia gli standard di fatto non sono garantiti in quanto il proprietario ha la piena libertà di modificarli.

Formato aperto e formato standard

In base ai precedenti paragrafi un "formato aperto" può essere definito come la "modalità di rappresentazione dei dati in forma elettronica, deliberatamente resa pubblica, completamente documentata ed utilizzabile da chiunque". In questo senso per esempio il formato utilizzato da "OpenOffice.org" è un formato aperto in quanto:

Un formato è standard quando è definito da un ente di standardizzazione (per esempio, HTML) o è di fatto condiviso da una comunità (per esempio, PDF). Un formato è uno standard aperto quando soddisfa il requisito di pubblicità e di normazione (p.e. XML e HTML sono standard aperti perché le loro specifiche sono pubblicamente documentate, definite e mantenute da un ente di standardizzazione, il W3C).

L'utilizzo dei formati aperti assicura alcuni importanti benefici:

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Stralcio dalla relazione: scuola e disabili

Scuola

Nell'ambito di questo capitolo del progetto verranno sviluppati prodotti per la scuola ritagliati in funzione del livello della scuola e dell'hardware disponibile. Si indicano qui alcune tematiche:

Tecnologie per i disabili

Premesso che la ricca normativa internazionale e nazionale per la cosiddetta "accessibilità" dovrà essere tenuta ben presente in tutti i capitoli del programma, è oggi possibile sviluppare nuove tecnologie per rispondere a specifiche esigenze dei disabili. Sfortunatamente l'area della disabilità è molto vasta ed è caratterizzata da esigenze molto diverse; tre sottocapitoli paiono tuttavia di prevalente importanza applicativa:

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