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| From | Marco Bertorello <marco@nosgoth.homelinux.org> |
| Date | Mon, 4 Jul 2005 15:50:29 +0200 |
| Subject | Re: [Hackmeeting] was (senza oggetto) |
On Mon, 04 Jul 2005 15:36:36 +0200 Elettrico <elettrico@ecn.org> wrote: > Marco Bertorello wrote: > > > > Infatti, nessuno di noi lavora (che brutta parola) in qualche ISP e > > ha disponibilità di tenere la macchina li, sotto i suoi occhi? > > > va bene, io ci rinuncio. > la discussione ha del grottesco. :-) e nun t'incazzà > siamo qui per studiare dei metodi che in qualche modo permettano di > capire se la macchina è stata fisicamente manomessa o per dare > suggerimenti stupidi? [...] > utili. se riusciamo a superare questo incredibile monte che > rappresentano le ovvietà forse possiamo iniziare a pensare che no, > non possiamo _impedire_ che la macchina venga manomessa, a meno che > non ci dormiamo sopra caricati di dinamite pronti a saltare in aria, > e quindi passare alla fase successiva ovvero "come scoprire la > manomissione _da remoto_ con una ragionevole certezza". Se il problema è _impedire_ l'accesso fisico, possiamo studiare un sacco di meccanismi / soluzioni. Se il problema è solo il venire a conoscenza dell'intrusione fisica (quando questa è _già avvenuta_) allora solo la paranoia, IMHO, ci può venire incontro. Anche se il provider dice "tutto ok, un guasto tecnico", si parte e si va a controllare; è l'unico modo. Lo strumento che da remoto ti può avvisare di una possibile intrusione esiste, si chiama ping e quando una macchina smette di rispondergli, allora è bene controllare "on-site". Ma, sempre IMHO, sarebbe meglio mettere la macchina in condizione di non subire un'attacco fisico o comunque di renderlo vano, _oltre_ ad avvisare che c'è stato. -- Marco Bertorello System Administrator Linux Registered User #319921
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