CAPITOLO 10°
SHAPIRO, IL FABBRICANTE DI IMMAGINE
Vista la lunga e inquietante
storia di Monsanto, si capisce perché molti cittadini informati
d'Europa e USA resistono a consegnare a Monsanto il futuro della
nostra tavola e della nostra salute. Ma Monsanto fa tutto quello
che può per apparire come non colpita da questa opposizione.
Attraverso iniziative come la sua massiva campagna pubblicitaria
in Gran Bretagna , il suo patrocinio di una nuova esposizione di
alta tecnologia sul tema della biodiversità presso il Museo
Americano di New York e molte alte, sta tentando di apparire più
verde, più giusta e più lungimirante dei suoi oppositori.
In USA sta mantenendo la sua
immagine e probabilmente influendo nelle politiche che la
riguardano con l'appoggio di persone nei livelli più alti
dell'amministrazione Clinton. Nel maggio del 1997, Mickey Kantor,
artefice della campagna elettorale di Clinton nel 1992 e
rappresentante del commercio USA durante il primo mandato
Clinton, fu eletto ad occupare un posto nel comitato direttivo di
Monsanto. Marcia Hale, ex assistente personale del presidente, è
stata una responsabile delle relazioni pubbliche di Monsanto in
Gran Bretagna. Il vice presidente Al Gore, che è molto
conosciuto per i suoi discorsi e scritti sull'ambiente, è stato
un partigiano della biotecnologia almeno fino a quando era
senatore. Il consigliere principale per la politica interna di
Gore, David W. Beier, era stato precedentemente Direttore degli
affari di Governo della Genetech, Inc.
Sotto la presidenza Shapiro,
Monsanto ha rimosso tutti gli ostacoli per trasformare al sua
immagine di un fornitore di prodotti chimici pericolosi in una
illustre istituzione e con una visione del futuro che lotta per
alimentare il mondo. Shapiro che iniziò a lavorare per Searle
nel 1979 e diventò presidente del gruppo Nutrasweet nel 1982, fa
parte del comitato dei consiglieri presidenziali per la politica
commerciale e fu membro della White House Domestic Policy Review.
Si descrive come un visionario
e come un uomo del rinascimento, incaricato della missione di
usare le risorse della compagnia per cambiare il mondo. L'unica
ragione per lavorare in una grande azienda è che, così,
si ha la possibilità di fare cose realmente importanti su vasta
scala, sono dichiarazioni che esso stesso rilasciò ad un
giornalista di Business Ethics, la rivista di punta della
organizzazione "Socially Responsible Business".
Shapiro nutre poche illusioni sulla reputazione di Monsanto in USA e molte volte narra con simpatia il dilemma di molti lavoratori della Monsanto, i figli dei quali potrebbero ribellarsi scoprendo dove lavorano. E' ansioso di dimostrare che non discorda dal diffuso desiderio di un cambiamento ed è disposto a indirizzare questo desiderio verso i fini della sua impresa, come dichiarò in un intervista "Non è un problema di buoni o cattivi. Non serve a nulla dire - se i cattivi se ne vanno allora il mondo andrà bene- è il sistema intero che deve cambiare, c'è una grande opportunità per reinventarlo.
Dando per scontato che il
sistema "reinventato" di Shapiro è tale che non solo
continueranno ad esistere le grandi imprese, ma inoltre che
queste esercitino ogni volta un maggiore controllo sulle nostre
vite. Però ultimamente ci si dice che Monsanto è cambiata, che
si è disinteressata con successo delle sue divisioni di
industria chimica e che si è impegnata a sostituire i prodotti
chimici con "informazione", in forma di sementi
geneticamente manipolate e altri prodotti della biotecnologia.
Questa non vuole essere
un'ironia, venendo da una compagnia il cui prodotto più
redditizio è un erbicida; la nuova immagine che sta fabbricando
per Monsanto è molto poco verosimile, soprattutto trattandosi di
una impresa che si dedica a intimidire i critici con azioni
giudiziarie e a sopprimere le critiche nei mezzi di
comunicazione.
Tuttavia, nell'informativa
annuale del '98 Monsanto dimostra chiaramente che ha
imparato ad utilizzare la ciarlataneria adeguata. Così Roundup
non è un erbicida, ma un modo di minimizzare i lavori al suolo e
ridurre l'erosione. Le piantagioni di ingegneria genetica non
sono semplicemente fonti di beneficio per Monsanto, ma la
soluzione all' inesorabile crescita della popolazione. la
biotecnologia non implica la riduzione di tutti gli esseri
viventi alla categoria di brevetti e merce da vendere e
comprare nel mercato, ma è laraldo della
"smercantilizzazione": la sostituzione di prodotti
unici prodotti in massa con un ampio raggio di prodotti fatti su
misura e specializzati.
Questi sono esimi esempi della
"Neolingua" che Orwell immaginò nel suo romanzo
"1984".
Per ultimo, vogliono farci
credere che la aggressiva promozione della biotecnologia che è
condotta da Monsanto non è il frutto dell'arroganza
imprenditoriale, ma semplicemente una "legge di
natura".
Monsanto ha battezzato
l'apparente crescita esponenziale di ciò che chiama
"conoscenza biologica" con il nome di "Legge di
Monsanto" - niente meno - .Come con qualche altra presunta
legge di natura, poco si può fare oltre che osservare come si
compiano ile sue predizioni, in questo caso, la predizione e né
più né meno che la crescita esponenziale e continua del potere
di Monsanto.
Ma la crescita di qualunque tecnologia non è semplicemente una "legge di natura". Le tecnologie non sono forze sociali in sé stesse, né semplici attrezzi neutri che si possono utilizzare raggiungere qualsiasi fine sociale, ma il prodotto di una istituzione sociale e di un interesse economico particolari, Una volta che si intraprende un cammino particolare di sviluppo tecnologico, le conseguenze possono andare molto più lontano di quanto i suoi creatori potevano aver previsto: quanto più potente sarà la tecnologia, tanto più profonde possono essere le sue conseguenze.
Per esempio, la cosiddetta
"Rivoluzione Verde" dell'agricoltura degli anni '60 e
'70 aumento temporaneamente i rendimenti delle coltivazioni, e
rese anche gli agricoltori di ogni parte del mondo più
dipendenti dai costi dei prodotti chimici.
Questo provocò uno spostamento
generalizzato di contadini fuori dalle loro terre e in
molti paesi ha provocato un detrimento del suolo, delle acque
sotterranee e terre comunali che hanno sostenuto la gente per
migliaia di anni. Questo squilibrio su grande scala ha alimentato
la crescita della popolazione, l'urbanizzazione e la perdita del
potere sociale delle comunità, che ha condotto a sua volta a un
altro ciclo di impoverimento e fame.
La "Seconda Rivoluzione
Verde", promessa da Monsanto e altre compagnie
biotecnologiche, minaccia con una distruzione ancora maggiore le
relazioni sociali e il possesso tradizionale della terra.
Respingendo Monsanto e la sua tecnologia non respingiamo
necessariamente la tecnologia in sé ; vogliamo cambiare una
tecnologi di manipolazione e controllo e profitti che nega la
vita, con una veramente ecologica, progettata per rispettare il
funzionamento della natura, migliorare la salute personale e
comunitaria sostenere le comunità che vivono della terra e
operare in una scala genuinamente umana. Se crediamo nella
democrazia, è necessario poter scegliere quale tecnologia è
meglio per le nostre comunità invece che altri decidano per noi
senza poterle responsabilizzare come Monsanto.
Invece della tecnologia ideata
per l'arricchimento continuo di pochi potremmo basare la nostra
tecnologia nella speranza di una migliore armonia tra le
nostre comunità umane e nel mondo materiale.
La nostra salute, i nostri cibi
e il nostro futuro di vita sulla terra sono realmente in gioco.
Brian Tokar, che ha scritto questo capitolo e i due che lo precedono, è autore di "Earth for sale" (South End Press, 1997) e di "The green alternative" (New Society Publishers, 1992). E' professore all'Istituto di Ecologia Sociale e al Goddard College a Planfield, Vermont, USA.