Il Corriere della Sera - 12.10.97
MILANO - Borrelli e Cusani insieme, «con reciproca stima». Per lavorare a «un progetto comune»: aiutare i detenuti. A cominciare dai dannati di San Vittore.
Sembra un paradosso, ma l'altra mattina il capo del pool Mani Pulite e l'imputato simbolo di Tangentopoli si sono incontrati in Procura. Prima di salutarsi «cordialmente» con l'impegno di voltare pagina, per mettere a punto un progetto che sta a cuore anche a un amico comune: il giudice Antonio Maci, presidente di quel tribunale di sorveglianza che «governa» l'emergenza carceri.
A rivelare il contenuto dell'incontro, «breve ma utilissimo», è lo stesso Cusani, che ieri era a casa, in permesso: «No, non è stata soltanto una visita di cortesia. Sono entrato nell'ufficio di Borrelli perché mi premeva conoscere la sua posizione sul progetto di agenzia per il lavoro che sto coltivando da tempo, insieme con i detenuti di San Vittore, e che sembra finalmente arrivato al momento della realizzazione pratica». La voce è serena. E gli scontri frontali con quella Procura che lo ha fatto condannare per le tangenti Enimont ed Eni-Sai sembrano ormai passato remoto. «Borrelli - giura Cusani - è stato gentilissimo. E mi ha fatto i complimenti, dicendo di essere molto interessato al nostro progetto di cambiare il sistema carcerario, favorendo il lavoro dei detenuti, anche all'esterno, come mezzo principale di recupero e reinserimento nel tessuto sociale ed economico».
Ma cosa c'entra la Procura con questi sogni garantisti? «I sostituti di Borrelli - spiega Cusani - hanno voce in capitolo in tutte le procedure che incidono sulle aspirazioni e sui bisogni dei detenuti: permessi, licenze, lavoro esterno... Volevo capire quale fosse la posizione della Procura. E per questo ho incontrato Borrelli. Con un risultato che definirei ottimo. Il procuratore mi ha detto che stiamo facendo un bel lavoro. Soprattutto, mi ha fatto capire che la Procura non intende porre alcun ostacolo ai progetti di favorire l'occupazione dei detenuti. Un orientamento favorevole che si somma alla collaborazione, di grande rilievo, assicurata da tempo dal presidente del tribunale di sorveglianza, Antonio Maci, che stimo molto».
«Con i compagni di San Vittore - aggiunge l'ex nemico giurato dei magistrati milanesi - abbiamo preparato anche un disegno di legge destinato ai Comuni. In sintesi, si tratta di incentivare l'impegno dei reclusi in occupazioni di rilevanza sociale, secondo uno schema contrattuale: un giorno di lavoro non retribuito, in cambio di un giorno di carcere in meno. Il piano di recupero si completa con un secondo passaggio: le amministrazioni comunali vengono vincolate a reinvestire nell'area del disagio sociale, e cioè della prevenzione o del reinserimento degli ex detenuti, gli stessi soldi che sono stati risparmiati grazie al lavoro gratuito dei reclusi. A questo progetto si stanno interessando anche i sindaci Bassolino e Rutelli. E, a Triste, Illy ha già portato la proposta in giunta».
E Sofri, l'altro grande condannato dai giudici milanesi? Non si sta battendo anche lui per i detenuti? «Non con noi. Con Adriano non ci siamo sentiti».
Ora il detenuto Cusani ha altri due giorni di libertà. «Lunedì mattina ho un incontro con i dirigenti dell'Assolombarda per superare gli ultimi ostacoli. Si tratta di trovare imprenditori disposti a inserire concretamente i detenuti nel mondo del lavoro. Vorrei sottolineare il messaggio di disponibilità che ci è arrivato, tra gli altri, da Cesare Romiti. Con il nostro gruppo di studio di San Vittore, stiamo preparando anche un'iniziativa a favore dei ciechi: una specie di servizio taxi gratuito per i non vedenti. Chiederò alla Fiat di regalarci almeno un paio di macchine».
E dopo l'incontro con gli industriali, che farà? Cusani, scoppiando a ridere: «Dovrò rientrare a San Vittore. Ho un impegno con i miei compagni detenuti: martedì c'è una riunione molto importante, dobbiamo fare il punto della nostra battaglia per il lavoro. Per questo, l'altro ieri, ero a palazzo di giustizia: dovevo chiedere al presidente Maci di modificare il mio permesso di uscita da San Vittore». Per guadagnare qualche giorno di libertà? «No - ribatte Cusani - per poter anticipare il mio rientro in carcere». Scusi, ma perché un detenuto dovrebbe andare a chiedere ai giudici di poter tornare dietro le sbarre? «Per chi sta fuori è difficile capire - ribatte il "socratico" ex finanziere di Tangentopoli -. Ma io l'avevo promesso ai miei compagni: martedì sarò di nuovo insieme con voi».