Il Corriere della Sera - 17.07.97

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A favore: Scopelliti (FI): «Punizione inutile come deterrente»

D. Mart.

ROMA - Sola contro tutto il Polo. La senatrice Francesca Scopelliti (Forza Italia), che ha mosso i suoi primi passi in politica quando era la compagna di Enzo Tortora, non ha tenuto conto delle indicazioni del suo partito e a Palazzo Madama ha continuato una battaglia che da anni conduce nelle carceri a fianco dei detenuti.

Perché ha votato con l'Ulivo e Rifondazione per l'abolizione dell'ergastolo?

«Sono convinta, per un percorso politico che probabilmente è diverso da quello dei miei colleghi, che l'ergastolo è una cattiveria giudiziaria che non ha più senso. Che non trova più riscontro nelle sue finalità. Perché, se in teoria l'ergastolo dovrebbe servire come deterrente, bisogna dire che in pratica questo meccanismo non funziona, come non è un deterrente la pena di morte. Attualmente, il numero degli ergastolani è per fortuna molto limitato: non sono più di 500 e anche questo sta a dimostrare che l'ergastolo non ha poi quell'utilizzo che si vuole far credere. Il carcere a vita è solo una bandierina di terrorismo psicologico che si vuole sbandierare perché il "fine pena mai" equivale praticamente a una pena di morte».

Ma la riforma potrebbe anche non essere digerita dagli italiani.

«È vero che abbiamo alle spalle un referendum che non passò, ma bisogna dire che allora erano vicini gli anni di piombo. Però credo che un'informazione corretta possa far capire qual è la portata del provvedimento: non significa mica aprire le porte del carcere, ma vuol dire permettere anche al delinquente più incallito la possibilità di tornare alla vita. Con un presupposto che è fondamentale: la diversità tra l'uomo che commette il reato e l'uomo che sconta la pena».

Cosa hanno detto gli altri di Forza Italia?

«Quando nel gruppo iniziammo a parlare sono stata invitata ad adeguarmi. Ci fu una riunione con Berlusconi e io gli chiesi qual era la posizione: "Può anche essere una conquista civile - mi disse - ma in una logica di armonizzazione del codice penale"».

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