Il Corriere della Sera- 19.11.97
MILANO - L'idea l'ha buttata lì José, un detenuto venezuelano in cella da un anno e mezzo: «Starsene qui a far niente è un disastro - ha detto sconsolato a una volontaria -. Ci fosse almeno una palestra...».
Due mesi e mezzo di tentativi, telefonate, contatti e alla fine la palestra è arrivata: tredici macchine «isotoniche» varcheranno stamattina il portone del carcere di San Vittore. Con la benedizione del direttore, Luigi Pagano, dei quasi 1800 detenuti e della società che, con la mediazione dei volontari, ha raccolto l'appello dei carcerati per la creazione del centro sportivo nel penitenziario.
Non che finora l'abbia avuta vinta l'apatia. I detenuti più sportivi hanno fatto di necessità virtù: usando l'ora d'aria per correre nel cortile o sfruttando il pochissimo spazio della cella per gli esercizi ginnici.
Certo: altra cosa sarà, da oggi in poi, avere a disposizione l'«abdominal machine», la «cyclette», le spalliere o la «leg extension», macchine formamuscoli che fanno la gioia e il sudore dei frequentatori di palestre.
A fornire il tutto sarà l'American Contourella. Interpellata un paio di mesi fa dal gruppo di volontari che si occupa di San Vittore, la società s'è data da fare per trovare quanti più macchinari possibili da mettere a disposizione dei detenuti. Ne ha ristrutturati alcuni già usati e ne ha recuperati altri nuovi. Poi ha stipato tutto in un deposito alla periferia di Milano e ha chiamato piazza Filangieri: «La palestra è qui. Basta venire a prenderla». Così stamattina una camionetta partirà da San Vittore alle 9.30 e rientrerà un'ora più tardi con le 13 «isotoniche».
«Abbiamo saputo - spiegano i responsabili della stessa American Contourella - che i carcerati sentivano l'esigenza di muoversi per scaricare tensioni e fare un lavoro muscolare integrando la corsa in cortile con programmi specifici. Sappiamo anche che a San Vittore esiste già un programma per la valorizzazione di queste esigenze e così non abbiamo perso l'occasione per essere presenti in campo sociale».
Chi potrà usare gli attrezzi e come sarà regolata l'attività della palestra è ancora tutto da stabilire.
Al direttore del carcere comunque piace l'idea di portare «fitness» e «body building» fra i sei raggi del penitenziario. Ma spiega che ci sarà un problema immediato: quello degli spazi. «La palestra adesso non c'è - fa sapere Pagano -. Cercheremo di ricavare un locale, magari nel reparto dei tossicodipendenti. Forse è l'idea migliore». E ancora: «Ci sono tanti ragazzi giovani che hanno bosogno di fare attività fisica».