Il Corriere della Sera - 20.02.98
ROMA - Incontri ravvicinati e senza vetro divisorio con i figli che non hanno ancora compiuto 12 anni, sessanta minuti di sport ogni settimana, ora d'aria anche in gruppi di tre detenuti. Il carcere duro per i boss diventa un po' meno severo, proprio nel momento in cui sono operative le videoconferenze: finisce dunque il turismo processuale (le lunghe trasferte durante le quali i mafiosi potevano comunicare con l'esterno) e contemporaneamente il ministero di Grazia e Giustizia decide di allentare la morsa del 41 bis, l'articolo della legge sull'ordinamento penitenziario che era stato inasprito nel '92 dopo la morte di Falcone e di Borsellino. Chiarisce subito il sottosegretario Giuseppe Ayala: «Abbiamo recepito la sentenza della Consulta del novembre scorso che, confermando la costituzionalità di questa norma, ha fatto comunque un ragionamento condivisibile. Secondo il quale il carcere duro è concepito solo per impedire ai mafiosi di continuare ad avere rapporti con l'esterno, mentre non sono ammissibili tutte le restrizioni che non hanno questa finalità e che rischiano di essere solo afflittive».
Ecco allora che sono state allentate le maglie. Alcuni giorni fa sono scaduti più di cento decreti di 41 bis (in totale sono poco più di 400 i boss sottoposti a questo regime) e così, al momento di firmare, Ayala ha dovuto tenere conto delle indicazioni della Corte costituzionale: se, per esempio, un mafioso può usufruire di un'ora d'aria al giorno, perché non ne può fare due o addirittura tre? Perché precludere a questi superdetenuti l'assistenza dello psicologo o la possibilità di frequentare la biblioteca del carcere? Ragionamento ineccepibile. Per cui la direzione del Dipartimento amministrazione penitenziaria ha diramato una circolare a tutti gli istituti interessati (sono sette, dopo la chiusura di Pianosa e dell'Asinara) in cui sono state elencate le nuove misure ma anche le cautele da tenere in considerazione.
Solo ai bambini sotto i 12 anni, e per un sesto del tempo concesso a ogni incontro mensile, sarà consentito abbracciare i genitori detenuti, anche se ci sarà sempre l'occhio elettronico di una telecamera a vigilare. È stata anche allargata la possibilità di socializzazione: se prima i boss potevano fare l'ora d'aria al massimo in due, adesso il gruppetto, attentamente selezionato, può anche essere di tre. E infine c'è lo sport, anche se le attività previste riguarderanno piccoli gruppi: di certo non una partita di calcio, che metterebbe in contatto troppi detenuti. Un'altra novità riguarda quei mafiosi non di vertice (sarebbero cinque) che dopo cinque anni di carcere duro hanno ottenuto la revoca del 41 bis perché la loro potenziale «attività di collegamento» non rappresenta più un pericolo.
La seconda sterzata verso un carcere un po' più umano anche per i boss arriva dopo i provvedimenti presi in occasione della Pasqua scorsa. Allora, sempre su impulso della Consulta, tra l'altro fu autorizzata una telefonata registrata di 12 minuti con le famiglie in sostituzione del colloquio mensile: e qualcuno disse che c'era stato un cedimento dello Stato anche se i parenti sono costretti a utilizzare i telefoni del carcere della città di residenza. «Non è stato un passo indietro. La prova sta nel fatto che di quelle telefonate ce ne sono state 3 o 4 al mese», osserva Ayala. Che conclude: «Con le videoconferenze che presenteremo domani (oggi, n.d.r.) con un collegamento Roma-Palermo-Milano, il 41 bis torna a essere una cosa seria».