Il Corriere della Sera - 25.10.97

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SIMEONE A PISA

Ma un deputato «nero» visita Adriano in cella

L. Za.

ROMA - Il rosso e il nero. Insieme dietro le sbarre. E in sintonia: almeno sui temi della giustizia. Il giorno dopo l'attacco di Alleanza nazionale al sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone - che aveva definito la detenzione di Sofri, Bompressi e Pietrostefani «inutile e ingiusta» -, Adriano Sofri incontra un deputato di An, Alberto Simeone, firmatario del progetto di legge sulle carceri. Una visita singolare, questa di un esponente della destra all'ex leader di Lotta Continua. «Ma non abbiamo parlato della sua vicenda giudiziaria», precisa Simeone all'uscita dal carcere pisano Don Bosco.

Nessuna contraddizione tra la visita a Sofri e l'appartenenza a un partito, An, che attacca chi lo vorrebbe libero? «No, non vedo barriere insormontabili tra il nero e il rosso - dice Simeone -. Quando parlo con Sofri ho netta l'impressione che siano stati completamente superati gli Anni di Piombo. La mia posizione è condivisa dagli onorevoli Fragalà e Cola: siamo la punta avanzata di An».

Ma il delitto Calabresi, i processi, le condanne... tutto da dimenticare? «La vicenda è oggettivamente connotata da troppi punti oscuri. Non va dimenticato che il delitto risale ai tempi dello stragismo di Stato...». Per lei Sofri e gli altri sono innocenti? «Ritengo debbano poter attendere in libertà un nuovo processo. Sarebbe il miglior modo di esorcizzare gli Anni di Piombo. Sofri era visibilmente soddisfatto di questa mia visita: "Vent'anni fa non avremmo discusso in questi termini", mi ha detto. Abbiamo convenuto che, così com'è, la mia legge non è la migliore possibile, perché un emendamento del Senato ne tradisce il testo originario: "Ma è la soluzione più praticabile", dice Sofri».

Eppure a sostegno della legge Simeone centinaia di detenuti stanno facendo lo sciopero della fame. «È vero, ma c'è un equivoco di fondo. Sofri l'ha capito e ieri ha chiesto ai "compagni detenuti" di interrompere lo sciopero. Poi si è preoccupato di far avvertire anche i detenuti di Rebibbia, forse la protesta rientrerà. Si è creata l'illusione che la legge possa far uscire migliaia di persone. Non è così. Il mio testo tendeva a tener fuori dal carcere migliaia di persone ancora sotto processo. Invece il Senato l'ha resa più pesante, eliminando la sospensione automatica dell'ordine di carcerazione. Ma "meglio una legge imperfetta adesso, che una non-legge", ha detto anche Sofri. Per questo ritiene debba rientrare la protesta nelle carceri: ci vuole un clima sereno per far passare in fretta questa norma; poi la si potrà migliorare».

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