Il Corriere della Sera - 28.10.97

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LO SCIOPERO DELLA FAME

La protesta delle carceri, si cerca una mediazione

P. Br.

ROMA - A Rebibbia continua lo sciopero della fame. Sono già passati nove giorni dall'inizio della protesta del «carrello» che dai bracci G8 e G12 si è man mano estesa a tutto il complesso carcerario. Ieri 130 detenuti, in rappresentanza degli altri mille che hanno aderito alla protesta, sono intervenuti all'incontro promosso dall'amministrazione penitenziaria, alla presenza del direttore generale Alessandro Margara, e di un gruppo di parlamentari, tra i quali i senatori Giovanni Russo Spena e Athos De Luca e i deputati Carlo Leoni e Roberto Sciacca.

Nel corso del confronto sono stati ribaditi gli obiettivi della protesta, che dall'iniziale sostegno alla rapida approvazione della legge Simeone-Saraceni si sono allargati ad altri punti. Le richieste dai carcerati vanno dal condono di almeno tre anni alla depenalizzazione dei reati minori, dalla liberazione dei detenuti afflitti da malattie incompatibili con la detenzione, come l'Aids, all'abolizione dell'articolo 4 bis che esclude migliaia di detenuti dalle misure alternative.

Sott'accusa poi sono anche i magistrati di sorveglianza, ritenuti eccessivamente prudenti e poco elastici nell'assegnazione di misure alternative. Sul problema si è soffermato anche Margara che ha chiesto di «eliminare l'intoppo che si è creato in questi tribunali, liberando gli stessi magistrati dalle troppe pastoie in cui operano. Su questo punto si è espressa anche Tiziana Parenti, di Forza Italia, che in mattinata aveva visitato il carcere: «I detenuti lamentano eccessiva discrezionalità e mancanza di parametri comprensibili nella concessione dei permessi».

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