Il Manifesto - 01.05.98

WB01343_.gif (599 bytes)


REAZIONI

Grande soddisfazione. Ma è solo il primo passo

- COSIMO ROSSI - ROMA

N on può che essere "positiva", la valutazione sul sì del senato all'abrogazione dell'ergastolo per il presidente di Magistratura democratica Livio Pepino. Una posizione che Md aveva già sostenuto dal congresso di Napoli (due anni fa) e ribadito lo scorso finesettimana al congresso di Genova. "Non è l'idea della pena perpetua che risponde alle esigenze di giustizia e di sicurezza - argomenta Pepino - Il problema è quello dei provvedimenti alternativi, di pene che siano congrue, ma che lascino la speranza. non l'azzeramento della persona". Ecco perché - come ha rilevato il realtore Salvatore Senese nel suo intervento di giovedì - il sì all'abrogazione dell'ergastolo "getta le basi" per una riforma complessiva del sistema penale italiano. "Non c'è dubbio che affrontare l'ergastolo significhi porsi il problema delle pena: a cosa serva; se ha senso avere come unico modello il carcere - continua Pepino - L'abrogazione può riaprire una stagione di riflessione su questo, che è il dibattito mancato in questi decenni in tutta la società occidentale. L'ergastolo è il perno che individua come risposta alle devianze la punizione".

Con la speranza in un seguito rapido della legge, da Magistratura democratica al mondo delle associazioni impegnato dietro le sbarre si guarda dunque anche al domani. Non a caso l'associaizone Antigone - promotrice della campagna "mai dire mai" contro la carcerazione a vita - ritiene il voto di ieri "solo il primo passo di un lungo processo di riforma". Secondo il presidente Mauro Palma "ora dovrà seguire non solo l'esame e l'approvazione della camera, ma anche una più ampia iniziativa legislativa per la riforma del codice penale e del sistema sanzionatorio". In questo quadro, secondo Antigone, "andrà ovviamente rivista la previsione de una reclusione speciale che si estende oltre il limite di pena di trent'anni previsto dal codice Rocco, inutile concessione offerta dal senato alle campagne di legge e ordine periodicamente alimentate dai mezzi di comunicazione". Altri punti critici sono alla base della soddisfazione "con riserva" espressa invece dall'associazione Nessuno tocchi Caino. Perché "nella sostanza il voto non modifica i tempi e i termini che rimangono duri uguali a quelli dell'ergastolo, come i 20 anni per la semilibertà e i 26 per la condizionale". Ancora più grave è per l'associazione "la permanenza dell'isolamento diurno del condonnato alla reclusione speciale" (che la prima firmataria della legge Ersilia Salvato ha cercato invano di sopprimere), oltre al fatto che nel dibattito non hanno mancato di squillare - tanto da destra che anche da sinistra - i toni emergenzialisti che inneggiavano al valore deterrente della pena.

Il voto di ieri fa comunque registrare la soddisfazione unanime del mondo delle associazioni. Una soddisfazione "enorme", come la esprime il presidente del coordinamento degli enti e delle associazioni di volontariato penitenziario (Seac) Livio Ferrari: "Se la Camera confermerà questa decisione l'Italia avrà dato un esempio di civiltà ed umanità a tutto il mondo - rileva - Perché l'abrogazione dell'ergastolo, al di là degli aspetti tecnici, assume rispetto per la vita umana ed è un segnale di grande speranza per un mondo che produce giustizia che sa perdonare e non solo punire". Per il presidente dell'associazione Volontariato in carcere, don Paolo Sipriano, il voto del senato rappresenta invece "un segnale importate di volontà di dare piena applicazione al principio del carcere come strumento di socializzazione sancito dalla Costituzione". Un segnale che Sipriano conta trovi conferma alla camera, auspicando soprattutto "una più complessa e articolata riforma del codice penale che preveda la depenalizzazione dei reati minori e un miglioramento dell'ordinamento penitenziario che incrementi le misure alternative".

"Un punto a favore di una battaglia di civiltà". Questo invece il commento del presidente dell'Unione delle camere penali Fabrizio Corbi. Il voto del senato rappresenta per Corbi "una tappa importantissima in quel processo di nuova affermazione dei principi di civiltà giuridica che si concretizzano anche nell'umanità della pena". Ecco perché secondo l'avvocato "più del carcere a vita la nostra civiltà ha bisogno di pene magari più miti, ma rapide ed effettivamente eseguibili". E anche il presidente dell'Anci, Enzo Bianco, accoglie con soddisfazione il voto, pur amonendo contro il rischio di lassismo e chiedendo "maggiore severità nei confronti dei detenuti pericolosi".

 

WB01343_.gif (599 bytes)