Il Manifesto - 02.12.97

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GIUSTIZIA

Detenuto da 50 giorni in sciopero della fame

D JAMAL Lounici è ormai arrivato al cinquantacinquesimo giorno di sciopero della fame. Il suo fisico è ormai pericolosamente minato e il suocero e la moglie del detenuto algerino temono che possa da un momento all'altro avere un crollo. Anche perché Djamal Lounici, esponente del Fis, in carcere a Novara, aveva già effettuato un primo sciopero della fame qualche mese fa. In una conferenza stampa indetta dal capogruppo dei verdi in regione Pasquale Cavaliere, il suocero di Lounici, Deramchi Othman e l'avvocato Francesco Piscopo hanno sottolineato che "Lounici continua ad essere detenuto, nonostante siano scaduti i termini di custodia cautelare". Lounici è infatti indagato dal tribunale di Napoli per associazione a delinquere. Ma i termini di custodia cautelare sono scaduti. Su Lounici pende anche una richiesta di estradizione da parte della Francia. L'Italia ha accolto la richiesta ma ha sospeso l'estradizione in attesa dell'esito del processo di Napoli. Lounici quindi rimane in carcere soltanto per fini estradizionali. "Deve intervenire il ministro della giustizia - ha detto Cavaliere - anche perché Lounici è intenzionato a proseguire la protesta". Nel carcere di Novara, oltre a Lounici, è in sciopero della fame da tre settimane anche un altro detenuto algerino, Metali Abderraman. Anche per lui sono già scaduti i termini di custodia cautelare, ma ancora non è stato scarcerato. Metali aveva già fatto un lungo sciopero della fame e della sete per chiedere al giudice almeno di interrogarlo e dargli quindi la possibilità di difendersi. Il primo interrogatorio c'è stato sette mesi dopo l'arresto di Metali, dopo la protesta che gli era costata anche un ricovero in ospedale per le gravi condizioni. (Or. Ca.)

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