Il Manifesto - 11.06.97

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Cassazione: in galera anche se malati di Aids

A risbattere i malati di Aids che commettono reati in carcere fu due anni fa la Corte costituzionale che, sull'onda di "indignazione" dell'opinione pubblica per l'unico caso del genere, quello della cosiddetta "banda dell'Aids", decise di modificare la legge. Ora è la volta della Cassazione che, con una sentenza della seconda sezione penale, fa un passo in più e stabilisce che lo "status" di malato di Aids non è per il rapinatore motivo sufficiente a vedersi infliggere una pena di lieve entità. La decisione prende spunto da un ricorso della Procura della repubblica presso la corte d'appello di Milano con la quale un uomo, malato di Aids, era stato condannato a due anni e due mesi per due rapine in banca, eseguite con armi e siringhe, "pena detentiva - sottolinea il ricorso - pressocché corrispondente al minimo". Poiché, sottolinea la Cassazione, si è creato un grave allarme sociale, l'imputato aveva "gravi precedenti giudiziari dai quali è possibile desumere la sua personalità, si deve ritenere che il riferimento al grado di sieropositività grave per giustificare il contenimento della pena, non appare idoneo a suffragare il regolamento sanzionatorio disposto".