Il Manifesto - 18.07.97

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Diritti - Per ridurre i danni, i rischi e i profitti

Marco Calabria - Roma

Ci sono già le buone proposte di legge elaborate dal Forum Droghe e depositate da tempo in parlamento, c'è l'annunciato disegno di legge organica che il governo presenterà per alleggerire le norme penali e proporre alternative terapeutiche e sociali al carcere. E' dunque opportuno cercare 50 mila firme per due leggi di iniziativa popolare? Sì, è opportuno. In primo luogo perché, con pazienza e fatica, intorno ai progetti antiproibizionisti si è costruito un vero movimento che raccoglie tutti i partiti e i giornali della sinistra, le associazioni, le comunità i centri sociali. In secondo luogo perché, per usare le parole di Fausto Bertinotti, intervenuto ieri a Roma alla presentazione delle leggi: "La scelta dello strumento di iniziativa popolare ha un valore in sé, è il veicolo con il quale aprire un discorso nel paese, un punto essenziale che va persino al di là dell'esito finale. La battaglia per la riduzione del rischio investe un punto centrale di una modernizzazione che cresce e continua ad escludere".

Alla conferenza stampa ieri c'erano: Grazia Zuffa, presidente del Forum Droghe, don Andrea Gallo a rappresentare le comunità, Luca Casarini per i centri sociali, Betti Leone della Cgil, Bertinotti, Manconi, Buffo, Dalla Chiesa e persino un giovane liberale, per le forze politiche. Difficile vedere oggi tanta unità di soggetti e forze democratiche. Siamo ormai a metà luglio e d'estate, si sa, qualcuno si ricorda delle carceri che "scoppiano". E' dunque soprattutto una scelta di buon senso quella di promuovere finalmente politiche alternative che facciano scendere la popolazione carceraria fino al 30%. "Fumare spinelli non fa bene, ma non fa più male che fumare sigarette - ha detto Gloria Buffo - legalizzare la cannabis è una scelta in favore della legalità". Una scelta che evita pericolosi contesti. Anche se ormai pochi hanno il coraggio di sostenere che il "tunnel della droga" comincia con lo spinello e arriva all'eroina, è evidente che l'illegalità è l'unico elemento che unisce sostanze tanto diverse.

Come ha spiegato bene don Gallo non si può esitare quando la posta in gioco è la vita dei ragazzi. E se la posta è così alta, forse non dobbiamo stancarci di ripetere alcune verità che sembrano ovvie. La situazione attuale, dopo decenni di politiche proibizioniste, consente di fatto di comprare eroina in ogni angolo delle nostre città. "Oggi c'è il libero mercato delle sostanze stupefacenti, dobbiamo introdurre almeno elementi di controllo in quel mercato", ha spiegato Luigi Manconi citando i successi significativi di esperienze di strordinaria importanza, come quella svizzera o la sperimentazione che si avvia a Venezia tra l'assessorato alle politiche sociali del comune, l'istituzione, e i centri sociali di quella città.

Nelle proposte presentate, e illustrate dettagliatamente nell'ultimo numero di "Fuoriluogo" uscito con "il manifesto" del 15 luglio, c'è un segno caratterizzante di intelligenza e di libertà. L'articolo 4 della legge sulle "droghe leggere" vieta la propaganda pubblicitaria diretta e indiretta della cannabis e dei suoi derivati, ma si afferma che "non costituiscono reato le opere d'ingegno non destinate alla pubblicità". Un solo esempio, ma quanto utile per capire che vanno fatte opportune e intelligenti distinzioni sulle finalità, le sostanze, i comportamenti, la quantità dei consumi e l'età dei consumatori. Buon senso, appunto.

Dall'altra parte ci sono le demonizzazioni culturali e ideologiche, ma anche gli interessi economici di un mercato che muove 400 miliardi di dollari l'anno nel mondo e ha da sempre protezioni politiche e legislative per le quali ormai nessuna anima bella può più dirsi sorpresa. Betti Leone ha raccontato un episodio avvenuto nella sua città, l'Aquila. Due ragazzi, allievi finazieri, sono stati espulsi dal corpo perché trovati in possesso di uno spinello. Questa battaglia va fatta anche per loro.

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