Il Manifesto - 18.10.97
CARCERI
- A. P.
A NCORA ncora sotto pressione i detenuti. Nel carcere di Secondigliano a Napoli la procura circondariale ha aperto una nuova inchiesta su maltrattamenti e pestaggi ai danni di detenuti. Dopo gli episodi analoghi denunciati nei giorno scorsi a San Vittore e a Rebibbia, ieri nell'istituto penale di Napoli una trentina di detenuti sono stati interrogati. L'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Michele Morello e da sei magistrati ed è stata avviata sulla base di alcune denunce di parenti di detenuti su maltrattamenti e frequenti incidenti - secondo i referti medici acquisiti dai magistrati. Per ora non ci sarebbero persone iscritte nel registro degli indagati. Nella casa circondariale di Secondigliano, inaugurata nel 1992, ci sono un migliaio di detenuti, in maggioranza con condanne definitive. Negli anni scorsi un'analoga inchiesta sfociò nel rinvio a giudizio di 65 persone tra ispettori, assistenti e agenti di polizia penitenziaria in servizio a Secondigliano perché ritenuti responsabili di presunte violenze.
Al carcere romano di Rebibbia, invece, i detenuti del nuovo complesso sono in sciopero della fame. Oltre 450 dei circa 1.400 del penitenziario romano rifiutano da mercoledì tutto il cibo passato dalla amministrazione. Lo fanno per "ottenere - dicono - misure concrete per la riduzione della popolazione carceraria; avere uno stanziamento di fondi per garantire una decente e umana vivibilità; risolvere la precaria situazione igienico sanitaria". Era l'unico modo, hanno precisato i 450 "per reagire al disinteresse dimostrato dall'amministrazione e dalle istituzioni nei confronti dei problemi carcerari. Di fronte a una situazione di emergenza come quella dei penitenziari non si può più fare orecchie da mercante"."I detenuti hanno ragione - ha commentato il direttore del Nuovo Complesso, Maurizio Barbera - fanno bene a protestare perché ci sono cose, come quelle previste dalla legge Simeoni da poco approvata dal senato, ad esempio, che sono sacrosante e che attendono da troppo tempo". A questo proposito, l'Associazione Antigone informa che 133 detenuti hanno scritto al presidente della repubblica, a quello della camera, al ministro Flick e ai presidenti di Antigone, Arci, Acli e Caritas chiedendo la rapida approvazione della legge Simeone che favorisce le misure |alternative per le pene brevi.