Il Manifesto - 19.06.97

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TEATRO - Un festival diviso in due

Volterrateatro diventa il "Laboratorio dei teatri", curato dal centro di Pontedera e "I teatri dell'impossibile" di Carte Blanche

CRISTINA PICCINO - ROMA

Due progetti distinti, separati anche se conviventi in un unico festival, Volterra teatro. Che per l'edizione 1997 presenta il Laboratorio di teatri, curato come gli scorsi anni da Pontedera Teatro (Roberto Bacci, Luca Dini, Carla Pollastrelli) e I teatri dell'impossibile ideato da Carte Blanche, cioè dal centro teatro e carcere di Volterra di Armando Punzo. Uno sdoppiamento, se si guarda la situazione generale dei festival (e non solo) italiana che suona alquanto bizzarro. E non è solo una questione di finanziamenti, ma a scorrere il programma fittisssimo si ha un po' come la sensazione dello spreco, delle occasioni mancate, visto che poi molte di queste proposte rischiano di rimanere dentro ai circuiti dei festival.

Per quanto riguarda il progetto firmato da Roberto Bacci, il punto di partenza è quello che ha sempre informato Volterrateatro, il pensare cioè l'appuntamento del festival come un laboratorio, un momento di confronto tra diverse idee di teatro, diversi lavori che poi continuano la loro vita. Insomma non una vetrina ma un vero passaggio verso una ricerca allargata e sempre "in progress". Così nel cartellone - le date del festival sono 17-27 luglio. La prima parte è quella itinerante nei comuni intorno, la seconda a Volterra sarà 21-27 - si ritrova Thierry Salmon con Temiscira 3, le vostre madri sono state più solerti, nuova tappa del lavoro di cui ha presentato la precedente proprio a Pontedera, alla fine di maggio.

Oppure Enzo Moscato con Teatri del mare, che come ha sottolineato lui stesso "non è una messinscena chiusa, piuttosto il punto 'terminico' di una stagione che mi vede lavorare insieme a tre cose: questa, uno studio su Rimbaud che sarà a Sanrtarcangelo e Luparella un mio vecchio testo di cui faccio la regia per Isa Danieli. E Teatri del mare è un altro tassello in quel teatro dell'essere che credo di fare, e che non è mai rappresentazione. Sarà in lingua napoletana, con molta musica, chè il mare per me è una realtà sonora...".Tra gli altri appuntamenti, gli Avion Travel, il Teatro Settimo (Olivetti di Laura Curino), Ambrogio Sparagna e dal Brasile il Grupo Caixa de Imagens che "minaccia" di essere una scoperta col suo microteatro per un solo spettatore. Incontri, seminari con Romeo Castellucci, Claudio Morganti, Ravenna teatro...

Pienissimo il lato Carte Blanche, che in questo senso ha più la struttura di un "contenitore", seppure guidato da un'esigenza comune, l'impossibile con significato esteso a tutte quelle forme di ricerca che fanno i conti con scommesse "estreme". Passaggio obbligato una retrospettiva della Fortezza (Marat Sade; La prigione; I negri), il lavoro fatto da Carte Blanche nel carcere della città coi detenuti diventati poi attori, vincendo resistenze e difficoltà di ogni genere. Tanto che l'ultima messinscena, ispirata al Don Chisciotte sarà (forse) presentata in forma di laboratorio, visto che per disposizioni del ministero degli interni la compagnia è stata ferma 4 mesi. Ma si incontrano anche i "corpi estremi" e organici (o post organici) della body-art, human-art "selezionati" da Francesco Alfano Miglietti, in versione live e video (tra l'altro Riminicinema ha dedicato all'argomento una bella retrospettiva curata da Teresa Macrì). Arriveranno Franko B., i Motus, Clare Ann Matz ma anche le immagini di Orlan, Stelarc, Fura del Baus...

"Zapping", e ecco una mostra di Oliviero Toscani, 15 anni di immagini per United colors of Benetton, poi un altro incontro con gli artisti dell'estremo organizzato dalla rivista No limits, una vetrina per i giovani ex-allievi della Civica di Milano, un progetto sulla cultura ebraica, Shorashim-Radici che vede tra gli altri l'arrivo del gruppo israeliano Habreira Hativeet.

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