Il Manifesto - 26.10.97

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Posta & Mail - La vita in carcere

Pochi giorni fa un uomo detenuto nel carcere di Regina Coeli è morto a seguito di una malattia. Non entriamo nel merito della vicenda data l'impossibilità di verificare reperti medici orari e soccorso prestato, in quanto la direzione ha subito posto la censura. Tuttavia alcune domande è lecito porsele. Come spiegarsi che una persona sottoposta al controllo dell'amministrazione penitenziaria, che ha la responsabilità di verificare le condizioni di salute, possa morire così? Conoscendo la situazione a Regina Coeli siamo certi che la versione fornita dalle autorità non corrisponde al vero ma è tesa a coprire lacune malfunzionanti di questo carcere?

Ecco sommariamente le condizioni a cui sono sottoposti i detenuti: 1) Isolamento (o transito) anche 12 persone per cella (di 6 o 7 metri), 40 minuti d'aria al giorno, pessime condizioni igienico sanitarie aggravate alla promiscuità con detenuti in crisi di astinenza con un'alta percentuale di sieropositivi e cicliche epidemie di scabbia e pidocchi; 2) Nella altre sezioni ci sono sette persone per cella costrette a una convivenza forzata in cella di 5 metri per 4; 3) Assistenza medica ridotta a visita di due minuti con terapie che a volte bisogna pagarsi per intero per carenza di farmaci. Visite specialistiche che bisogna attendere a volte anche mesi per non parlare di interventi o esami particolari. Pronto intervento con un solo medico di guardia per tutto il carcere nelle ore notturne con un esiguo numero di infermieri e prima di poter uscire dalla cella ed essere visitati può passare un'ora o più. Vitto della peggiore qualità esistente sul mercato; 4) Salvo quelle ristrutturate, le strutture sono fatiscenti, niente riscaldamento e le docce sono fredde se non al mattino presto; 5) Colloqui con i familiari in 7 o 8 in una stanza attrezzata per 5 con lunghe attese per i familiari; 6) Le nuove disposizioni hanno ulteriormente ristretto i generi alimentari e altri generi ricevibili con il pacco settimanale dall'esterno limitato a 5 chili. Divieto di qualsiasi apparecchio elettrico compresi radio e registratori portatili; 7) Le guardie carcerarie hanno di fatto un potere incondizionato sul detenuto data la sua estrema ricattabilità. Le provocazioni, le umiliazioni e a volte le botte sono frequenti; 8) Tranne il corso di scuola media, attività sportive e culturali neanche a parlarne; 9) Ovviamente peggiori sono le condizioni economiche e personale del detenuto e peggiore è la vita in carcere se non si hanno i soldi non si ha assistenza legale e quella di fiducia è un'assistenza allo sbaraglio.

Questo è un sommario elenco per invitare ad una attenzione più approfondita che non si accontenti di burocratiche rappresentazioni fornite dall'amministrazione penitenziaria o alle rappresentazioni di carcere modello. Ma può spiegare perché succedono certi fatti e di chi è la responsabilità. Sappiamo che questo viene considerato un carcere di transito, un transito che però può durare anche un anno o più.

Lettera firmata da Regina Coeli - Roma

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