Il Manifesto - 30.04.98
GIUSTIZIA IN SENATO SI SPACCA LA MAGGIORANZA
Democratici di sinistra divisi sulla legge che prevede l'eliminazione dell'ergastolo. Frenetica ricerca di mediazione prima del voto di oggi
- ANNA PIZZO - ROMA
S aranno state le parole liquidatorie pronunciate dal ministro Flick nei giorni scorsi, sarà stata l'approvazione alla camera, l'altro ieri, della cosiddetta legge Simeone (sulle misure alternative per le pene fino a tre anni). Sta di fatto che ieri il clima a palazzo Madama era molto nervoso quando il senato è stato chiamato a pronunciarsi sulla proposta di legge che prevede l'abrogazione dell'ergastolo. A pensare che si stava facendo il passo più lungo della gamba non sono state solo le "solite opposizioni" ma, come capita sempre più spesso, contrari e favorevoli hanno dato vita a schieramenti trasversali e, tra i capofila del primo, ha fatto bella mostra di sé una buona fetta del Pds. Morale, ieri tra mancanza di numero legale in aula e traccheggiamenti, non si è arrivati al voto previsto, invece, per oggi.
La proposta, avanzata più di un anno fa da Ersilia Salvato (Prc), ha già avuto ampi ritocchi peggiorativi e prevede la cancellazione dell'ergastolo, che appare, ha detto Salvato, come una forma parallela ma altrettanto barbara di pena di morte. I 28 anni di pena massima proposti sono lievitati al senato a 30 ma sembra che neppure questo sia stato sufficiente a "tranquillizzare" quella parte dei Democratici di sinistra che hanno annunciato la loro contrarietà. Molte le perplessità sulle "ricadute tecniche": introdurre una pena massima di trent'anni farebbe scattare, infatti, i benefici della cosiddetta legge Gozzini che consentono ai detenuti di uscire dal carcere per buona condotta dopo un certo numero di anni.
Questa operazione aritmetica di sottrazione, ha surriscaldato gli animi e l'altra sera, al termine di una surriscaldata riunione di maggioranza, il capogruppo Ds, Cesare Salvi, se l'è cavata così: "Abbiamo convenuto sull'opportunità di rimodulare i benefici carcerari previsti dalla legge, in modo da rendere più severa la detenzione per i delitti più efferati". E ha aggiunto che solo così sarà possibile attuare il principio dell'abolizione dell' ergastolo.
Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil, ha così commentato: "Mi auguro - ha detto - che i senatori approvino il disegno di legge che abolisce la pena dell'ergastolo, compiendo così una scelta di civiltà. Credo - ha aggiunto il sindacalista - che il principio del recupero e del reinserimento dei condannati nella società civile venga così riaffermato. Occorre infatti puntare sulla capacità del sistema di recuperare pienamente chi ha commesso degli errori".
Favorevoli all'abrogazione dell'ergastolo, i Verdi che, ha ribadito il deputato Paolo Cento "è un fatto di grande civiltà e questo parlamento, e in particolare l'Ulivo, devono affrontare questa battaglia con grande coraggio e determinazione. Si tratta solo di avere coraggio e fare un atto capace di segnare positivamente l'intera legislatura sul terreno delle riforme civili e della giustizia".
Anche un gruppo di intellettuali (Michele Serra, don Luigi Ciotti, Carlo Freccero, Ermete Realacci, Silvia Vegetti Finzi, Luciana Castellina e Mimmo Calopresti) hanno voluto sottolineare la necessità e l'urgenza di una legge che cancelli questa vergogna del nostro paese sottoscrivendo una lettera-appello ai parlamentari per perorare l'abolizione della pena dell'ergastolo in discussione in Senato. Promossa dall'associazione Liberamente, di cui è presidente Gloria Buffo, esponente della sinistra dei Democratici di sinistra, nella lettera-appello si afferma che l'abolizione dell'ergastolo rappresenterebbe per l'Italia "un passo avanti sul terreno dei diritti e delle libertà".
"L'abolizione dell'ergastolo in Italia - si legge ancora nel testo inviato ai parlamentari - deve poter essere l'obiettivo di tutti quelli che vogliono vivere in una società ambiziosa, dove il principio del recupero nel sistema della convivenza civile venga affermato senza timore e cedimenti. La speranza di poter vivere in una società capace di scommettere sul reinserimento va riaffermata - conclude l'appello - sapendo rifiutare con coraggio ogni sorta di 'pena a vita' che troppo assomiglia a una 'pena di morte' mascherata".
Ieri, nel corso del dibattito in aula, si sono distinti i Popolari: Follieri è intervenuto affermando le molte ragioni della necessità di abolire questa forma di "pena capitale". Polo diviso, an compresa mentre la Lega non si è per il momento espressa né a favore né contro. Dopo le dichiarazioni di voto, oggi si dovrebbe concludere. Poi il testo passerà alla camera.