Il Messaggero - 01.05.98
PARLA IL SOTTOSEGRETARIO AYALA
«Ma ormai nessuno resta in galera a vita»
di MARIO COFFARO
ROMA - Sottosegretario Ayala perché lei si è astenuto nella votazione sullabolizione dellergastolo a cui il ministro della giustizia Flick si era detto personalmente contrario?
«Perché se storicamente lergastolo può considerarsi superato come previsione, ritengo però che non sia ancora il momento di abolirlo. Non sono maturi i tempi, probabilmente lopinione pubblica non capirà bene questo messaggio. Era proprio necessario? È una priorità? Il mio timore è che la gente ragioni in questi termini: la stragrande maggioranza dei delitti restano impuniti; i processi contro i potenti rischiano di dissolversi nella prescrizione; la riforma del 513 ha portato all'annullamento di una condanna di un personaggio come Craxi. L'opinione pubblica sulla giustizia è confusa, e vogliamo cominciare proprio dall'ergastolo, con tutto quello che c'è da fare? Rivediamo prima il codice penale, rivediamo limpianto sanzionatorio complessivo, a quel punto poniamoci il problema se ha senso mantenere lergastolo».
Che cosa cambia in concreto per i detenuti condannati allergastolo?
«Sostanzialmente niente. Il dato da cui bisogna partire per capire è questo: lergastolo oggi, dal punto di vista dellesecuzione, vede in carcere da oltre trentanni solo 4 su oltre 800 condannati definitivi. Naturalmente grazie ai benefici della legge Gozzini. Lergastolo rimane così astrattamente previsto dal codice, ma in pratica non esiste. Non ci saranno effetti distorsivi perché la legge Gozzini si continuerà ad applicare. Il problema vero di fondo è che chiunque commetta delitti di particolare gravità sa che comunque vada ci sarà un tetto oltre il quale riacquisterà la libertà. Oggi chiunque commetta reati di una certa gravità sa che se non si comporta in carcere in un certo modo non uscirà più».
Come giudica le critiche dallinterno della maggioranza (Salvato del Prc e Manconi dei Verdi) al ministro Flick?
«Mi stupisce che Manconi e Salvato vivano come un problema il fatto che Flick abbia ritenuto di fronte allautorevolezza della sede, il Senato della Repubblica, e alla delicatezza della questione di dovere spiegare fino in fondo le ragioni della sua personale contrarietà. Il discorso del capogruppo dei Democratici di sinistra è stato diverso, Salvi ha anche ringraziato Flick. Ora questo più che un problema di fiducia di alcune forze politiche nei confronti di Flick, io penso che si ponga il problema per le forze politiche. Se i Verdi e Rifondazione hanno questo problema se lo pongano seriamente, si confrontino tra di loro e ne traggano le conseguenze».
Cioè escano dalla maggioranza?
«Facciano quel che vogliono. A me non piace che un argomento così opinabile e delicato metta in crisi la loro fiducia nei confronti del ministro della giustizia. Anzicché annunciare il loro disagio, che io rispetto anche se faccio fatica a capirlo, gradirei che facciano sapere allopinione pubblica a quali approdi questo disagio li porta».
Il senatore azzurro Pera critica la politica dellUlivo: forcaiola con limputato e perdonista con il condannato ?
«Pera dovrebbe spiegare come mai il garantismo di Forza Italia si manifesti soltanto per certi reati e per certi imputati».