Il Messaggero - 04.03.98

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Rebibbia

«Detenuti picchiati? Noi agenti gli aggrediti»

«Ma quali pestaggi; siamo noi quelli aggrediti, perfino a morsi, dai detenuti». Gli agenti di polizia penitenziaria del sindacato autonomo Sappe contestano la versione dei detenuti di Rebibbia su un’aggressione denunciata dal tribunale del malato. E rincarano la dose: «I sudamericani che noi avremmo picchiato il 25 febbraio in realtà erano ubriachi e hanno ingaggiato una rissa tra loro. Uno ha anche vomitato. E gli agenti si sono limitati a riportare la calma per garantire la stessa incolumità dei detenuti. Lo stesso giorno al G12 un detenuto malato di Aids conclamato ha aggredito e ferito un agente. Dieci giorni di prognosi».

Il racconto degli agenti del Sappe continua con un episodio avvenuto allo Spallanzani domenica scorsa: «Un altro detenuto malato di Aids e piantonato ha assalito a sgaabellate e morsi due agenti addetti alla sorveglianza. Uno di loro ha avuto tre giorni di prognosi». Questo ultimo episodio ha ispirato un’interrogazione al presidente del consiglio e ai ministri della sanità e della giustizia da parte del deputato di An Francesco Storace. Storace scrive che i due agenti sono adesso in cura al policlinico Umberto I e chiede perchè il nucleo piantonamenti non sia stato fornito della dotazione di prevenzione del contagio da Hiv. Gli stessi agenti del Sappe accusano i detenuti di vittimismo e denunciano «volgari insinuazioni di violenze inesistenti. E’ chiaro che per dividere i contendenti di Rebibbia non sono bastate le parole ma sono serviti gli strattoni. Le ingiurie e i pestaggi invece non avvengono».

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