Il Messaggero - 08.05.98
Interrogazione - Storace:«Pochi agenti per scortare i detenuti»
Troppo pochi gli agenti di scorta per il servizio traduzioni: cioé quelli che accompagnano i detenuti dal carcere al tribunale penale per le udienze. Non ci sarebbero, insomma, condizioni di sicurezza. Lo sostiene Francesco Storace, commissario capitolino di An e presidente della Commissione di vigilanza della Rai, che sulla questione ha rivolto uninterrogazione al presidente del Consiglio e al ministro di Grazia e Giustizia.
«Per ogni detenuto tradotto - scrive Storace - la scorta deve essere composta da almeno quattro unità di polizia penitenziaria, che però possono aumentare, valutando caso per caso secondo la tipologia del detenuto, lambiente esterno, il tipo di percorso. Di regola, lentità della scorta non deve risultare inferiore al doppio del numero dei detenuti traducendi. Ma tutto ciò non corrisponde alla realtà che vivono, quasi quotidianamente, quasi tutti i nuclei dItalia».
Nellinterrogazione, Storace cita una serie di esempi di sottoscorta: «Il 2 marzo sette detenuti ad elevato indice di pericolosità custodiale, diretti allAula bunker della I Corte dAssise di Roma, e altrettanti agenti: cioé sette in meno. Il giorno dopo, una traduzione di 35 detenuti diretti al tribunale di Roma con 24 agenti (tredici in meno)». Storace conclude chiedendo «se risulti che su ventisei giorni lavorativi del mese di marzo, per diciannove giorni il nucleo traduzioni e piantonamenti del carcere di Rebibbia sia partito con personale sottoscorta, mentre per soli sette giorni questo servizio si sia svolto con un numero sufficiente di agenti». E, aggiunge polemicamente Storace, «se tale situazione sia la prova provata di una chiara volontà politica di affossare la polizia penitenziaria».