Il Messaggero - 24.12.97
Carceri
Giugni: «Illegittimo lo sciopero dei direttori»
ROMA - Allultimo minuto, il presidente della commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici Gino Giugni ha bollato come illegittimo lo sciopero indetto per oggi dai direttori di carcere aderenti ai sindacati Sidipe e Sinappe. Ieri in tarda serata la nota di Giugni è stata seguita da un provvedimento «autoritativo» del ministero di Grazia e Giustizia che inchioda i direttori penitenziari in rivolta alle loro poltrone e garantisce ai detenuti i normali servizi: colloqui con le famiglie, spesa negli spacci interni alle carceri, ricevimento dei pacchi di Natale.
La nota e lordine di rimanere in servizio hanno chiuso una giornata di scontri furibondi, polemiche, affannose ricerche di soluzioni alla vertenza che va avanti da un mese. I direttori di Sidipe e Sinappe hanno a lungo minacciato lo sciopero prima di proclamarlo, in virtù di un emendamento della Finanziaria che spazza via lequiparazione della categoria alle funzioni direttive del personale della polizia di Stato. Dopo la proclamazione dello sciopero per la vigilia di Natale, le accuse di Sofri ai direttori «oltranzisti come nessun Cobas», la replica piccata di Sidipe e Sinappe: «Rispondiamo delle nostre azioni solo ai nostri superiori e alla popolazione non ristretta (ovvero non detenuta ndr) e non a un utente del servizio con sentenza passata in giudicato». Da parte sua il ministro della funzione pubblica Bassanini getta acqua sul fuoco e spiega che i direttori conserveranno lattuale trattamento economico fino alla prossima contrattazione collettiva; il guardasigilli Flick da atto che lemendamento poteva dar adito a preoccupazioni. Il Senato nel frattempo ha votato un ordine del giorno presentato da Ersilia Salvato (prc) e firmato tra gli altri anche da Di Pietro per la revisione della norma. I direttori costretti a lavorare annunciano nuove forme di lotta «per sancire latipicità del servizio ed il diritto ad adeguate gratifiche morali ed economiche per chi è sommerso da responsabilità, fa vita da carcerato e guadagna due milioni al mese»
A.S.