Il Messaggero - 27.01.98

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LE LETTERE DAL CARCERE

«Docce fredde e medicine sbagliate che non mi fanno stare in piedi»

Scrivo per dire che oltre alle medicine per me vitali, nel reparto non possiedono nemmeno le terapie più banali, tipo il ”micostatin” per la candida. Mi hanno riempito invece di benzodiazepine che mi hanno tolto la forza di reggermi in piedi e adesso le sto scalando per non farmi venire le crisi epilettiche. Inoltre le docce sono fredde da tre giorni e nessuno pensa mai a disinfettarle, i termosifoni funzionano saltuariamente. C’è una barberia dove non si può fare la barba ma solo asciugare i capelli. La barba si fa in cella senza specchio e con l’acqua fredda. Queste sono le disposizioni che gli agenti hanno avuto dai loro superiori. Socializzare con le altre celle, poi, è quasi impossibile. Ci sono due sale che erano state destinate alle attività ricreative e che invece sono state trasformate in chiesette.

Noi detenuti del G14 non abbiamo nemmeno la possibilità di poter confrontare le nostre idee e le nostre esperienze sul problema dell’Hiv; quello che poi ci viene più a mancare è l’aiuto esterno. Si parla tanto di solidarietà, fuori di qui, ma noi che quasi viviamo al centro di questa lurida socialità, be’ non veniamo mai menzionati. Eppure tanto sangue e tanta morte scorrono in questa prigione.

Lettera firmata


«Il medico arriva e neppure ci visita»

Siamo un gruppo di ammalati detenuti nel braccio G14 perchè affetti da Hiv conclamato. Il medico del reparto, avendo sospetti che due di noi avessero preso sostanze stupefacenti, ha ordinato due perquisizioni nelle celle distruggendole completamente, rovesciando oggetti personali e il cibo che compriamo perchè non possiamo cucinare e quello che ci passa il carcere è scarsissimo oltre che immangiabile. Teniamo a precisare che non è stata trovata nessuna sostanza stupefacente. Dal giorno del fatto il medico si presenta in ufficio, si chiude e poi fugge senza visitare nessun detenuto. Malgrado la malattia alcuni di noi stanno rifiutando le terapie, affinchè il medico si dimetta dal suo incarico. L’aria, in questi giorni, è molto tesa tra infermieri, guardie e tutti. Speriamo in voi prima che succeda qualcosa di incorreggibile.

Ringraziamo di cuore

i detenuti


«Qui si pulisce solo se arriva una delegazione»

....ogni tanto qui al G14 si pulisce perchè c’è la visita di qualche delegazione. Invece manca tutto: dall’igiene ai medicinali e ci sono persone allettate ma senza piantone. Tutto il carcere ha partecipato alla protesta per solidarietà facendo lo sciopero della fame, ma non è cambiato nulla. Tutti i giorni pasta in bianco, fettina, e per accontentarci una merendina e un succo di frutta. Perchè negli altri reparti hanno il fornelletto per cucinare e qui no? L’unica cosa da fare è una visita all’improvviso per rendersi conto di dove siamo rinchiusi....


«Vorrei che mi dessero una casa in cui vivere»

....mi hanno arrestato mentre ero ricoverato allo Spallanzani; non tengo casa, ho vissuto nelle pensioni e a villa Maraini cinque notti su sette mi hanno dato un letto. Ora devo scontare undici mesi del 1990, ma poi dove vado? Sono un soggetto a rischio con continue broncopolmoniti; chiedo che qualcuno mi venga in un domani aiuto con una stanza in un residence magari del comune. Adesso sono in carcere senza ordinanza di custodia. Non mi hanno permesso di avvisare mio zio e il mio avvocato. Vorrei vivere una vita giusta....


«Gli ultimi mesi di vita vorrei passarli con i miei»

.....ho fatto la domanda di sospensione pena per causa malattia, evidenziando che il giorno dell’arresto, il 14 gennaio scorso, ero detenuto agli arresti domiciliari per incompatibilità con il regime carcerario. Sono in Aids conclamato in fase terminale e ho assaporato il focolare domestico soltanto per cinque giorni. Chiedo un profondo aiuto per vivere i pochi mesi che mi sono rimasti a fianco dei miei genitori che mi accudivano come un bimbo ricordandomi di prendere a orario le 21 pastiglie quotidiane. Il mio diario clinico attesta la veridicità di quanto dico.....

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