Ho notato sui miei compagni (qualche volta su me stesso) un fenomeno curioso: l’ambizione del "lavoro ben fatto" è talmente radicata da spingere a "far bene" anche lavori nemici, nocivi ai tuoi e alla tua parte,tanto che occorre uno sforzo notevole per farli invece "male". Il sabotaggio del lavoro nazista, oltre ad essere pericoloso, comportava anche il superamento di ataviche resistenze interne.
Il muratore di Fossato che mi aveva salvato la vita…detestava la Germania,i tedeschi,il loro cibo,la loro parlata,la loro guerra; ma quando lo misero a tirare su muri di protezione contro le bombe, li faceva diritti, solidi, con mattoni ben intrecciati e con tutta la calcina che ci voleva; non per ossequio agli ordini, ma per dignità professionale.
(P.Levi- I sommersi e i salvati)
Tutto diventa luogo del conflitto
Le imprese globali hanno bisogno di complesse trame comunicative sia per connettere i differenti segmenti produttivi dislocati nei punti più lontani e disparati del pianeta, sia perché ormai non producono più solo prodotti da consumare (merci) ma anche relazioni sociali, bisogni, modi di utilizzare i corpi e le menti. Con la fine del "capitalismo politico" e la liberalizzazione dei mercati di capitali e di merci, si è aperto un vasto e generalizzato processo di "spoliticizzazione" delle questioni economiche e sociali.
L’eliminazione delle barriere e dei vincoli "alla libertà d’investimento dei capitali e di sfruttamento del lavoro" (risultati delle lotte popolari degli anni ’60 e ’70), è proceduta di pari passo con un processo di "depoliticizzazione" che consegnava e trasferiva (non senza contraddizioni) i compiti e le funzioni di controllo e legittimazione sociale del sistema dalle vecchie ideologie di classe, di status, di stratificazione occupazionale/gratificazione individuale all’universo del consumo di merci, alle ideologie che queste ultime proiettano.
In questo processo di "spoliticizzazione" dell’economia e della società la "comunicazione d’impresa" e il sistema dei media in generale diventano una risorsa strategica sia in termini di competitività che di comando e controllo sociale. Il terreno di conquista delle imprese globali diventa sempre di più "immateriale", riguarda le coordinate spazio-temporali, il desiderio, la corporeità e il quadro mentale con cui si definiscono i significati e i "riti" individuali e sociali.
In più la diffusione della comunicazione digitale delle reti di comunicazione telematica, hanno ampliato la possibilità del capitale di sfruttare ogni tipo d’informazione e linguaggio prodotto dai singoli e dalle relazioni sociali. È ormai un dato di fatto che le agenzie responsabili delle strategie comunicative d’impresa usano continuamente linguaggi nati dal "basso", dalla "protesta" o dal"disagio". La pubblicità ha reso la figura del "non integrato" un modello accreditato e riconosciuto dell’immaginario sociale. Il capitalismo parla anch’esso il linguaggio delle controculture, lo divora e lo rimette in circolazione, ormai svuotato della sue potenzialità sovversive, neutralizzato sotto forma di oggetto di consumo (il mercato dell’alternativo).
Con lo spazio immateriale delle borse telematiche il capitale spostando da una parte all’altra della terra denaro-informazione-comando- si presenta come una scala relazionale che copre tutto l’universo sociale. Con l’acquisizione di quest’enorme capacità di mobilità il capitale si "deterritorializza" (perde il suo carattere "naturale") tanto in termini "geografico-territoriali" quanto in termini "qualitativi": nel senso che estende il suo rapporto sociale di produzione ad ogni ambito dell’attività’ umana. Parafrasando Marx si potrebbe dire che il primo risultato del capitale finanziario è la riproduzione e la nuova produzione su una scala sempre più allargata (estensivamente e intensivamente) del rapporto tra lavoro e capitale, tra capitalista e operaio. Questo rapporto sociale investendo tutti gli ambiti della vita umana rende fragile la distinzione tra processi culturali/ideologici/economici. Le relazioni economiche, sociali, ideologiche, culturali s’intrecciano in modo inestricabile: tutto diviene ugualmente vicino al punto centrale.