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misure
detentetive per gli "antisociali" […]Venendo invece alle esigenze cautelari questo Giudice Osserva che: -la sussistenza di precedenti giudiziari specifici a carico degli indagati---------, in uno con le violente o comunque loro addebitabili e sopra compiutamente descritte, inducono a ravvisare nei loro confronti un effettivo pericolo di recidivanza ex art.274 lett.c c.p.p. -la prognosi di recidivanza, infine appare connotata da maggiore intensità nei confronti degli indagati già gravati da sentenze di condanna per reati analoghi, ossia-----------------o comunque conosciuti dalle Forze dell’ordine come soggetti adusi a far ricorso anche alla violenza per manifestare le loro idee politiche-sicchè nei loro confronti s’impone l’applicazione di una misura di maggior rigore preventivo. Consequenziali alle valutazioni sopra rassegnate le scelte in ordine alle misure da applicare: -nei confronti degli indagati------------------misura proporzionata ed adeguata ex art. 575 c.p.p. appare quell’obbligo di presentazione alla P.G., ritenendosi che la stessa possa fungere da sufficiente monito di non recidivanza; -nei confronti degli indagati---------------considerato che i precedenti penali o giudiziari afferiscono tutti a illecite condotte consumate nel corso di manifestazioni di piazza e sono espressione di un antisociale modo di esprimere e sostenere le proprie idee politiche-misura adeguata a contenere il ravvisato pericolo di recidivanza specifica specifica appare quella dell’obbligo di dimora secondo le modalità e con le prescrizioni specificate in dispositivo. Si osserva, infine, che non sussistono nei confronti di alcun indagato cause di giustificazione, di non punibilità, di estinzione del reato o della pena ex art. 273 co.2 c.p.p. e che gli dagli atti non emergono ulteriori elementi di valutazione in favore degli indagati ex art.292 co.2ter c.p.p. Visti gli artt.273 e sgg. C.p.p.; 92 Disp.Attuaz. c.p.p. Applica a ------------------------[seguono i 4 nomi], in relazione ai reati di cui aci capi…..ddella contestazione la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di dimora abituale che sarà indicato dagli stessi indagati al momento di esecuzione della misura con contestuale indicazione del luogo ove fisseranno la propria abitazione. Prescrive ai predetti - di non allontanarsi dal territorio del comune di dimora abituale senza l’autorizzazione del giudice che procede; - di non allontanarsi dalla loro abitazione negli orari in cui, nell’ambito del territorio dell’indicato comune di dimora obbligata, dovessero svolgersi cortei o pubbliche manifestazioni di carattere politico. Applica a ---------------[seguono 5 nomi]la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria: Prescrive ai predetti indagati di presentarsi presso la stazione dei CC territorialmente competente in relazione al luogo di residenza abituale che sarà dagli stessi indicato al momento di esecuzione della misura. Nei giorni di Martedì, Venerdì e
Domenica Dalle ore 19.00 alle ore 20.00
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Venerdì 3 maggio, a partire dalle 6 del mattino, gli agenti della digos torinese, hanno notificato a 13 compagni del Network antagonista Piemontese, denunce e provvedimenti giudiziari in merito alla manifestazione antifascista del 22 febbraio 2002 contro il convegno di Forza Nuova [http://www.ecn.org/lists/cslist/200202/msg00129.html . Oltre alle denunce per lesioni, resistenza, e violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, porto d’arma improprio e altro ancora, ci è stato sequestrato il furgone che abitualmente utilizziamo per le iniziative a Torino. Ad accrescere quest’ondata repressiva si aggiungono i provvedimenti cautelativi che i PM Laudi e Dodero, noti magistrati torinesi sempre al soldo dei governi di turno e sempre alla ricerca di notorietà, hanno applicato per 9 compagni con effetto immediato. Con la motivazione della pericolosità sociale, per 4 compagni è richiesto una nuova forma di confino, come per gli antifascisti nel ventennio, durante le manifestazioni pubblica, qualunque esse siano, devono essere reperibili a casa e naturalmente hanno il divieto assoluto di parteciparvi, oltre che non possono lasciare in quell’occasione e sempre fino a data da destinarsi il comune di residenza. Per gli altri 5 viene imposta, per 3 volte a settimana la firma presso le caserme dei carabinieri. Per questa città, questi provvedimenti sono una novità e rappresentano un precedente gravissimo per l’intero movimento antagonista italiano. La questura di Torino ha voluto attuare dopo 5 mesi di lotte sociali, un attacco a chi si espone di più nella città, una città che da gennaio ad oggi a visto crescere e sedimentare un blocco sociale che ha dato vita a mobilitazioni efficaci e consistenti dal 29 gennaio allo sciopero generale, alla manifestazione contro forza nuova, alle iniziative sulla Palestina, allo sciopero generale fino al primo maggio, costruendo e radicando protagonismo sociale, partecipazione, conflitto. Per questo sembra troppo semplice andare a colpire i “soliti noti”, il solito centro sociale, chi “ha comportamenti antisociali”, rispolverando provvedimenti cautelativi che da un lato ricordano il confino fascista e dall’altro le norme antiviolenza applicate negli stadi. Se da un lato viene fuori un po’ di verità sui fatti di Napoli, dall’altro si cerca di colpire chi alla luce del sole alimenta la contraddizione sociale, individuando nei soliti compagni l’elemento su cui applicare i diktat dei vari Fini, Bossi e Castelli. Non possiamo accettare che l’antagonismo sociale venga trasformato in fogli della magistratura, né tantomeno possiamo accettare che provvedimenti del genere limitano le nostre attività. Network antagonista piemontese Csoa Askatasuna
lun.6 h.17.00 conferenza stampa pubblica Via Po 16 Sabato 11 al sacrario del Martinetto (c.so Svizzera)nel pomeriggio sound System e commemorazione partigiana>>> |
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