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Oben story
Oben apre il 9 gennaio 999 al primo piano del Bulk come spazio di proposta e innovazione nella comunicazione artistica e tecnologica. Animato da sorelle e compagni appartenenti sia alla generazione del Bulk sia quella del Golgo e della Pantera, l'Oben nel suo anno di esistenza ha complementato in senso culturale la programmazione del Bulk. >>> |
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Sperimentazioni con video, diapo e film, mixaggi di immagini e suoni, mostre di artisti del dopoguerra fredda, dibattiti con documentari, rassegne di corti, apertura a tutte le identità sessuali, un bar con i migliori cocktail dei centri sociali, presentazione di libri e riviste con DJ annessi e connessi, 2 computer free access in rete: tutto questo è accaduto all'Oben nella primavera della Bulk Machine 99. >>> |
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Durante l'estate si progetta la trasformazione definitiva di Oben in un'area di proposta multimediale: la sala blu e la sala arancio diventano l'infoSPACCIO, spazio di compravendita e consultazione di romanzi, saggi, riviste e quotidiani da tutto il globo a con internet tè con il Tchai ristoratore e spazio a video continuo, mentre la sala rosa di nuova apertura inaugura l'OBset, spazio di proiezioni, performance, fotografia. >>> |
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Tre lunghi mesi e centinaia di ore di lavoro manuale e logistico portano all'inaugurazione a invito e-mail il 12.11.999. Il 15 novembre si abbatte sulle nostre teste pensanti l'ingiunzione di sgombero. L'11 gennaio 2000 i celerini ci trascinano a forza via dal Bulk, il portone va in fiamme, andiamo in corteo in via Niccolini occupata per il Millennium Bulk. >>> |
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Hanno reciso un bulbo di conoscenze e curiosità che si è ramificato attraverso una metropoli ostile e cieca alle mutazioni del sociale, alle sperimentazioni di nuovi codici e linguaggi, più aperti e mescolati, più egualitari e radicali, regolati dall'economia del dono e non del profitto autofago. |
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