Editoriale Umanità Nova [03.06.2001]
|
Massacrano, affamano, torturano, depredano,
inquinano, bombardano... sono i G8, i governi dei paesi più ricchi
e potenti della terra, un club di assassini riuniti sotto un’unica bandiera:
quella del profitto e del dominio. Senza alcun freno, senza alcun limite.
A luglio occuperanno Genova, si chiuderanno nei Palazzi, simbolo di un
potere feroce, si rifugeranno sulle portaerei, nelle basi militari, circondati
da poliziotti, carabinieri, soldati e uomini dei servizi segreti. Armati
fino ai denti, pronti a picchiare, gasare, sparare. Per difendere il privilegio
di pochissimi di fronte alla protesta montante della immensa marea degli
esclusi, dei senza potere, di chi non accetta di vivere in un mondo intollerabile.
Accanto agli uomini in divisa da mesi si sono schierati decine di uomini
di penna, specializzati nel mettere in bella forma le veline e le calunnie
uscite dai ministeri, dai governi, dalle spie. Ci dipingono come pazzi,
terroristi, violenti, perché vogliono che la paura domini incontrastata,
perché vogliono che la libertà di opporsi sia negata, ingabbiata,
violata. Servi di un potere immorale ed ignobile forniscono l’alibi agli
8 criminali che governano il mondo per impedirci di manifestare, per chiudere
le frontiere, il porto, le stazioni.
Ma noi non ci stiamo. Andremo a Genova per far sentire
alta la nostra voce, consapevoli che essa non è che l’eco di altri
milioni di uomini e donne vicini e lontani cui è negata la possibilità
di vivere dignitosamente, di accedere all’acqua, all’istruzione, alle cure.
Uomini e donne che in ogni angolo di questo pianeta piegato e piagato gridano
la loro ribellione,
Non siamo soldati di nessun esercito, perché
siamo contro tutti gli eserciti e contro tutte le guerre, la nostra forza,
quella che ci ha accompagnato nei due secoli della nostra storia è
quella di volere un mondo senza confini e senza padroni, un mondo di liberi
ed eguali.
Cammineremo per le strade di Genova come uomini e
donne liberi, consapevoli che la libertà e la giustizia sociale
non si mendicano ma si conquistano. Ogni giorno, in ogni luogo. A fianco
dei migranti respinti oltre i confini, dei lavoratori sfruttati, delle
donne oppresse, mutilate, violate, dei bimbi senza infanzia, dei senza
terra, dei senza voce. Fuori e contro lo spettacolo arrogante del potere,
del coro belante dei media, per gettare un fascio di luce sulle politiche
di oppressione, distruzione e morte dei G8. Un fascio di luce tanto intenso
che non basteranno le portaerei, gli uomini in armi, i giornalisti prezzolati,
i Palazzi fortificati a fermarlo.
Il primo appuntamento per il nostro galeone è
il 9 giugno a Genova. Sarà una giornata di lotta, di festa, di libertà,
il primo corteo in una città con una lunga e viva tradizione di
resistenza e solidarietà.
“Padroni di nulla, servi di nessuno, andiamo all’arrembaggio
del futuro”.
M.M.
|